venerdì 11 ottobre 2024

PRONTO SOCCORSO PER INSICURI CRONICI - Barbel Wardetzki

 Superare le paure inutili, trovare il coraggio di agire

Intento apprezzabile quello di Wardetzki ma se uno già è insicuro, leggere così a lungo delle sue debolezze potrebbe avere un effetto negativo. Devo dire che l'ho trovato molto più pesante rispetto a Pronto soccorso per l'anima offesa, forse perché mi aspettavo fin dalle prime pagine qualche consiglio e suggerimento in più per i destinatari del titolo. Su cento pagine di testo, sono le venticinque finali quelle che vi daranno un po' di forza e sostegno per provare a diventare più sicuri. Non che ci sia nulla di rivoluzionario o sconvolgente eh... ma giusto qualche consiglio da mettere in pratica giorno per giorno. 

Un merito però ce l'ha questo libro, mi ha fatto vedere una

situazione famigliare diciamo da un punto di vista che non avevo mai considerato. Ora vi riporto due pagine del capitolo Padronanza e autodeterminazione, chissà mai che possano servire anche a voi!

"Sophie viveva in uno stato di minaccia permanente, era sempre sulla difensiva. Suo padre era una persona impreve­dibile, autoritaria e collerica. Era meglio cercare di capire in che stato d'animo si trovasse quando rientrava a casa. Se era di buon umore, ci si poteva parlare e scherzare, ma appena succedeva qualche cosa che a lui non piaceva, il suo umore cambiava immediatamente e diventava pesante, critico, gridava e la cacciava fuori dalla stanza. Sophie cercava rassicurazione nella madre che però era così debole che non riusciva a darle alcun vero aiuto e, al contrario, toccava a Sophie calmarla e farle coraggio. I sentimenti e le emozioni di S. rimasero del tutto trascurati, poiché tutta la sua attenzione era concentrata sui suoi genitori.  Viveva, per cosi dire, in una modalità di sopravvivenza, che era volta esclusivamente a limitare i danni. Conosceva i bisogni dei genitori meglio dei propri. Così aveva imparato a basare la propria vita sulla sottomissione rinnegando se stessa. In Sophie erano presenti molte introiezioni che non face­vano altro che ostacolare la possibilità di vivere una vita in maniera autodeterminata. "Non ti mostrare per quello che sei, perché questo può essere pericoloso", "Non vivere, so­pravvivi!", "Fai solo quello che è giusto", "Devi essere a mia disposizione". In questo modo non si può sviluppare un sen­so di padronanza, perché questa si fonda su un forte contatto con i propri punti di forza e i propri bisogni. Nel corso della vita la repressione esercitata dall'esterno si trasforma in repressione interna. Ci ritroviamo così a fare a noi stessi quello che le persone di riferimento dei primi anni di vita avevano fatto con noi: ovvero limitarci. Prendere atto di questo fatto risveglia in noi un senso di motivazione nel cambiare le cose. Ci possiamo così liberare e mobilitare le nostre forze per imboccare una nuova strada. Quando ci sentiamo stanchi di continuare a soffrire, troviamo la via per ricostruire la nostra vita su nuove basi. Il desiderio di vivere una vita migliore è la motivazione per attuare un cambiamento"




Per chi volesse approfondire l'argomento vi allego un articolo pubblicato su Starbene nel 2017: Fiducia - come credere nelle proprie capacità e nella buona fede degli altri.


Se invece volete leggere altro: qui avrete l'imbarazzo della scelta!



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