Wow che libro: dovete trovarlo, leggerlo, parlarne, diffonderlo!
Ho "conosciuto" Syed qualche anno fa quando lessi il suo libro Bounce: il mito del talento e il potere dell'allenamento. E fu amore a prima vista. Ma Se sbagliamo ci sarà un perché mi ha davvero elettrizzata, non volevo finisse mai, l'ho raccontato a decine di persone, me lo sono portata anche in palestra e mi ha ricordato ancora una volta quanto sia bello leggere e scoprire cose nuove. Nei ringraziamenti Syed, anzi Mettiu come lo chiamo io, scrive così: "uno degli aspetti migliori dello scrivere un saggio come questo è che si entra in contatto con libri, ricerche e articoli capaci di aprire gli occhi". E' vero, mi è sembrato proprio così.
Se sbagliamo ci sarà un perché (ma a me piace più la versione originale Black box thinking) è pieno di note e di rimandi che solo per leggerli tutti ci vorrebbero altri sei mesi almeno e la cosa più bella è che non vedo l'ora!
Ma di cosa parla esattamente questo libro?
"se vogliamo sviluppare il nostro potenziale di individui e organizzazioni dobbiamo ridefinire il fallimento. In un certo senso è proprio questo lo scopo del libro". Risponde Syed stesso.
Per me le pagine di Black box thinking sono state una vera rivelazione, soprattutto per l'ambito sportivo.
Sono la prima che, quando giocavo a pallavolo, viveva ogni errore come un fallimento che si trasformava in situazioni spesso dolorose e da cui faticavo ad uscire. Famosa è la leggenda secondo cui tenevo le mie statistiche nel corso della partita cosa che non mi aiutava certo a vivere la pallavolo nel migliore dei modi... E visto che tornare indietro a dare una pacca sulla spalla alla piccola Michy non si può... mi piacerebbe davvero aiutare le persone che come me vivono quelle situazioni e dire loro che no, non è la fine e che si può andare avanti e farlo bene anche se si sbaglia.
Sembra banale forse, ma la realtà mi dice che non è proprio così e che è pieno di persone che si fanno bloccare dagli errori o ancora prima: dalla paura di sbagliare.
Se sbagliamo ci sarà un perché è stato pubblicato nel 2015 ed è lungo circa trecento pagine che vi assicuro non vi annoieranno mai anzi vi regaleranno numerosissimi spunti di riflessioni e discussione.
Questo libro è suddiviso in sei parti:
- La logica del fallimento (Un'operazione di routine - United Airlines 173 - Il paradosso del successo)
- Dissonanza cognitiva (Condanne ingiuste - Contorsioni intellettuali - Una riforma della giustizia penale)
- Affrontare la complessità (Il paradosso della bocchetta, caso Unilever davvero da scoprire - Onesti per paura?)
- Piccoli passi, passi da gigante (Vantaggi marginali - Come il fallimento spinge all'innovazione)
- Il gioco della volpe (Il volo 114 della Libyan Arab Airlines - La seconda vittima)
- Creare una cultura della crescita (L'effetto Beckham - Ridefinire il fallimento)
E poi è scritto in modo semplice, comprensibile ed appassionante.
Il primo capitolo è spiazzante: descrive un caso di malasanità terrificante, una morte evitabile, un marito che chiede giustizia e non vendetta e che grazie alla sua dedizione è riuscito a far si che un errore si trasformasse in occasione di imparare per evitare che cose simili accadessero ancora in futuro.
Poi Syed racconta di numerosi incidenti aerei e delle procedure adottate per evitare altri disastri. E poi affronta il tema delle indagini penali e di come tutti, spesso, vediamo solo il peggio delle persone. Anche di fronte a schiaccianti prove contrarie! Finisce con Beckham ed il suo talento ma soprattutto la sua passione ed abnegazione. E cita anche Dyson, si quello degli aspirapolvere: una storia che non conoscevo e che mi ha acceso una scintilla dentro.
Insomma: un grande libro che mi ha fatta felice, forse uno dei migliori mai letti.
Grande Mettiu: ancora grazie e... buona lettura anche a voi!
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