lunedì 2 maggio 2022

Recensione RACCONTI LONDINESI - di Doris Lessing

Stazionava ormai da qualche anno questo libro, sfasciato, recuperato in una sessione di caccia di libri bookcrossing

Con la copertina sbiadita e rattoppata ma soprattutto con l'importante nome della Lessing stampato a grandi lettere… mi trasmetteva una certa "inquietudine". Non so perché ma avevo paura di aprire le pagine dei Racconti londinesi a trovarmi al cospetto di testi pesanti e difficili da leggere. Vi dirò invece che la sciura Doris mi ha conquistata fin dal primo racconto Debbie e Julie.

Al secondo ho rigirato il libro tra le mani e pensato che mi sarebbe piaciuto leggerli in inglese perché li ho trovati davvero particolari; quanto avrei voluto scoprire i termini originali messi insieme dalla Lessing! Perché si sa che nel "processo di traduzione" si perde un (bel) po' degli intenti originari degli scrittori.

Quello che mi ha colpito di più di questa raccolta di diciotto racconti è la descrizione dei personaggi e la capacità di regalare alla lettrice scene molto realistiche in modo coinvolgente ed appassionante.

Il primo ed il terzo racconto (Debbie e Julie e La madre della bambina in questione) hanno una caratteristica in comune: sembrano quasi dei racconti gialli. All'inizio di entrambi i racconti la Lessing tratteggia una situazione che fa immaginare al lettore una certa trama che… si stravolge alla fine del racconto stesso. 

Nel racconto Passerotti c'è una scena bellissima tra due coniugi al parco. Mentre numerose persone si alternano ai tavolini del bar, la coppia discute sulle tattiche di sopravvivenza degli uccelli azzardando un parallelismo con la situazione di loro figlia. Ad un certo punto la donna si commuove quando un piccolo volatile trova il coraggio per mangiare una delle briciole che lei gli ha preparato e "Lui la guardava. Per la prima volta da quando si erano seduti lì era libero dalla sua prigione d'egoismo e la vedeva veramente. La vedeva non come era adesso, ma come era stata in un momento del passato. Un ricordo…". Questo passaggio mi è piaciuto perché

mi ha fatto riflettere su quante volte diamo per scontate le persone che abbiamo vicine. Nella frase qui sopra leggo di un uomo che rivede per un attimo la donna di cui si era innamorato, quella donna che gli aveva fatto battere il cuore, mentre sta infrangendo un divieto e me lo immagino pensare: come ho fatto a diventare la persona che la rimprovera per dare da mangiare a degli uccelli mentre lei si emoziona per il piccolo che appena sceso dal nido le si è avvicinato? La routine, l'abitudine e la convivenza prolungata a volte fanno perdere l'entusiasmo che aveva caratterizzato i rapporti alle loro origini però quando si rivede la Bellezza della persona che si ama… bè è semplicemente impagabile.

Il racconto Piaceri del parco farà sorridere gli amanti dei cani perché sono tratteggiate alcune situazioni che solo chi ha avuto un cane può riconoscere e comprendere con un sorriso dolce-amaro stampato in faccia. "Ma mentre si allontanano, voltano la testa a guardare gli altri, i cani proibiti. E questo sguardo non è solo malinconico, ma anche perplesso". 

Il racconto Princìpi ha praticamente la stessa trama del film del 2013 Via Castellana Bandera (fortunatamente la lettura dura molto meno!). 

In difesa della metropolitana assomiglia un po' ad un racconto che ho sempre pensato di scrivere (e che in verità penso sia balzato nella testa di ogni passeggero delle metropolitane del mondo) in cui una massa di personalità diverse si incontra per un attimo per poi tornare ognuno al proprio destino. Di questo racconto vi riporto però un passo che non c'entra propriamente con la metropolitana ma piuttosto col vivere sottoterra, riparati, apparentemente al sicuro dai pericoli esterni ma... quasi murati vivi! "Ci sono persone a cui piacciono gli appartamenti seminterrati, li scelgono, tirano le tende, accendono le luci, si ricreano un sottoterra, e a loro la vita in superficie appare pericolosa come l'esistenza quotidiana a un ex carcerato o a chi è rimasto troppo a lungo in ospedale. Si segregano, si costruiscono un luogo in cui tutto è sotto il loro controllo, un luogo tranquillo e nascosto, lontano da sguardi critici, da cui chiudere fuori le incertezze del tempo e i cambiamenti di luce. A meno che il sistema non si inceppi: una perdita di gas, un guasto al telefono". In questo racconto c'è anche spazio per alcune interessanti riflessioni sulla giovinezza e l'abnorme numero di farmacie che punteggiano le vie delle nostre città… ("questa specie è dipendente da sostanze chimiche che vengono mangiate e bevute").


Leggere Racconti londinesi è stato un bel viaggio che mi ha fatto scoprire un'autrice che non conoscevo e soprattutto che mi ha fatto amare ogni parola letta.

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