lunedì 13 dicembre 2021

UN SACCHETTO DI BIGLIE - Joseph Joffo

Qualche giorno fa ho scritto un post sui social per parlare di cosa mi ha portato a leggere questo libro. L'ho chiamata coincidenza ma forse va bene pure destino. Leggete e poi fatemi sapere cosa ne pensate voi nei commenti!

Allora: dove abitano i miei genitori c'è una postazione bookcrossing inaugurata da pochi anni e che purtroppo sta già andando allo sfacelo riempiendosi di vecchie enciclopedie e manuali datati. Visto la piega che stava prendendo quel posto era da tempo che non lasciavo lì dei libri, ero demotivata perché i libri erano sempre gli stessi e secondo me qualcuno ci aveva anche fatto pipì vicino, oltretutto mai nessuno di quelli rilasciati è stato registrato nel sito ufficiale. Poi domenica la Titti mi dice di riprovare e quando sono passata di lì non ho trovato un libro interessante ma ben due tra cui proprio questo: UN SACCHETTO DI BIGLIE.

Il titolo di questo libro mi ricordava qualcosa ed infatti ho scoperto che nel 2017 è uscita la (seconda) trasposizione cinematografica. Qui sotto il trailer:


Ma la cosa più strana è stato che quando ho iniziato a leggerlo, domenica 5 dicembre 2021, ho trovato questa pagina che mi ha fatto venire i brividi:


Perché mi ha colpito quel passo di UN SACCHETTO DI BIGLIE?

Il piccolo protagonista parla del momento in cui ha dovuto cucire sui vestiti la stella gialla e dei cambiamenti imminenti nella sua vita. A distanza di 80 anni per molte persone in Italia (e nel mondo) si è arrivati alla stessa discriminazione col decreto legge 172 cosiddetto del "super green pass". Esagerata? "non si può più fare molto: non si entra nei cinema e neppure nei treni, forse non si avrà più nemmeno il diritto di giocare con le biglie, forse non si avrà più il diritto di andare a scuola...".

UN SACCHETTO DI BIGLIE è una storia vera in cui Joseph Joffo racconta la sua infanzia, quella di un bambino ebreo costretto ad abbandonare la famiglia e Parigi per sfuggire ai nazisti. Tra angosciosi viaggi in treno ed interminabili chilometri a piedi, Joseph e suo fratello Maurice sopravvivono appoggiandosi ai

parenti dispersi per la Francia fino a quando non si trovano a doversela cavare da soli. Due ragazzini di poco più di dieci anni che amavano giocare con le biglie e che invece si ritrovano continuamente braccati e perfino lungamente interrogati dalla Gestapo. Solo l'intervento di un prete con un documento falso (e la loro prontezza di spirito) li salva da una deportazione certa e gli lascia finire la guerra in un paesino anonimo presidiato dall'esercito italiano. Quando finalmente le ostilità finiscono entrambi i fratelli hanno un unico desiderio: rientrare a Parigi e riunirsi alla famiglia. Purtroppo però non tutti torneranno a casa (il padre muore ad Auschwitz). 

Joseph Joffo scrisse questo libro quasi vent'anni dopo la fine della guerra, nel 1971, quando aveva dei figli piccoli suoi. Ed è a loro che dedicò questo libro, augurandosi che nessuno di loro dovesse affrontare gli stessi suoi dolori, soprusi e paure.

Un sacchetto di biglie è lungo circa 300 pagine e, nonostante alcuni salti temporali poco chiari, è un libro piacevole e scorrevole soprattutto per l'astuzia ed unione dei due fratelli protagonisti.

Pensare che una famiglia lasci i propri figli di dieci anni attraversare la Francia in treno o a piedi sapendo che le retate di soldati stranieri sono all'ordine del giorno, senza possibilità di comunicare e con pochi soldi sembra un'azione crudele, irresponsabile e inverosimile (soprattutto pensando ai bambini di dieci anni di oggi) eppure durante la guerra molte famiglie furono costrette ad "abbandonare" i propri figli al destino, lasciando che se la cavassero da soli, perché rimanere insieme sarebbe stato troppo pericoloso. 

Perché la guerra la combattono le persone e in nessuna guerra ci sono veri vincitori.

Qui il link con tutti i libri recensiti ordinati in ordine alfabetico per titolo.


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