Inquadratura fissa (ma fissa fissa), arco temporale dilatato, attori modificati con l'intelligenza artificiale. Capolavoro? Manco a pensarci.
Come si evince dal titolo, Here parla di un posto e di come questo cambi nel tempo. Si parte molto indietro, con le belle zampone dei dinosauri in primo piano. Poi l'estinzione causa meteoriti e il susseguente risvegliarsi della natura dopo un periodo glaciale. E quindi i nativi nei boschi, i coloni sulle carrozze, gli intraprendenti con gli accessori per volare a inizio novecento, la coppia infuocata degli anni '40 e la famiglia con il
reduce di guerra, la moglie ed i tre figli (uno dei quali, Hanks, poi diventa il protagonista - ricreando insieme a Robin Wright la coppia d'oro che fu di Forrest Gump). Si conclude con la famiglia di colore; tra un continuo salto temporale da un'epoca all'altra con la casa che è attrice non protagonista e che è il filo conduttore con tutte le vite intrecciatesi nel tempo.Che poi presa così l'idea sarebbe anche carina ma... superare il blocco della fine primo tempo per me è stato un atto di fede. Ho fatto bene a resistere? No.
Sarà che il ricorso all'intelligenza artificiale per ringiovanire Tom Hanks e la moglie l'ho trovato presto e sarà che i continui salti temporali non permettono di seguire bene le storie, sta di fatto che per me Here è stato una delusione che neanche la delicatezza del finale mi ha permesso di rivalutare.
Forse è più riuscito come tentativo di "sdoganare" l'intelligenza artificiale che per regalare al cinema una vera perla. Paura.
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