martedì 11 febbraio 2025

Babygirl

Romy è la CEO di un'importante azienda che rimane folgorata dall'audacia di un nuovo tirocinante: Samuel. I due iniziano un gioco di potere che li porterà verso la distruzione (della famiglia per lei, della carriera per lui). Ma dopotutto: non è quello che vogliono?

Il film inizia con dei gemiti in sottofondo. Nella sala buia del cinema filtra un po' di imbarazzo. Nonostante visivamente non sia volgare, preparatevi ad una trama quasi soft porno. Sono sicura che la visione di Babygirl risveglierà più di un bollente spirito


Però a me la coppia Kidman - Dickinson
non ha convinto. Al di là del fatto che lui sembra davvero suo figlio, non mi è sembrato credibile nel ruolo dell'esperto di giochi di ruolo che può affascinare una donna simile. Vero anche che al cuore l'ormone non si comanda!

Il film dura troppo e si perde nella parte più interessante ovvero il finale: buttato lì in modo troppo allusivo e sbrigativo. Per il resto la regia propone inquadrature interessanti come alcune doppie esposizioni molto suggestive e raffigurando il sesso ormonale dei primi mesi in modo molto verosimile.

Ma addentriamoci nella trama: Romy perde la testa e passa le giornate in ufficio pur di passare il tempo a raccogliere i cocci che Samuel disintegra ai suoi piedi. Poi fanno sesso, certo. In bagno, negli stanzini, per terra. Un sesso  passionale, intenso e sudaticcio, molto verosimile. Poi insomma la Kidman a 57 anni dice sempre la sua vederla a quattro zampe, proprio lei da sempre sinonimo di bellezza algida ed eterea, suscita una certa complice curiosità.

Però… c'è sempre un però: anche se Romy crede che il gioco sia solo un loro passatempo finirà vittima del ricatto della sua sveglia assistente che… sta uscendo con (quello che credeva solo suo) Samuel! Scacco matto alla Regina.
Messa spalle al muro e con Samuel che inizia a ritrarsi dal gioco, Romy va in crisi e confessa tradimento e fantasie all’appiccicoso marito (reo peraltro di non averla mai fatta godere e, cosa ancora più grave, di non essersene mai accorto). Lui come da copione la caccia di casa. 
Dopo che la sua assistente riceve una promozione sembra che Romy ritrovi la quadra: Samuel finisce a lavorare in Giappone, suo marito capisce finalmente come farla godere e al lavoro confessa candidamente che non accetta intimidazioni da nessuno e che se vuole essere umiliata… pagherà qualcuno per farlo. Una donna moderna indipendente ed emancipata? Bah. Non so: Nicole Kidman aveva davvero bisogno di un ruolo del genere?

Alcune dinamiche sono credibili: l'orgoglio di piacere a qualcuno di più giovane, il desiderio di vivere cose che si pensava di non poter fare più, la libertà di seguire solo gli ormoni e di non pensare ad altro o alle conseguenze, il fatto che un matrimonio dopo tanti anni debba anche fare i conti con il fatto che si può non solo desiderare qualcun altro ma anche qualcosa di "strano", mettiamola alla Verdone. In particolar modo mi sono piaciute le scene di sesso perché non sono sembrate asettiche come quelle che vengono mostrate nella maggior parte dei film. C'è una scena in cui Romy e l'amante si sdraiano per terra su un balcone dopo una serata in discoteca a bere e ballare: sudati, spettinati, ubriachi, liberi: quanti adulti farebbero   avrebbero il coraggio di fare una cosa simile?

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