Ecco questo è il caso di "Non ora, non qui" il primo libro di Erri De Luca, pubblicato a fine anni '80.
Ho letto questo libro dopo averlo trovato grazie al bookcrossing attirata dal commento di Raffaele La Capria nella quarta di copertina: "leggendo questo libro che rievoca i momenti di un'infanzia trascorsa a Napoli e per sempre scomparsa, ho ripensato a quell'immagine struggente che dice con assoluta e trasparente immediatezza il dolore per la vita che tutto cancella e ci rende estranei a noi stessi e al nostro passato". Non era poetico?
Il testo di De Luca si è rivelato però per me abbastanza difficile da seguire, oltre che da apprezzare, perché la composizione delle sue frasi, seppur piacevole se presa parola per parola, non mi è risultata scorrevole.
"Non ora, non qui" è il racconto autobiografico dell'autore che viaggia con la mente dopo aver preso in mano una foto che
ritraeva sua madre da giovane, davanti ad un autobus. Il testo prosegue sulla scia dei ricordi di questo bimbo balbuziente nato a Napoli nel dopoguerra con due genitori abbastanza severi che gli ripetevano spesso di impegnarsi di più e di non fare casino. Al centro delle riflessioni di De Luca c'è la madre, sicuramente amata ma allo stesso tempo temuta.Questo libro si può definire un viaggio nei ricordi di una persona che tenta di renderli accessibili ai lettori ma che secondo me non trova il modo per trasmetterli al meglio. Solo novanta pagine ma che mi sono sembrate cinquecento ed un finale particolare che mi ha riempita di inquietudine (nella foto la madre è ritratta davanti ad un autobus su cui si intravede un uomo dietro il vetro. Quell'uomo sull'autobus, quell'uomo che sta morendo senza essere visto dalla donna attraverso il vetro, è suo figlio).
Se qualcuno di voi l'ha letto e vorrebbe parlarne per aprire i miei orizzonti l'ascolto molto volentieri!
Cit. "Si cresce tacendo, chiudendo gli occhi ogni tanto, si cresce sentendo d'improvviso molta distanza da tutte le persone".
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