E non importa tanto di che guerra si tratti quanto di come, oggi e sempre, le guerre siano eventi atroci in cui civili e soldati sono tristemente solo delle pedine sacrificabili in nome di obiettivi (sempre) poco chiari.
Per fortuna si muore è un romanzo autobiografico di Marcello Magoni, classe 1917 che ha sentito il bisogno di scrivere e pubblicarlo quasi quarant'anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. E le sue centossessanta pagine dovrebbero essere lette a scuola o nei telegiornali quando troppe persone si riempiono la bocca di slogan nauseanti e pochi, reali, interessamenti.
L'autore aveva poco più di venti anni quando fu chiamato a partire per l'Eritrea ed in lui fu sempre acceso il sacro fuoco della difesa della Patria. Il vecchio Marcello sembra guardare indietro con indulgenza verso quel ragazzino la cui testa era stata riempita di ideali e di poca informazione oltre che di poca preparazione (non sapevano neanche i colori degli aerei nemici). Mandato allo sbaraglio insieme a migliaia di altri ragazzi come lui, (si) scopre presto tutta l'impreparazione e l'imperfezione di un'operazione militare condotta senza logica oltre che senza materiali (oltre a non avere al fianco carri armati o aerei di sostegno lui e i commilitoni a volte non avevano neanche un fucile con cui affrontare le missioni!!!). Pochi però sono i soldati che