© 2010
http://www.teessport.com/table-tennis-books- c14/bounce-by-matthew-syed-p5884 |
titolo originale: Bounce - The myth of taklent and the power of practice
Talentuosi si nasce o si diventa?
Se qualcuno vi dicesse che il talento non è iscritto nei geni ma è l'allenamento che rende esperti di un'attività (che sia uno sport, le lingue, la matematica…), voi ci credereste?
Matthew Syed inizia il suo libro "Bounce" raccontando la sua esperienza personale: un bambino come tanti altri diventato però pluri-campione d'Inghilterra di tennis tavolo (anche olimpionico). Quali abilità speciali aveva? Molto onestamente Syed risponde che… non aveva nessuna abilità speciale ma che il suo talento è stato frutto di circostanze speciali tra le quali:
- aver avuto un tavolo da ping pong in garage quando nessuno dei suoi amici ce l'aveva
- aver avuto un fratello maggiore con cui battagliare a tutte le ore del giorno e della notte
- aver avuto un ottimo allenatore nella scuola vicino a casa
- aver avuto le chiavi di un club di ping pong aperto ventiquattro ore al giorno trecentosessantacinque giorni l'anno!
Che Syed sia però stato troppo modesto nel raccontarsi? (qui trovate anche un video inglese su youtube che riassume Bounce).
Nel suo libro descrive anche le storie e le vite di altri sportivi illustri, moderni fenomeni che noi guardiamo come atleti inarrivabili (The iceberg illusion) perché crediamo dotati di un talento superiore fin dalla nascita senza sapere che invece ognuno di loro ha avuto alle spalle una quantità di ore di allenamento che definire inquietanti a volte è poco. Qualche esempio?
- Sapevate che Tiger Woods ha fatto la sua prima uscita ad un torneo di golf a diciotto mesi?
- E che Mozart ha iniziano a studiare musica a tre anni, con suo padre (compositore e musicista)?
- Le sorelle Williams hanno iniziato a giocare a tennis a 4 e 3 anni
- Andre Agassi colpiva ogni giorno (ogni giorno) duemila e cinquecento palline
La teoria di Syed in Bounce è quella divenuta famosa con lo psicologo Anders Ericsson e detta delle "diecimila ore" che sarebbe la quantità di ore necessaria ad
arrivare al top dell'attività scelta (nel libro Syed approfondisce la teoria dicendo che l'allenamento deve essere mirato, consapevole e continuamente alla ricerca di superare i propri limiti).Se diecimila ore vi sembrano poche, pensate allo sport che state facendo e provate a calcolare quanti anni vi ci vorrebbero per raggiungere diecimila ore di allenamento…
Prima di quest'anno non avevo mai sentito parlare di Matthew Syed, ex campione britannico di tennis tavolo, ora giornalista ed autore dei seguenti libri:
- Se sbagliamo ci sarà un perché
- The Greatest: What Sport Teaches Us About Achieving Success
- sei una forza
- Rebel Ideas: The Power of Diverse Thinking
- Dare to be you
- Il mito del talento
- Paradossi della mente
- riflessioni approfondite
- a diciotto anni, i migliori violinisti dell'Accademia musicale di Berlino si erano allenati circa diecimila ore in dieci anni; quelli bravi si erano allenati ottomila ore. E quelli meno bravi… si erano allenati quattromila ore!
- i migliori giocatori di hockey canadesi sono nati nei primi mesi dell'anno. Casualità? (No, il processo di selezione inizia quando gli atleti hanno otto anni. I bambini vengono scelti per annata quindi possono giocare insieme i nati a Gennaio 2016 e quelli di Dicembre dello stesso anno. Questo cosa comporta? che quando i bambini sono piccoli i mesi di vita vissuta fanno la differenza in termini di sviluppo ed esperienza. Un bambino selezionato giocherà poi il triplo delle partite, con compagni più forti ed allenatori più bravi, rispetto ad un bambino non selezionato. Calcolate voi dopo cinque anni la differenza in termini di quantità e qualità!)
- Mozart era davvero un bambino prodigio? quello che oggi è unanimemente considerato il suo primo capolavoro è il Concerto n°9 per pianoforte, composto quando aveva… 21 anni. Fenomeno si ma non bambino prodigio perché erano esattamente diciotto anni dopo che Mozart aveva iniziato ad allenarsi con la musica insieme a suo padre, a sua volta musicista e compositore!
- Tiger Woods iniziò ad allenarsi prima ancora di essere in grado di camminare e parlare. A due anni partecipò al suo primo torneo. A quattro anni iniziò ad essere allenato da un allenatore professionista.
- Venus e Serena Williams hanno iniziato a giocare a quattro e tre anni allenate dal loro padre. L'allenamento spesso consisteva nel colpire le palle contenute in un carrello. Della spesa. Oltre CINQUECENTO. E quando finivano? Ri-iniziavano! Una particolarità di alcuni allenamenti^ usavano mazze da baseball invece che racchette da tennis..!
