"Mia madre è un fiume… è un fiume di vecchi ricordi salvati, che ripete a tutti. Ci si afferra forte perché la sua storia non deflagri"
Pubblicato nel 2011, Mia madre è un fiume è un testo diretto ed intimo che fa entrare il lettore in un delicato rapporto madre-figlia che non è mai stato facile per quest'ultima.
Lungo circa centottanta pagine, Di Pietrantonio alterna continuamente ricordi d'infanzia e momenti attuali in cui la malattia non ha distrutto solamente la memoria della madre ma ha anche sconquassato le vite dei suoi cari.
Il punto di vista della figlia non è retorico e ha spesso punte di cattiveria ed insofferenza verso quella madre che non è mai stata capace di amarla come desiderava. Nonostante questo però l'autrice scrive: "Ora posso dirle tutto di noi, senza pietà. Poi dimenticherebbe. Le infliggerei una ferita effimera. Ci fantastico intorno e non me lo invento il coraggio di essere così vigliacca".
"Se avesse il cancro o il diabete non saremmo così cattivi con lei. Non le perdoniamo di aver perso il controllo di sé, di noi". Un pensiero molto crudo che rappresenta realisticamente la rabbia e la frustrazioni di chi ha a che fare con una malattia che disintegra l'essenza della persona che colpisce.
Mia madre è un fiume è un libro che si legge in un giorno o due ed è ricco di frasi molto poetiche, di parole accostate in modo emozionante anche se ha una pecca, per me: manca l'amore. La figlia accudisce la madre (Esperina Viola) quasi con fastidio e l'anziana la tratta con indifferenza. Il desiderio d'amore della piccola è rimasto un desiderio insoddisfatto che non riesce ad evolvere in tenerezza e compassione verso il triste destino della madre.
Il libro riporta in un'epoca lontana e bucolica dove per andare a scuola si camminavano intere ore a piedi, dove nella casina dell'Appennino abruzzese mancava l'acqua e l'elettricità, quando si guardava il cielo per interpretare il meteo e per comprare una radio si facevano i debiti. Potrebbe sembrare un'epoca di povertà, privazioni e sacrifici ed invece ne esce un racconto malinconico di un'epoca si faticosa ma soddisfacente, in cui il lavoro dei campi e con le bestie sfamava le famiglie e non permetteva alle menti di disperarsi per cose futili.
Qui il link con tutti gli altri libri recensiti in ordine alfabetico: buona lettura!
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"Mia madre mi ha educata al sacrificio… Ho disubbidito e sono colpevole per ogni felicità gratuita. Per ogni volta che non ci devo sputare sangue. Misuro l'altezza del mio tradimento"