Billy è un soldato. Ed un ottico. Ed un raro esemplare di uno zoo di Tralfalmadore. Ed un sopravvissuto. E' anche un marito ed un padre. Billy era, è e sarà.
Se non ci avete capito niente è normale così ma abituatevi, perché in Mattatoio n.5 nulla è scontato ed i viaggi temporali saranno all'ordine del paragrafo. Il protagonista però almeno rimane sempre lo stesso: Billy Pilgrim.
Anche se il titolo rimanda ad animali morti ed appesi tra pareti grigie e schizzi di sangue non c'è nulla di tutto questo nel romanzo di Vonnegut (anche se l'edificio che permette a Billy di salvarsi durante il disastroso bombardamento di Dresda è proprio un mattatoio).
Ed è questo tragico evento che riempie le prime pagine di Mattatoio n. 5, evento vissuto in prima persona dal Vonnegut giovane soldato prigioniero in Germania sopravvissuto miracolosamente ad una delle azioni militari più ignobili della storia recente (e di cui, se avete frequentato una scuola italiana, molto probabilmente non avrete mai sentito nulla). Vonnegut definì il bombardamento di Dresda come "il più grande massacro della storie europea" eppure ancora oggi è difficile trovare una cifra veritiera delle vittime di allora. La cosa più ignobile fu che le vittime furono quasi esclusivamente civili, un atto forzatamente esagerato che causò più vittime di Hiroshima e di cui ancora oggi si parla poco poiché ad attuarlo furono i "salvatori" inglesi ed americani…
E' difficile stare dietro al protagonista ed alla narrazione: un momento è nell'ospedale militare e quello dopo è in aereo per una gita di lavoro, altre volte sta camminando sul suolo nemico e quello dopo è nella cupola dello zoo dove è rinchiuso come animale speciale. Il tutto facendo salti temporali anche di decine di anni.
Ci sono però dei momenti capaci di trasportarvi davvero nel mondo di Billy, soprattutto quelli "lunari" del giorno dopo il bombardamento di Dresda quando tutto è cenere e buche: impressionante.
Mattatoio n. 5 è stato descritto come una dura accusa contro tutte le guerre (ed anche contro certi media, come libri e cinema, che sembrano quasi incoraggiarla) ma quello che mi ha fatto più riflettere è stato questo paragrafo che veste di nuova luce il concetto della morte:
“La cosa più importante che ho imparato su Tralfamadore è che quando una persona muore, muore solo in apparenza. Nel passato è ancora viva, per cui è veramente sciocco che la gente pianga al suo funerale. Passato, presente e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno.”
Ci sono così tante cose che non sappiamo della vita, del mondo e dell'universo intero che mi piace l'idea che le mie persone care ed i miei momenti più felici non siano ricordi finiti e svaniti in un'unica dimensione ma che possano continuare ad esistere in eterno da qualche parte. A proposito: ciao nonna Ambrogia! è stato, è e sarà bello incontrarti.
Voi cosa ne pensate?
Curiosità: Vonnegut ripete "così va la vita" ben 106 volte in tutto il libro!
Citazioni:
- impedire una guerra è facile come fermare un ghiacciaio
- non c'è nulla di intelligente da dire su un massacro
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