Ma perché mi ha colpito il titolo? In verità a colpirmi è stato il nome dell'autore, Erich Fromm, i cui aforismi hanno girato spesso nei social negli ultimi due anni. Uno dei più famosi è questo: "L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi".
E sapete una cosa? Questo libro è una vera perla rara che vi colpirà in pieno cuore: oltre che a farvi riflettere sull'amore vi farà guardare con altri occhi le dinamiche della (delirante) società di cui facciamo parte.
C'è da dire che Fromm era uno psicologo, psicanalista e filosofo e quindi questo testo, L'arte di amare, potrebbe non risultare di facilissima comprensione. Meglio: rileggete le pagine e riflettete, che oggigiorno lo fanno in così poche persone…
Per chi volesse leggerlo on-line ne ho trovato una versione PDF a questo link: L'arte di amare (centrosarvas.it). Ed è da questa pagina che riporto alcuni dei passi che ho trovato più interessanti (ma devo dire che ho trovato estremamente stimolante tutto il libro che in versione pocket è lungo solo centosettanta pagine).
Fromm parte da qui: che cosa vuol dire amare? e spiega che: "la maggior parte della gente ritiene che amore significhi "essere amati", anziché amare; di conseguenza, per loro il problema è come farsi amare, come rendersi amabili, e per raggiungere questo scopo seguono parecchie strade". Cosa ne pensate?
Nel capitolo "Amore: la risposta al problema dell'esistenza umana", Erich Fromm scrive delle righe intensissime che è impossibile riassumere quindi riporto integralmente le sue parole: "Quando un uomo nasce, viene sbalzato da
una situazione ben definita, chiara come l'istinto, in una situazione incerta e indefinita. Vi è certezza solo per ciò che riguarda il passato; per ciò che riguarda il futuro, solo la morte è certa. L'uomo dotato di ragione; è conscio di se stesso della propria individualità, del passato, delle possibilità future. Questa coscienza di se stesso come entità separata, la consapevolezza della propria breve vita, del fatto che è nato senza volerlo contro la propria volontà morirà; che morirà prima di quelli che ama, o che essi moriranno prima di lui, il senso di solitudine, d'impotenza di front alle forze della natura e della società, gli rendono insopportabile l'esistenza. Diventerebbe pazzo, se non riuscisse a rompere l'isolamento, a unirsi agi altri uomini, al mondo esterno. Il senso di solitudine provoca l'ansia; anzi, l'origine di ogni ansia. Essere soli significa esse indifesi, incapaci di penetrare attivamente nel mondo che ci circonda; significa che il mondo può accerchiarci senza che abbiamo la possibilità di reagire. Oltre a ciò, è fonte di vergogna e, spesso, di colpa".Pubblicato per la prima volta nel 1956, l'Arte di amare fa parte di quei libri che sembrano arrivati troppo presto sulla Terra per essere compresi pienamente e che però, quasi ottanta anni dopo, sono ancora tremendamente attuali sebbene poco conosciuti.
"Anche nella civiltà occidentale contemporanea, l'unione col gruppo è la maniera più frequente per superare l'isolamento. È un'unione in cui l'individuo si annulla in una vasta comunità, e il suo scopo è quello di far parte del gregge. Se io sono uguale agli altri, sia nelle idee che nei costumi, non posso avere la sensazione di essere diverso. Sono salvo: salvo dal terrore della solitudine. Il sistema dittatoriale si vale di minacce e di terrore per ottenere questa uniformità; i paesi democratici, di suggestione e propaganda".
"La maggior parte della gente non si rende nemmeno conto del proprio bisogno di conformismo. Vive nell'illusione di seguire le proprie idee ed inclinazioni, di essere individualista, di aver raggiunto da sé le proprie convinzioni; e si dà il fatto che le sue idee siano le stesse della maggioranza. Il consenso generale serve come riprova della correttezza delle proprie idee".
"La società contemporanea predica questo ideale di uguaglianza perché ha bisogno di atomi umani simili tra loro, per farli funzionare in una massa compatta: tutti obbediscono agli stessi comandi, e tuttavia ognuno è illuso di seguire i propri desideri. Come la moderna produzione di massa richiede la standardizzazione dei prodotti, così il progresso civile esige la standardizzazione dell'uomo. Questa standardizzazione è chiamata "uguaglianza".
La parte centrale ha messo a dura prova la mia concentrazione ma l'ultimo capitolo, intitolato "La pratica dell'amore" è un condensato di perle che merita davvero una lettura.
Fromm spiega che, come per tutte le arti, anche per quella dell'amore c'è bisogno di:
- disciplina
- concentrazione
- pazienza
- estremo interesse
- sedere in una posizione di relax
- chiudere gli occhi
- cercare di immaginare uno schermo bianco
- respingere figure e pensieri che vengono in mentre
- seguire il proprio respiro
- cercare di avere un senso dell'io
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