lunedì 14 ottobre 2024

Super/Man: The Christopher Reeve story

 Più che un film, un documentario sulla vita di Christopher Reeve. Qui il trailer.


Me lo ricordo ancora l'annuncio al Tg5 della sua caduta da cavallo e conseguente invalidità permanente. "Superman" che diventa tetraplegico, una cosa assurda, un incidente mai capitato a nessun famoso divo di Hollywood.

Il tema di base del documentario è: chi sono i veri eroi?

Questo ora nelle sale ripercorre la storia di questo ragazzino prestante cresciuto in una famiglia spaccata e fredda e diventa il Superman più famoso e forse amato di tutti i tempi. Film, eventi mondani, figli, avventure: nella prima parte di Super/Man ci sono filmati privati mai visti di Reeve insieme alla famiglia su una barca a vela o in un campo a giocare a calcio. Reeve non è mai fermo, sembra sempre sorridente e pieno di energie. Poi arrivò la caduta. 

Cavalli sua più recente passione, un infortunio gravissimo con la testa come staccata

dal collo e una diagnosi che sembra una sentenza di morte.

Oltre ai figli, ormai adulti, nel film si sente la voce dello stesso CR che racconta del risveglio e del primo incontro con la moglie: "se solo avessi visto in lei pietà e commiserazione le avrei chiesto di staccarmi la spina"; invece lei gli dice che lo ama, che è sempre lui.

E lui resiste e trova la forza per diventare testimonial per numerose raccolte fondi per pazienti con lesioni midollari.

L'anno dopo l'incidente, capitatogli a solo 42 anni (quasi la mia età di adesso mentre allora, da bimba, mi sembrava quasi un vecchiaccio!), ha il coraggio di presentarsi agli Oscar!

Mai un attore si era mostrato con quella fragilità eppure che potenza vederlo su quel palco, scoprire il viaggio da incubo che ha dovuto affrontare e con chissà quale spirito vedere davanti a sé quelli che erano i suoi ex colleghi.

Nel documentario scopriamo che a Reeve le cure costavano 400 mila dollari l'anno, che il suo migliore amico fu Robin Williams, che la moglie gli fu sempre accanto e che lo seguì poco dopo.

Dopo dieci anni dall'incidente CR morì e pochi mesi dopo la moglie scoprì di avere un tumore gravissimo ai polmini. Nell'arco di diciotto mesi il loro figlio più piccolo perse padre, nonna e madre.

Oggi tutti e tre i figli continuano ad essere testimonial e presidenti delle associazioni create dai genitori, due persone che si sono volute davvero bene in salute e malattia.

Tenete a portata di mano i fazzoletti!


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