Un libro di Zerocalcare è un po' come il pane per noi italiani: non può mai mancare in tavola. Peccato solo che ultimamente abbia preso l'abitudine di pubblicarlo in prossimità del Natale facendomi venire il dubbio che l'uscita dell'ennesimo tomo sia più un'esigenza contrattuale che un'urgenza di creare.
E l'impressione mi è rimasta anche dopo aver finito di leggere "Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia" che è composto da quattro racconti precedentemente pubblicati su varie riviste (come Internazionale e L'Espresso) e solo uno è completamente inedito: Il Castello di cartone che racconta di come è stato creare una serie televisiva per Netflix (Strappare lungo i bordi).
Il primo racconto si intitola "Lontano dagli occhi lontano dal cuore" e tratta della situazione delle carceri italiane durante la pandemia e delle rivolte che ci sono state al loro interno di cui io ammetto di non aver mai saputo nulla. Nell'immagine qui a destra qualche dato di "una guerra che ci scorre accanto, nascosta solo da un muro".
Il secondo racconto, intitolato "Romanzo sanitario" tratteggia una storia di (mala) sanità territoriale ovvero della chiusura di Villa Tiburtina, per anni ASL di una zona di Roma, che non è stata più ripristinata e che ha visto invece proliferare nelle vicinanze centri privati "col risultato che l'ambulatorio pubblico più vicino sta a chilometri di distanza e che per accedere alle cure primarie, o per fare cose di prevenzione, tipo un pap test, devi fà una corsa ad ostacoli in giro per la città, che può durare mesi".
Il terzo racconto si chiama "La dittatura immaginaria" e contiene 10 cose banali messe in fila sulla cancel culture.
Il quarto racconto si intitola "Etichette" e ci accompagna nel viaggio dell'autore nel
E' un'antologia di storie del terrore composta da 9 racconti la maggior parte dei quali in forma di fumetto.
I titoli sono:
Andato - due amici si sfidano ad entrare in una casa abbandonata e a non fare ritorno saranno più persone…
L'esperimento del dottor Carp - indagine a cura di Hellboy che scopre un suo inquietante coinvolgimento in un altro spazio-tempo
L'abbazia di Thurnley - fantasmi molto fisici infestano una casa da incubo
Un piccolo favore - i nuovi proprietari di una casa in cui sono morte delle persone richiedono l'intervento di un esorcista senza sapere che lui… lavora per gli spiriti
Forever - un furbacchione si fa fare un tatuaggio e scappa prima di pagare investendo anche il tatuatore in cerca del pagamento. Pochi giorni dopo si accorge però che il tatuaggio prende vita e si espande su tutto il corpo. Un altro tatuatore si offre di togliergli la maledizione ma... è il figlio del morto che uccide il furbacchione e si tiene la sua pelle in ricordo..!
La casa all'angolo - un bambino alle prese con le case infestate
Salva spiriti - intervista al medium Larry Dreller
Bugie, morte e delusioni olfattive - un ragazzino deve metabolizzare la morte di un compagno di classe poco popolare
Randagio - anche i cani hanno gli incubi (e solo col lavoro di squadra riescono a liberare lo spirito di un loro simile intrappolato sottoterra)
un libricino carino che si legge velocemente e che vi farà viaggiare con la fantasia per qualche ora.
Questo film lo potete vedere su Netflix col titolo originale: The Unforgivable. E a differenza di molti altri titoli recenti della piattaforma di streaming questo secondo me è un buon film.
Protagonista ancora, dopo tanti anni, una Sandra Bullock davvero convincente capace di rendere umano e verosimile il suo controverso personaggio.
Ruth esce di prigione dopo vent'anni e la nuova vita è brutta e difficile come quella di prima: condivide una stanza con tre tossiche e ha un doppio lavoro: di notte in pescheria, di giorno falegname per una ONG. Stringe amicizia con un collega che però quando scopre il motivo della sua detenzione non vuole più avere nulla a che fare con lei e viene seguita, a sua insaputa, dai figli del poliziotto che ha ucciso. Per una fortunosa coincidenza scopre che il nuovo proprietario della sua ex casa è un avvocato e gli chiede di aiutarla per contattare la sorellina che non vede da tutto quel tempo. I genitori adottivi di Katie però non vogliono che Ruth rientri nella sua vita ma una svolta inaspettata permetterà alle due donne di ri-intrecciare i loro cammini…
The Unforgivable è bello perché non mostra la protagonista come una povera vittima ma
In occasione di una svendita sul sito del Libraccio sono venuta a conoscenza di questo libro che ho pagato pochissimo e che si è rivelato molto interessante. Qui il link con tutti i libri recensiti.
Pubblicato nel 2016, Utero in affitto è un testo dal tema molto attuale anche se per la maggior parte delle persone italiane potrebbe essere forse un argomento poco conosciuto.
Dopo una prefazione affidata a Marcello Pamio ed un'introduzione a cura dell'autrice stessa, Utero in affitto si compone di 8 capitoli:
Siamo rane o tacchini?
