Dopo aver letto il libro Per fortuna si muore in pieno stile The Truman Show mi è apparso davanti agli occhi questo film che parla ancora di guerra ma non la seconda (e più popolare) bensì la prima guerra mondiale, quella più trascurata sia a scuola che in televisione, quella più lontana nella nostra memoria e che ha visto morire in battaglia oltre 17 milioni di persone..!
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Il protagonista di Niente di nuovo sul fronte occidentale è Paul, un ragazzino tedesco non ancora maggiorenne, che falsifica la firma dei genitori per potersi arruolare insieme ad i suoi amici per combattere per la patria. Dopo un addestramento minimo e l'entusiasmo alle stelle i giovani si ritrovano subito a
patire freddo, fame e... paura. Rintanati nelle trincee, tramortiti da esplosioni e spari, i giovani scoprono sulla loro pelle cosa significhi davvero andare in guerra quando iniziano a vedere sanguinare e morire la gente intorno a loro. A volte però non c'è neanche il tempo per piangere l'amico o il commilitone caduto perché si hanno solo pochi attimi per mettersi in salvo. E la differenza tra vita e morte è spesso solamente questione di (s)fortuna. Ogni settimana sono quasi quarantamila i soldati morti in battaglia ma nessuno degli alti vertici sembra intenzionato ad arrendersi fino alla fine del 1918 quando finalmente i tedeschi, rimasti quasi senza uomini da mandareIl film è abbastanza lungo, forse troppo ma è interessante perché non mostra solo combattimenti ed evita di rifilare agli spettatori gesta eroiche facendo quasi passare il messaggio che in guerra non c'è nulla di eroico.
La prima cosa che colpisce lo spettatore in Niente di nuovo sul fronte occidentale è la fotografia del film che si apre con una ripresa dall'alto di una famiglia di volpi che riposano tranquille prima di venir disturbate dal lontano suono di un'esplosione. E saranno molte le scene "fotografiche" che caratterizzeranno questo film, un alternarsi frenetico tra inquadrature di una natura bucolica e silenziosa poi devastata da polvere da sparo, filo spinato e sangue.
Tutto il film segue il punto di vista di Paul che passa da inesperto pivello alle prime armi mentre spolvera amorevolmente il suo fucile nuovo fino alla scena finale in cui combatte alla morte sporco, stanco, sofferente ed incredulo.
Ci sono altre scene che toccano lo spettatore senza l'uso di parole e retorica tipo il riciclo delle divise dei caduti oppure la raccolta delle medagliette dei morti per il bollettino di guerra.
C'è il contrasto tra il caos del campo di battaglia, il suo incessante rumore e lo sporco che caratterizza le trincee e l'ordine, l'eleganza ed il silenzio dei luoghi in cui si prendono le decisioni in merito alle battaglie.
Viene resa bene l'assurdità di una guerra combattuta con disparità d'armi e a volte senza logica (attacchi lanciati con soldati che avanzavano scoperti verso il nemico per venire falcidiati dopo pochi metri).
E i pochi metri saranno proprio l'oggetto della frase conclusiva di Niente di nuovo sul fronte occidentale in cui viene fatto notare come in quattro e più anni di guerra le linee degli eserciti si spostarono solo di pochi metri lasciando però sul campo oltre diciassette milioni di morti...
C'è poi la scena finale, quella della campana che suona per segnalare la fine delle ostilità in cui francesi e tedeschi, fino ad allora pronti a scannarsi uno con l'altro, si passano di fianco come gatti mogi che si leccano le ferite, ignorandosi. Davvero inquietante e dolorosa.
Come dolorosa è la scena in cui Paul accoltella un nemico (che voleva a sua volta ucciderlo) e poi gli riempie la bocca di sabbia per non sentirlo più gemere e rantolare e poi si dispera e torna da lui e gli libera la bocca, lo conforta, gli da da bere si scusa cercando anche di medicarlo mentre, disperato, scopre che quell'uomo poco più grande di lui aveva una moglie ed una figlia. Cinque minuti davvero difficili da vedere.
Niente di eroico in guerra, questo secondo me il messaggio di fondo di Niente di nuovo sul fronte occidentale che decide di non prendere le parti di nessun partecipante al conflitto, non giudica chi avesse ragione e non erge santi vincitori mostrando una volta di più che in guerra escono tutti sconfitti.
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