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All'inizio c'è stata la paura: siete ancora in zona rossa, pericolo! Dall'altra parte c'era il sollievo di chi era in zona verde e si sentiva (più) libero; poi la speranza è stata tolta del tutto perché evidentemente chi prende le decisioni pensa che siamo davvero un popolo di minorati e quindi: il verde incoraggia comportamenti scellerati, da oggi il verde sarà giallo (andatevi a leggere il libro "1984", vi prego!!!).
Quindi verde(speranza) scomparso e il giallo il nuovo verde? Dai cioè pensateci: ma davvero?!
Per ogni colore diverse restrizioni, per ogni settimana nuovi cambiamenti col risultato che anche quando si potrebbero fare le cose (uscire dal proprio comune, andare a mangiare al ristorante ecc.) non lo si fa più perché "non so cosa posso fare, mica rischio di prendere la multa".
Ecco la nostra vita è diventata un semaforo: noi stiamo qui aspettando che diventi verde ma
nel frattempo lei, la nostra vita e il nostro limitato tempo su questa Terra, scorre.Ho trovato un bel pensiero, semplice, preciso ed essenziale di Giorgio Agamben nella sua rubrica Quodlibet (ciò che piace):
Di che colore è la notte?
Il criterio fissato dal governo per determinare il colore della nostra vita è 50 casi su 100.000 per settimana. Dal punto di vista statistico si tratta di una percentuale di rischio estremamente bassa, pari allo 0,5 per mille. Come è possibile che gli uomini, per un rischio che resta basso anche se proiettato sull’intero anno, accettino di rinunciare non solo alla loro libertà, ma anche a tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta: al contatto con gli altri esseri umani, allo sguardo posato sui loro volti, alla memoria e alle feste celebrate gioiosamente insieme? Sentinella, di che colore è la notte?
Giorgio Agamben
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