mercoledì 26 gennaio 2022

COME UN ROMANZO (recensione) - Daniel Pennac

Perché da piccoli amiamo che ci leggano le storie e poi quando cresciamo odiamo leggere?

A parte la solita scusa nel "non ho tempo, ho troppe cose da fare", vi siete mai chiesti come mai molti ragazzi e adulti non leggano più? Oltre a ciò che questo comporta anche a livello di comprensione dell'immane mole di notizie da cui veniamo ogni giorno subissati e che purtroppo ormai pochi capiscono a volte anzi rifuggono… 

Mi ricordo per esempio che quando è scoppiata la pandemia sono comparsi i DPCM, pagine e pagine di scritti in cui veniva specificato cosa si poteva o non si poteva fare. Che poi fino ad allora poche persone sapevano cosa fosse un DPCM... ma il punto è che i DPCM non erano lunghi mille pagine, al massimo una trentina, eppure conosco poca gente che li abbia letti completamente. Ho avuto pure persone che me ne hanno richiesta una sintesi! E cosa succedeva? Che la maggior parte della gente che non li leggeva, ma che da quei testi era "limitata", si affidava ai giornali o ai telegiornali che riportavano non solo una minima parte del testo ma anche quasi una "rivisitazione". Emblematico il caso dei runner: tutto il mondo ce l'aveva con la gente che andava a correre e... non c'è mai stato scritto da nessuna parte che non si potesse farlo!!!

Spesso chi non legge ha dei brutti ricordi legati (purtroppo) alla scuola, il luogo che - oltre alla famiglia - dovrebbe farci amare questa attività. Che ricordo avete dei libri letti a scuola? Dei libri che, per esempio, vi assegnavano per le vacanze?

link libri recensiti!

Io ricordo che alla fine dell'anno scolastico, alle superiori soprattutto, ci veniva data una lista con una serie infinita di libri che quasi mai nessuno completava. Ci organizzavamo così: ognuna ne leggeva uno e poi ci scambiavamo i riassunti. Anche perché poi, di tutta quella lista di libri, avevamo capito che a settembre non ci avrebbero chiesto nulla. Ora che ci penso era proprio come ha scritto Pennac: ci veniva ordinato di leggere, venivamo "abbandonate a noi stesse" senza nessuno che ci spiegasse quei testi, senza che qualcuno ci aiutasse a vedere la loro "luce". Concetto che Pennac riassume così: "Il fatto è che il piacere di leggere era vicinissimo, imprigionato in quelle soffitte adolescenti da una paura segreta: la paura (molto molto antica) di non capire". 

Avrete già capito che "Come un romanzo" a me è piaciuto tantissimo! E lo consiglio soprattutto a

quei genitori che borbottano amaramente che i loro figli non amano leggere. Quando qualcuno non legge si dice proprio così: non ama leggere. Ci avete mai pensato? La lettura infatti dovrebbe essere un piacere e condivisione!!!

Questo saggio di Pennac parte proprio dalla situazione tipo che quasi ogni famiglia di adolescenti si è trovata ad affrontare: obbligare il figlio svogliato a leggere il libro assegnatogli a scuola. E si chiede cosa è successo al bimbo che ogni sera chiedeva di leggergli qualcosa e che una volta imparato a leggere desiderava mettere gli occhi su tutte le scritte del mondo. 

La cosa confortante è quel bambino (ed il suo amore per la lettura) esiste ancora, bisogna solo trovare il modo giusto per riaccendere la scintilla. Come? Provate a tornare a leggere per loro, leggere ad alta voce. "Ma leggergli un libro ad alta voce non basta, bisogna anche raccontare, offrire i nostri tesori, spiattellarli sull'incolta spiaggia. Udite, udite, e vedete quant'è bella una storia". 

Pensate che George Perros faceva proprio così: arrivava in aula, svuotava la sua borsa colma di libri e... iniziava a leggerne uno, dandogli vita. "Quel professore non inculcava un sapere, regalava quel che sapeva. La cosa più importante era il fatto che ci leggesse tutto ad alta voce! La fiducia che riponeva di primo acchito nel nostro desiderio di capire… l'uomo che legge ad alta voce ci eleva all'altezza del libro. Dà veramente da leggere". 

Il concetto, forse più importante, di "Come un romanzo" è che la lettura viene descritta come un diritto e non come un dovere. E Pennac stila anche 10 diritti del lettore:

  1. Il diritto di non leggere
  2. Il diritto di saltare le pagine
  3. Il diritto di non finire il libro
  4. Il diritto di rileggere
  5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
  6. Il diritto al bovarismo
  7. Il diritto di leggere ovunque
  8. Il diritto di spizzicare
  9. Il diritto di leggere ad alta voce
  10. Il diritto di tacere
Per me questo libro di Pennac è stata una vera boccata d'ossigeno, mi ha regalato dei veri momenti di piacere.
Vi saluto con la conclusione di una bella recensione trovata su Macrolibrarsi"Un libro, questo, che è come un romanzo davvero: piacevole, divertente, ironico, sdrammatizzante. Infatti la conclusione è saggiamente equilibrata: guardiamoci dal credere che chi non legge dovrebbe esser considerato a priori come un potenziale criminale o un idiota perfetto. E' un invito questo ad una tolleranza intellettuale niente affatto trascurabile".

Qui sotto alcune citazioni:

"LA VIRTU' PARADOSSALE DELLA LETTURA E' QUELLA DI ASTRARCI DAL MONDO PER TROVARGLI UN SENSO"


"UNA LETTURA BEN FATTA SALVA DA TUTTO, COMPRESO DA SE STESSI"


"SI COMINCIA MERAVIGLIANDOSI DEL NUMERO DI PAGINE LETTE, E POI SI ARRIVA A SPAVENTARSI DEL POCO CHE RIMANE DA LEGGERE"


"NEL MOMENTO IN CUI MI PONGO IL PROBLEMA DEL TEMPO PER LEGGERE, VUOL DIRE CHE QUEL CHE MANCA E' LA VOGLIA"


"IL TEMPO PER LEGGERE, COME IL TEMPO PER AMARE, DILATA IL TEMPO PER VIVERE"


"LA QUESTIONE NON E' DI SAPERE SE HO O NON HO TEMPO PER LEGGERE (TEMPO CHE NESSUNO, D'ALTRONDE, MI DARA'), MA SE MI CONCEDO O NO LA GIOIA DI ESSERE LETTORE"


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