Uno dei libri più belli che ho letto nel 2024 (anche se è stato pubblicato nel 2018) e che recensisco solo ora perché... avevo letto subito dopo Il lavoro ombra di Craig Lambert e mi ero persa via in pensieri e riflessioni.
Non fatevi spaventare dalle dimensioni: quattrocento pagine che vi sembreranno la metà perché fin dall'inizio, anzi dal titolo, Graeber sceglie uno stile simpatico ed accattivante che vi strapperà un sorriso anche quando gli argomenti trattati saranno da storcere il naso. Eh si perché a quanto pare non sono molte le persone, almeno tra i miei conoscenti, ad essere soddisfatti del proprio lavoro. Anche gente incontrata per caso, dopo anni, mi ha vomitato addosso in pochi minuti quintali di stress da lavoro che mi ha lasciata perplessa e pensosa.
Se siete tra quelli che ogni tanto sono costretti a far finta di lavorare (perché di vero lavoro non ne hanno) e che per questo si sentono intimamente umiliati (perché alla fine far finta di lavorare ed esserne pure orgogliosi è pura degradazione, un vero e proprio esercizio di potere per la soddisfazione del capo) ma anche se invece il vostro vi piace e vi fa stare bene questo libro è per voi perché parla del lavoro come raramente si è sentito parlare.
Graeber specifica nell'introduzione che questo libro parte da un suo articolo provocatorio pubblicato nel 2013 dal titolo: Sul fenomeno dei lavori del cavolo (che potete leggere qui in inglese). Se siete indecisi sul leggerlo o no mi tocca proprio riportare le prime righe di quel breve saggio: "Nel 1930 John Maynard Keynes predisse che, entro la fine del secolo, la tecnologia sarebbe stata sufficientemente avanzata da consentire a Paesi come la Gran Bretagna o gli Stati Uniti di raggiungere una settimana lavorativa di 15 ore. Ci sono tutte le ragioni per credere che avesse ragione. In termini tecnologici, ne siamo capaci. Eppure
non è successo. Al contrario, la tecnologia è stata posata, se non altro, per trovare il modo di farci lavorare di più".Alla base di Bullshit jobs c'è l'idea sconvolgente e provocatoria secondo cui "è come se qualcuno ci costringesse a svolgere compiti privi di scopo soltanto per tenerci tutti occupati" e rincara così: "la maggioranza di coloro che svolgono lavori inutili in definitiva ne è consapevole... come è possibile parlare di dignità del lavoro se si ha l'intima convinzione che la propria occupazione don dovrebbe esistere?"
Insomma le parole non saranno armi ma queste di Graeber sono davvero pesanti come macigni. Il risultato è che o si accetterà di aprire gli occhi sull'attuale condizione lavorativa in cui tutti siamo immersi o... si tornerà al matrix della schiera di persone che hanno scelto di continuare a dormire.
Cosa potrebbe concepire una mente libera e fresca in un mondo che sotto gli occhi di tutti sta diventando più limitato e dittatoriale? "La classe dirigente si è resa conto che una popolazione felice e produttiva con tempo libero a disposizione costituisce un pericolo mortale".
I capitoli di Bullshit jobs sono sette:
- Che cos'è un lavoro senza senso - "un'occupazione retribuita che è così totalmente inutile, superflua o dannosa che nemmeno chi la svolge può giustificarne l'esistenza, anche se si sente obbligato a far finta che non sia così"!
- Quali sono i tipi di lavoro senza senso - tirapiedi (esistono solamente o principalmente per far sembrare o sentire importante qualcuno, es. uscieri, personale addetto a reception e accoglienza...), sgherri (forze armate nazionali, call center), ricucitori (dipendenti i cui lavori esistono solo per un difetto o una mancanza nell'organizzazione), barracaselle (dipendenti che esistono solo o principalmente per consentire a un'organizzazione di affermare che sta facendo qualcosa che in verità non sta facendo), supervisori. Una categoria a parte sono i paracolpi, persone messe in un determinato posto per risolvere dei problemi di cui loro non hanno nessuna autorità per risolverli..!
- Come mai coloro che fanno lavori senza senso dicono regolarmente di essere infelici?
- Che effetto fa avere un lavoro senza senso? - "la mancanza di motivazione consuma le persone...". Penso che questa frase scritta da Graeber basti e avanzi a rendere l'idea.
- Come mai i lavori senza senso stanno proliferando? - "L'enorme mole dei profitti del settore finanziario proviene dalla collusione con i governi nel creare, e poi contrattare e manipolare, varie forme di debito". Viene introdotto il concetto di ingegneria sociale e toccato il tema dei senzatetto e dei disoccupati da un punto di vista che non viene mai discusso pubblicamente.
- Perché non ci opponiamo come società alla crescita di occupazione priva di scopo?
- Quali sono le conseguenze politiche dei lavori senza senso, e c'è qualcosa che si può fare al riguardo? - "non hanno del tutto torto coloro che sostengono che non stiuamo lavorando quindici ore a settimana perché abbiamo preferito il consumo al tempo libero". Mi fa venire in mente quando più di dieci anni fa la famiglia di una conoscente aveva chiesto un prestito per prendere un i-phone ad ogni membro della famiglia. Questo capitolo è forse il capitolo più doloroso e bello di tutto il libro e viene specificato il significato di consumismo compensativo (cose che si possono fare per consolarsi di non avere una vita - guardare serie tv, comprare su internet, fare una lezione di yoga).
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