Quasi tutti lo sanno: "una testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager".
Quindi: #ebrei #campidiconcentramento #campidilavoro #campidisterminio #nazisti #guerra #secondaguerramondiale #tedeschi #ss #lager
Ma si può riassumere così, in due righe, l'esperienza di sopravvissuto a quegli orrori?
La prima volta che ho letto "Se questo è un uomo" avevo quattordici anni e ricordo poco di cosa mi lasciò quel testo. Riprendendolo in mano ho ritrovato tantissime sottolineature ed è stato strano notare come oggi, a venticinque anni di distanza, avrei sottolineato cose diverse. Giustamente però, forse, in fondo la Michy adolescente e quella di oggi sono (quasi) due persone diverse. Qui il link delle recensioni in ordine alfabetico.
Vi confido che sono state tante le volte che mi sono sgorgate le lacrime agli occhi durante la lettura perché, forse per la prima volta, sono riuscita a comprendere davvero le angosce descritte.
Una delle prime è stata nel leggere della notte prima della deportazione quando Levi descrisse "cosa fanno gli uomini quando sanno di dover morire" e le poche righe dedicate alle madri sono di una forza e dolcezza da far traballare ogni cuore.
Penso che "Se questo è un uomo" non sia soltanto la descrizione di un'esperienza in un lager ma sia piuttosto un viaggio all'interno dell'animo umano e di come le persone abbiano reagito alle condizioni inumane imposte loro.
Una delle pagine che mi ha colpito di più è stato quella dedicata al dialogo col sergente Stainlauf relativa al
l'istinto di pulizia. Ha senso, si chiede Levi, lavarsi quando dopo mezz'ora si sarà ancora sporchi di carbone? Ha senso camminare dritti quando si ha l'animo piegato? La risposta dell'amico è stupefacente:Tante volte si è paragonato (giustamente o no) la situazione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale a quella dei non vaccinati odierni. Scandali, polemiche, risentimenti, odio. Io non so quanto sia appropriato il paragone però ho trovato queste frasi inerenti il tatuaggio effettuato all'interno dei lager: "Pare che questa sia l'iniziazione vera e propria: solo "mostrando il numero" si riceve il pane e la zuppa" e mi sono venuti in mente i recenti divieti imposti ai non vaccinati: accesso proibito in banche, poste, bar, ristoranti e perfino posti di lavoro. Anche se ora il tatuaggio non è fisico, apposto sul nostro corpo, comunque per poter usufruire di quei servizi è necessario avere e mostrare un codice identificativo (qrcode) pena… rimanerne esclusi.
Primo Levi era il numero 174 517 e sono sicura non lo andasse a sventolare in giro orgoglioso come vedo fare ai novelli "marchiati" all'ingresso dei ristoranti (che rifiutano indignati il parallelismo). O forse non ci arrivano, mi viene da pensare.
"Se questo è un uomo" fu pubblicato nel 1958 ed è lungo circa centocinquanta pagine. Nonostante le dimensioni ridotte è un grande libro che vi sarà difficile leggere con leggerezza e che dovrebbe far pensare e far venire i brividi a tutti.
L'ultimo capitolo si intitola "Storia di dieci giorni" che è il periodo in cui i prigionieri malati del campo furono abbandonati a loro stessi causa imminente arrivo dei soldati russi. Dei circa ottocento malati, dopo due settimane ne erano rimasti in vita poco più di cento però per la prima volta, inaspettatamente libero, nel darsi da fare per gli altri, lottando ancora per la fame e con le febbri che gli scuotevano il corpo nel gelo polacco Levi scrisse che finalmente si sentì di nuovo un uomo.
Nello stesso volume di questo libro è compreso il testo "La tregua" di cui si conosce meno la trama ma che secondo me non è meno importante per comprendere ciò che accadde in quel tragico e funesto periodo storico. La recensione la troverete a breve a questo link.
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