Il 14 gennaio è uscita su Netflix la terza e (molto probabilmente) ultima stagione di After life. Come avevo scritto in questo post:
AFTER LIFE: la serie tv che parla di lutto e suicidio lasciandovi comunque un sorriso
all'inizio questa serie tv non mi aveva conquistata e l'ho ripresa dopo più di un anno.
Quando però è arrivata la nuova messa in onda ero curiosa di vedere se Tony, il protagonista, sarebbe riuscito a ritrovare la gioia di vivere.
Mini riassunto: Tony è un cinquantenne che ha perso la moglie a causa del cancro e che passa ogni momento libero a rivedere i video che lei gli ha lasciato. Nulla ha più senso per lui e tira avanti solo per prendersi cura dell'amato cane meditando però continuamente di farla finita. Schietto e diretto, fa del cinismo il suo biglietto da visita ferendo spesso anche le persone che faticosamente gli stanno accanto…
Fortunatamente la terza stagione di After Life dura solo sei puntate perché non so se ne avrei viste di più; il protagonista è tornato cinico e pungente come nelle prime puntate ed il suo malumore cosmico e la sua mancanza di delicatezza sono arrivate ad annoiarmi. E' riuscito pure ad allontanare definitivamente Emma (l'infermiera della casa di riposo in cui era ricoverato suo padre).
L'ultima puntata di After life si salva perché si rifugia nel "e vissero tutti felici e contenti" alla fiera del paese. Tirare in mezzo però i bambini malati di tumore con una che si chiama anche come la defunta moglie l'ho trovato incoerente col resto della serie.
La cosa che mi è piaciuta di più di After Life è stato il paesaggio che mi ha ricordato i miei viaggi in Scozia ed in parte anche in Bretagna del Nord.
Curiosità: Tambury, la cittadina in cui è ambientata questa serie tv, non esiste davvero ma è composta da più location.
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