Di cinofilo ed etologico, L'uomo e il cane, ha poco o nulla.
E' una storia tremenda, una storia d'altri tempi in cui i cani erano visti come antifurti a catena, bisognosi solamente di qualche crosta di pane. Scritto nel 1977, questo testo di Cassola non è molto scorrevole e ha pochi momenti piacevoli e/o interessanti.
La sfortuna di Jack è quella di uccidere una gallina del vicino. Il padrone allora se ne libera mettendolo in un sacchetto che abbandona in montagna. Quando Jack riesce a liberarsi non trova più la strada di casa. Eppure continua a cercare un padrone, qualcuno che lo ospiti ed usi come scaccia-disturbatori e che in cambio lo faccia sentire parte di un gruppo e gli dia un po' di cibo. Ma nelle cascine che incontra Jack non viene mai accolto bene: o perché c'è già un cane o perché lo scacciano con cattiveria. Quando sembra aver trovato un nuovo rude padrone, Jack ancora si affida alla buona fede senza sapere che quella sarà la sua fine: attirato con un pezzo di cibo secco, Jack viene accalappiato e legato ad un palo. E lì lasciato a morire di stenti.
Una storia tremenda dicevo all'inizio perché una storia molto realistica che descrive bene le due nature a confronto: quella calcolatrice e spesso malefica dell'essere umano e quella ingenua ed istintiva degli animali.
Un finale davvero doloroso.
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Buona lettura
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