Quando un amico mi ha regalato questo libro sono rimasta sorpresa dalla foto in copertina della Schiavone perché quasi non la riconoscevo: mi sembrava una persona malata con un volto famigliare ma mai avrei pensato fosse proprio la Schiavone.
Oggi la tennista italiana è guarita ma la cosa che mi ha sconvolto di più è stato scoprire che nel 2019 è stata colpita da un tumore e io non ho visto la notizia da nessuna parte!
A mia discolpa c'è da dire che nell'ultimo anno e mezzo ho "tagliato i ponti" con la Gazzetta dello Sport che si è rivelato una volta di più un quotidiano poco obiettivo, incentrato quasi totalmente sul calcio e che ha dedicato molto spazio ad altro (politica, turismo…).
La notizia della malattia della Schiavone è stata quindi per me un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Di lei ho chiara in testa l'immagine di donna allegra, forte, guizzante, vincente cristallizzata quasi nella sua vittoria più prestigiosa: il Roland Garros del 2010.
Il libro "La mia rinascita" l'ho letto in due giorni e l'ho trovato leggermente confusionario con i ricordi che si alternano ai pensieri senza seguire un filo temporale. Quello che mi rimane, e che mi ha fatto commuovere di più, è stato l'amore che traspare per i suoi genitori: davvero delle bellissime pagine che riflettono un legame forte ed importante.
Per quanto il tennis, mi ha colpito il capitolo in cui parla di quando è arrivata in finale al Garros e... non voleva andare a giocarla. Non me l'aspettavo proprio! Eppure pensate che
è capitato anche ad un altro tennista che alla fine non si è presentato in campo mentre lei non solo ha trovato il coraggio di giocare ma ha anche vinto!Interessante la sua analisi successiva alla vittoria, benedetta e maledetta allo stesso tempo, dopo cui per un lungo periodo ha perso tantissime gare ai primi turni.
Molta parte del suo libro poi logicamente è dedicata alla scoperta della malattia (un tumore maligno) appena sei medi dopo aver dato l'addio al tennis (e poco tempo dopo che anche sua madre era stata colpita da un bruttissimo male) e che oggi pare fortunatamente debellata.
Simpatico invece è il suo atteggiamento di insofferenza alla lentezza altrui in quella che definisce la sua terza vita ovvero quella post tennis e post malattia; una persona abituata a reagire il più velocemente possibile in campo che scopre come la burocrazia possa essere estremamente lenta ed estenuante. La nuova vita di Francesca Schiavone la vede infatti impegnata nella gestione di un locale a Milano zona Navigli che si chiama Sifa e che è una bottega/bistrot che ha aperto insieme a Sileni. E Sileni chi è ?
A pagina 19 la Schiavone scrive: "quello che mi ha tenuto viva nell'ultimo anno e nei momenti più duri è stato immaginare il futuro insieme a Sileni".
Quindi si sottintende che Sileni sia la sua compagna, fidanzata, chiamatela come volete ma rimane comunque la persona che ama. Mega gossip, quindi? Coming out ufficiale? Diciamo che la Schiavone non etichetta mai Sileni ma le parole che le dedica sono sempre e solo d'amore. Quindi si, la Schiavone è lella. Questa scelta di far quasi finta di nulla mi ha fatto riflettere parecchio: se avesse scritto la mia fidanzata Sileni sarebbe cambiato qualcosa? Come dovrebbe essere fatto un coming out? E' giusto far finta di niente, buttarla lì "ho aperto un locale con Sileni" come se fosse scontato chi è quella donna per lei?
Alla fine penso che sia stato molto bello che Francesca Schiavone abbia scritto della sua relazione in modo così naturale: Sileni fa parte della sua vita, anzi è gran parte della sua vita, c'è un evidente sentimento e... cosa avrebbe dovuto dire di più? Forse qualche dettaglio su come si sono conosciute o quando ha capito che era scattato qualcosa avrebbe soddisfatto il desiderio di gossip e curiosità dei lettori ma è proprio nel non condividere quelle cose che ho trovato la forza e la naturalezza del loro legame. Nelle ultime pagine del libro la Schiavone si apre totalmente e scrive qualcosa di ancora più forte e speciale: "e soprattutto ho percepito nei suoi occhi, nei suoi gesti, in ogni singola parola, l'amore". Una dichiarazione più bella di così avrebbe mai potuta farla? Non credo.
Per me la Schiavone rimarrà sempre la leonessa del tennis, un'atleta che mi ha fatta gioire ed essere orgogliosa di essere italiana: grande Fra!
Ora la sua terza vita è una nuova, delicata, avventura: il "dopo" è sempre difficile per le persone che hanno dedicato così tanta parte della loro esistenza allo sport o forse semplicemente è un'incognita che però ha la fortuna di vivere con una Famiglia speciale. In bocca al lupo leonessa.
Ps
A livello di tennis inteso come allenamenti, dieta, avversarie c'è poco e questo mi ha deluso un pochino
#libro #libroschiavone #librofrancescaschiavone #libroleonessa #schiavonelaleonessa #schiavonerolandgarros #librosportivo #librotennis #francescaschiavonetennis #librosportivo #autobiografia #autobiografiaschiavone
Nessun commento:
Posta un commento