Questa è la frase simbolo di Bartleby lo scrivano, un racconto breve dell'autore di Moby Dick.
La leggerete più e più volte e, se siete persone iperattive o maniache del controllo, vi darà sempre più fastidio.
Siamo all'interno dello studio di un avvocato newyorkese e Bartleby è l'ultimo assunto, incaricato di scrivere i documenti del titolare. Rispetto agli altri colleghi Bartleby è preciso, taciturno ed infaticabile. All'inizio. Perché poi tutto d'un tratto
Non lo si scoprirà mai. Bartleby viene arrestato e muore in prigione dopo essersi arreso ad un'inspiegabile apatia per la vita.
Pensate che nell'edizione universale economica Feltrinelli Bartleby lo scrivano è lungo 50 pagine ma il libro supera le cento perché l'introduzione di Celati è lunga venti pagine, le lettere di Melville a proposito di questo suo racconto sono 34 e le interpretazioni (!) accumulatesi nel tempo riempiono altre trenta pagine. Insomma cento pagine di tentativi di interpretazioni per un racconto lungo la metà a proposito di un uomo che "non ha nessuna voglia di lasciarsi salvare". Diciamo che dovete essere dell'umore giusto per leggerlo! Se cercate qualcosa di più appassionante cliccate qui!
Vi lascio con questo spunto di riflessione: "non esiste altra potenza della parola che il suo riserbo, la sua capacità di fare silenzio. Nessun discorso sarà mai più potente d'un silenzio in risposta a una domanda che ci è stata rivolta".
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