oggi vi racconto di una graphic novel particolare che, partendo dall'osservazione della natura intesa come ambiente/paesaggio, arriva a riflettere sulla natura umana in modo delicato e originale.
Il titolo originale è: Gast
© 2014
Come avrete potuto subito notare, la traduzione italiana del titolo non c'entra niente con l'originale; forse perché, se tradotto letteralmente, sarebbe stato fuorviante e poco carino? Nel corso del fumetto scopriamo infatti che gast è il nome femminile dei cani ovvero cagna (che in italiano assume una connotazione volgare o comunque negativa). Ma perché Carol Swein ha scelto quella parola? Dopotutto la protagonista non è un cane ne:
- una cantante stonata
- una donna di facili costumi
- un pesce
- uno strumento per afferrare i cerchioni
- una bugia
la protagonista di "Quello che voleva essere" è Helen, una ragazzina appena trasferitasi con la famiglia da Londra in un paesino di campagna gallese. Disperata? Neanche per sogno! Taccuino alla mano, Helen passa le giornate ad osservare il paesaggio e gli animali. Quando l'uomo delle uova le riferisce che uno strano animale si è tolto la vita, Helen inizia ad indagare sulle sue motivazioni scoprendo che Emrys non era:
- un uccello raro
- un uomo comune
con le sue domande ai vicini Helen scopre infatti che Emrys era un contadino che non aveva amici e si tingeva i capelli di colori assurdi (oltre a truccarsi come una donna). E come scopre queste cose Helen? Parlando con gli animali della fattoria del deceduto: prima con i cani da pastore, poi con il montone zoppo ed infine con la venditrice Avon conosciuta al suo funerale (di cui sono le due uniche partecipanti). E saranno proprio i cani da pastore a chiamarla Gast certo non per offenderla ma per "inquadrarla" a modo loro.
Perché Emrys si è tolto la vita rimane un mistero. Nel libro si fa intendere che non è normale che un uomo si trucchi, soprattutto se è un uomo gallese che fa il contadino/allevatore. Helen però rimane colpita dal gesto di quella persona sconosciuta e, trovata una sua fotografia di quando era bambino, la incolla sul suo taccuino delle annotazioni riprendendo le sue osservazioni.
Il fumetto di Carol Swain ha la capacità di far quasi percepire la lentezza della vita nella campagna gallese, posto in cui a quanto pare è ancora il ritmo della natura a farla da padrone. Sono numerose le vignette senza parole dal taglio decisamente cinematografico (guardate l'immagine qui sotto). Se gli sfondi mi sono piaciuti molto (ho particolarmente apprezzato le sfumature), non mi sono piaciuti per niente i tratti con cui vengono disegnate le persone: sono praticamente tutti uguali con pettinature diverse e sguardi inquietanti (mi sembravano delle varianti degli spiriti del film d'animazione "la città incantata" detti no face o kaonashi).
In generale è stata una buona lettura che avrei apprezzato maggiormente se fosse stata a colori e con qualche scambio umano in più.
Qui il link: Fumetti! con tutti i graphic novel recensiti.
Se invece volete qualche consiglio su libri da leggere: libri recensiti oppure libri sui cani.
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