Una faina zoppa viene ripudiata dalla famiglia e finisce a fare il manovale per una volpa usuraia. Qui impara a coltivare, a rassettare e a far di conto. Ma soprattutto impara a leggere, a scrivere e... la parola di Dio. L'istinto però rimane quello di un animale e rischia la vita per accoppiarsi; è solo grazie all'intervento del cane body-guard che riesce a scamparla e a metter su famiglia. Purtroppo la morte della volpe e soprattutto il freddo invernale mettono ancora a rischio la vita di Archy che inizia a vedere i suoi piccoli come dolci stuzzichini. La compagna riesce a scappare e poi divampa un incendio (forse appiccato dalle linci in visita) e Archy viene salvato da un'istrice. La loro improbabile amicizia dura fino a quando Klaus deve scegliere tra l'amico e la famiglia. Archy rimane di nuovo solo e preda della paura fino a quando non viene raggiunto e finito da Nessuno, il figlio che non aveva mai avuto il desiderio di "battezzare".
"questo è il mio ultimo stupido intento: scappare, come tutti dall'inevitabile"
L'epopea di una faina antropomorfizzata: un libro che non avrei mai letto e che ho scoperto grazie al club dei lettori del mio ufficio.
Il libro in sè si fa leggere ma non è mai riuscito a vincere la mia diffidenza iniziale (forse perché avendo letto decine di libri sui cani sono sempre stata restia ad assegnare agli animali emozioni umane).
Il più grande difetto di I miei stupidi intenti è proprio questo: l'aver mischiato mondo umano ed animale senza riuscire a trovare un giusto equilibrio. Archy è un animale che finisce per credersi la reincarnazione di un umano (come sentito dire dalla volpe).
La volpe che di positivo non ha nulla: tratta malissimo Archy (e tutti gli altri) dal primo all'ultimo giorno eppure lo scrittore cerca di riabilitare il personaggio dopo la morte fomentando il mito dei burberi dal cuore d'oro. Ma cuore d'oro dove?
La faina che, dopo la morte della volpe, si comporta come (e forse peggio) di lui. Ennesimo clicquè delle persone/personaggi vittime di abusi o bullizzate che ripropongono i comportamenti dei loro aguzzini. Una spirale a cui sembra non si possa sfuggire.
Ma quello che mi ha lasciata più perplessa è stato proprio l'attribuire pensieri ed emozioni profonde a degli animali, pensieri ed emozioni che a volte non albergano neanche negli esseri umani.
Una costruzione delle frasi semplice e a volte paracula che gioca con immagini liriche per poi (provare a) sorprendere con situazioni basiche ed animalesche, un conflitto e contrasto che è più nobile nelle idee che nei fatti.
Di questo libro non mi rimane nulla.
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Il tuo post è stato straordinario! La tua scrittura è di prim'ordine. Continua così e scrivi di più!
RispondiEliminaNice bblog thanks for posting
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