- Andre Agassi colpiva ogni giorno 2,500 palline quindi 17,500 alla settimana e circa un milione in un anno. Poi è diventato un drogato che è riuscito a sistemarsi solo dopo aver smesso col tennis ma questo è un altro discorso (vedi autobiografia OPEN)
- Le sorelle Polgar: Susan, Sofia e Judit, le vere regine degli scacchi - nel 1969 il loro padre, Laszlo Polgar, (psicologo) decise di realizzare un esperimento che definire audace è poco: cercò moglie tramite posta e con lei mise in atto il suo esperimento: mettere al mondo un figlio campione del mondo. C'è riuscito con tutte e tre le figlie, le più grandi giocatrici della storia degli scacchi (hanno battuto anche i più grandi campioni uomini di scacchi!!!). ALLENAMENTO, PERSEVERANZA E PASSIONE.
- nel 1896 lo psicologo A. Binet fece un esperimento: confrontò le abilità di fare calcoli a mente di alcuni bambini prodigio nella matematica e di alcuni cassieri dei negozi Bon Marchè. Quattordici anni di esperienza in cassa portarono alla vittoria i cassieri!
- l'allenamento deve essere stimolante: "solamente lavorando su qualcosa che non sei capace di fare puoi trasformarti nell'esperto che vuoi diventare".
- la pattinatrice Shizuka Arakawa è caduta almeno ventimila volte durante i suoi cinque anni di preparazione alle Olimpiadi del 2006. Ah: in quell'edizione ha vinto l'oro… Perché non ha mai mollato? Perché dopo tutte quelle cadute non ha smesso? perché non ha interpretato tutte quelle cadute come un fallimento!
- Michael Jordan: “Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”.
- Picasso, un genio. Ma sapete quanti disegni preliminari aveva fatto di Guernica? quarantacinque
- IL PARADOSSO DELL'ECCELLENZA E' CHE E' COSTRUITA SULLE FONDAMENTA DEL NECESSARIO FALLIMENTO
- NON E' IMPORTANTE L'ERRORE MA COME TU REAGISCI ALL'ERRORE - Nick Bollettieri
- IL DUBBIO E' LA CAUSA FONDAMENTALE DELL'ERRORE NELLO SPORT - Timothy Gallwey in The Inner Game Of Golf
- trasformazione cerebrale - corpo e mente possono essere radicalmente alterati con il giusto metodo di allenamento (vedasi musicisti e tassisti di Londra!)
- l'importanza dei feedback
- scintille e mentalità cambia vita
- il potere delle parole: elogiare lo sforzo più che l'intelligenza!
- il fallimento della Enron
- l'effetto placebo: l'incredibile storia di Jonathan Edwards forse il più forte saltatore triplo della storia che da fervente credente (che non ha partecipato ad una finale mondiale perché caduta di domenica, giorno santo) è diventato un ateo convinto
- la maledizione del soffocamento e come evitarla: quando ci si gioca l'evento della vita… come gestire lo stress e le proprie emozioni
- i rituali degli sportivi: a cosa serve la scaramanzia
- perché i grandi campioni si sentono miserabili dopo la vittoria: nessuno ti prepara al vuoto, alla depressione che spesso colpisce un campione dopo una grande vittoria.
- illusioni ottiche
- il caso del volo Eastern Air Lines Flight 401 che cadde il 29/12/1972 a causa di una concentrazione mal indirizzata di pilota e co-pilota (prima di atterrare si accese una spia che indicava che le ruote non erano scese. I due piloti erano così concentrati sulla spia che non si accorsero di aver disinstallato il pilota automatico e di star perdendo quota vertiginosamente. Solo quando erano a sette secondi da terra compresero la situazione ma era ormai troppo tardi. Morirono 101 persone e poi si scoprì che il carrello funzionava ma la spia no!)
- il doping nello sport: il caso di Heidi Krieger
- i neri sono corridori superiori? è una generalizzazione imprecisa (infatti i migliori corridori di resistenza arrivano per la maggior parte da una piccolissima zona del Kenya vicino Eldoret). Alcuni studi hanno dimostrato che non c'entra la genetica quanto il fatto che molti di quei corridori siano nati in luoghi di alta altitudine (in cui la rarefazione dell'aria forza il corpo a produrre più ossigeno) e che per andare a scuola dovessero fare circa venti chilometri al giorno a piedi! per quanto riguarda invece i corridori di velocità alcuni studi hanno suggerito come i successi sportivi degli Africani-Americani sono la conseguenza non di pool genetici particolari ma di disuguaglianze nelle opportunità " i neri sono portati allo sport professionistico a causa delle barriere ad entrare in altre sfere della vita economica".
Io l'ho letto tramite te che me lo traduceva. Libro veramente bello con storie interessanti e soprattutto tutte le persone che hanno a che fare con un insegnamento (che sia sportivo scolastico musicale etc) dovrebbe leggere.
RispondiEliminaPeccato non ci sia in italiano.