Ma il titolo originale era più accattivante: Talking to Strangers: What We Should Know aboout the People We Don't Know - quello che dovremmo sapere sulle persone che non conosciamo.
Questo libro di Gladwell del 2019 mi è piaciuto così tanto che non l'avevo ancora finito e ho comprato altri due suoi libri di cui vi parlerò a breve. Intanto qui trovate la recensione dell'altro suo libro BLINK - In un batter di ciglia (bellissimo).
L'autore parte raccontando un episodio capitato in America nel 2015: un banale controllo stradale che ha portato, tre giorni dopo, al suicidio della persona fermata. Com'è possibile che un controllo di routine sia degenerato finendo fuori controllo in pochi secondi?
Gladwell allora fa un passo indietro e rispolvera l'incontro tra Chamberlain ed Hitler in cui il primo non aveva minimamente inteso le intenzioni ed i proposti del collega tedesco (e per propositi si intende una Guerra su scala Mondiale scatenatasi pochi mesi dopo l'incontro!). Poi passa ad un famigerato caso di spionaggio tra Cuba e
Usa in cui per anni un agente ha fatto il doppio gioco e ci chiede: ma se chi di lavoro si occupa di smascherare spie non ci riesce... noi come possiamo capire chi ci sta mentendo?Tutta colpa della presunzione di onestà secondo cui sarebbe troppo dispendioso in termini sociali ed emotivi dubitare (delle buone intenzioni) di tutti e quindi si da per scontato che le persone con cui abbiamo a che fare siano limpide e non mentano.
Eppure pensateci un secondo: voi siete sempre onesti e trasparenti nei vostri atteggiamenti e conversazioni? Oppure montate su una bella faccia di circostanza e sbiascicate qualche frase neutra? Pensate alla vita di tutti i giorni quando basta la faccia storta di una persona incontrata per pochi secondi a condizionarvi (aveva proprio una faccia di c***o) e a farvi addirittura dire di aver "inquadrato" quella persona (ma su che basi?!).
State sereni: non siete gli unici e c'è pure un fenomeno che spiega questo atteggiamento. Si chiama l'illusione di comprensione asimmetrica definita da Pronin così "noi siamo convinti che noi sappiamo degli altri più di quanto loro sappiano di noi, e che riusciamo a capirli meglio di quanto non si capiscano loro stessi (ma al contrario loro non possono capire noi), convinzione che ci induce a parlare quando faremmo meglio ad ascoltare, e a mostrare eccessiva impazienza quando gli altri esprimono la propria convinzione di essere stati fraintesi o giudicati in maniera scorretta". Non è interessantissimo?
Il dilemma dello sconosciuto è un libro che ho adorato e divorato in poco tempo e penso sia una lettura adatta a quelle persone che ogni tanto si sentono interdette o frastornate negli incontri con gli altri. Dedicato quindi a quelle persone che hanno voglia di provare a capire qualcosa in più delle persone che hanno o si troveranno davanti. E' una vera miniera di curiosità e di riflessioni che tocca anche argomenti molto delicati come quello delle molestie sessuali, gli abusi sui minori e il suicidio. Pensate che a fine libro ci sono circa 50 pagine di note e indice analitico!
Troverete inoltre la descrizione del famoso esperimento sull'obbedienza di Milgram (cliccate per avere maggiori info), il concetto del folle santo, l'analisi del trattamento riservato ad Amanda Knox (che non rispettava i canoni dell'amica addolorata), l'abuso di alcool e le derive comportamentali ad esso legate, le tecniche di interrogatorio più efficaci usate dalla Cia (eh no, fare male non è la tecnica migliore), il concetto di accoppiamento (per cui certe situazioni non succedono in posti a caso ma solamente in alcuni contesti) e... tanto altro, scritto in modo comprensibile e brillante. Un vero piacere per gli occhi e la mente
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