“Kate” è uno dei film più recenti aggiunto al catalogo Netflix e ha come co-protagonista Woody Harrelson, attore classe 1961, divenuto famoso con i famosissimi film “Proposta indecente” e soprattutto “Natural Born Killers”. La protagonista di “Kate” è Mary Elizabeth Winstead che personalmente ho trovato poco credibile nel ruolo di assassina (col taglio di capelli è migliorata).
Di
cosa parla questo film?
“Kate”
è una mix tra “Nikita” e “Leon”: la protagonista è una killer che, poco dopo
aver detto al suo capo di voler abbandonare il suo lavoro, viene avvelenata col
polonio-204 e nelle sue ultime ventiquattro ore di vita va in giro per una
città giapponese a spargere vendetta (con ai piedi le Onitsuka Tiger (bianche)
come Uma Thurman in Kill Bill).
Il
fatto è che una volta visto “Kill Bill”, “Nikita”, “Leon” e qualsiasi altro
film o serie tv sui killer che uccidono su commissione, si è già un po’ visto
tutto. Per dire: la scena che mi è piaciuta più di “Kate” è quando la
protagonista ruba un’auto che si rivela un videogioco ambulante: luci neon la avvolgono
e la fanno risplendere nelle scure e trafficate strade nipponiche. Quindi la
trama di “Kate” è scontata: c’è questa killer dal cuore di ghiaccio e la mano
ferma che si scioglie davanti alla ragazzina a cui aveva ucciso il padre pochi
mesi prima. Pesantemente debilitata dalla sostanza radioattiva, Kate riesce
comunque a trascinarsi per la città facendo fuori una cosa come trenta uomini
da sola (scene violente e molto realistiche, fin troppo forse). Il fatto è che
dopo dieci minuti dall’inizio del film viene detto allo spettatore che la neo-conosciuta
Kate morirà entro 24 ore e quindi ci si chiede già perché si stia guardando un
film la cui protagonista morirà di lì a poco. Ammetto che per alcune decine di
minuti ho pensato (e sperato) che autori e sceneggiatori avessero pensato ad un
antidoto ma – spoiler-
… l’antidoto non ci sarà e Kate morirà davvero a fine pellicola scoprendo proprio sul finale di essere stata tradita dal suo amico e capo che l’aveva raccolta bambina dalla strada per farla diventare una killer. Alla fine di questo film i sopravvissuti, come gli spettatori, saranno pochi.
Insomma "Kate" è un qualcosa di già visto che non aggiunge nulla di interessante al filone di film delle donne assassine. Peccato, avrebbero sicuramente potuto fare di più.
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