Il dibattito sulla maternità surrogata in Italia
Le femministe si dividono. La carta di Parigi
Il business low cost del mercato dei bambini
Eugenetica da supermercato. Derive distopiche e danni psicologici
Psicoreato. La retorica buonista non accetta intromissioni
Il mito del progresso. Dalla nuova Atlantide al Mondo Nuovo
Orizzonte post-umano. La creazione dell'uomo artificiale
Il concetto chiave è che nel processo della maternità surrogata o dell'utero in affitto si considerano solo i diritti dei futuri genitori e non quelli degli eventuali figli. Oltre al fatto che relegare la donna a "forno" per sfornare bimbi per altre famiglie non sia etico sotto nessun punto di vista.
La cosa però che più mi ha lasciato perplessa dell'analisi, comunque veramente ben fatta, della Perucchietti è che dipinge solo negativamente gli aspetti di questa tecnica di riproduzione sorvolando, più o meno volontariamente, sul fatto che le persone che vi usufruiscono potrebbero essere comunque brave persone e buoni genitori.
L'idea alla base è: se la natura non ti ha concesso di avere figli (perché omosessuale o perché sterile o con deficit fisici) dovresti accettarlo senza ricorrere ad esperimenti di eugenetica.
In duecento pagine Enrica Perucchietti è capace di
La trama del film è scontata ma almeno non il suo finale. Il problema però è che nella trama sono presenti dialoghi e situazioni così assurdi da diventare fastidiosi. Per non parlare di Di Caprio che nella sua nuova versione over size e piena di tic è insopportabile. A salvarsi solo Jennifer Lawrence, unica persona al mondo credo a stare bene con quel taglio di capelli (guardate la foto qui a destra presa dal sito Don’t Look Up: Jennifer Lawrence jokes that filming ‘horrific’ scene was ‘worst day of my life’ – Premium Newspaper).
Ma qual è la trama di "Don't look up"?
Kate è una studentessa di astronomia che scopre una cometa pericolosamente in avvicinamento alla Terra. Appena avvisa il suo prof Mindy, si mettono a fare i calcoli e Kate ci aveva azzeccato: la cometa colpirà la Terra nell'arco di sei mesi! I due scienziati avvisano l'ufficio della difesa planetaria che riesce ad ottenere udienza alla Casa Bianca dove i loro studi vengono sminuiti e snobbati così Kate e il prof partecipano a dei programmi televisivi per provare ad allertare la popolazione col risultato che
Frances è una paralegale che passa una quantità immane di ore a lavorare, senza una vita sociale e con un'insonnia grave. Condivide l'appartamento con Vickie, un'aspirante attrice che parte per Hollywood per l'occasione che aspettava da una vita. E lei? Il duro lavoro l'ha ripagata: è stata promossa ma si chiede se è davvero quello che vuole dalla sua esistenza mentre Peter l'aspetta sulla porta…
Dopo aver letto questa graphic novel di Hartley Lin, autore canadese, ho deciso di leggere qualche altra recensione on-line e ne ho trovate di carine, sicuramente più approfondite e dettagliate della mia:
nonostante quei pareri a me, "Come la gente normale", non è piaciuto molto . E vi spiego perché: per prima cosa Frances non vive bene. Si lamenta sempre, ha mille pensieri e
Titolo originale: EL AMOR EN LOS TIEMPOS DEL COLERA
La storia inizia negli ultimi anni dell'Ottocento a Cartagena, città magica e sensuale e ripercorre cinquant'anni di vita del protagonista, un uomo che aspetta per mezzo secolo l'unica donna che ha amato. Tempo e luogo in cui c’erano dei confini molto rigidi tra le classi dominanti e quelle inferiori.
Fiorentino Ariza è un impiegato telegrafista, un uomo malinconico e posato appassionato di poesia. È innamorato di Fermina Daza, ma il padre di lei non approva l’unione e la giovane viene data in sposa a Juvenal Urbino, il ricco medico della città. Il matrimonio di Fermina e Juvenal, partito senza amore, diventerà con il tempo e le avversità un rapporto solido e felice. Florentino si butterà a capofitto nel lavoro per poter essere degno dell’amore di Fermina e inizierà una brillante carriera all’interno dell’azienda dello zio, la Compagnia Fluviale dei Caraibi.
Nonostante la folla di amanti che accumulerà negli anni, Florentino si sentirà legato solo a Fermina. E aspetterà decenni per vedere realizzato il suo amore: alla morte di Juvenal, Florentino dichiarerà di nuovo a Fermina il suo amore e lei, dopo tanti anni di indifferenza, accetterà le sua attenzioni. Insieme faranno un viaggio in uno dei battelli della Compagnia Fluviale di Florentino.
Oliver eredita nel frattempo una somma di denaro, e scopre che Monks è in realtà suo fratellastro. Quest'ultimo vorrebbe uccidere Oliver per intascare interamente l'eredità, ma il piano viene sventato in tempo. Alla fine, la banda dei ladri verrà finalmente sgominata dalla polizia e Oliver sarà adottato da Mr. Brownlow, presso la cui casa potrà finalmente trovare serenità.
"Un volume che si potrebbe definire enciclopedico per il numero di temi sviluppati, ma che per la profondità e l'acutezza delle analisi esposte assume il valore di saggio sociologico fondamentale per la comprensione della società americana. Chicago rappresenta per l'autore il paradigma dell'evoluzione del capitalismo statunitense e, per estensione, dell'intero occidente. Seguendo la fulminea parabola (iniziata poco più di un secolo fa) della metropoli dell'Illinois si possono ricostruire i passaggi che hanno portato alla globalizzazione dei processi produttivi e finanziari. D'Eramo affronta la storia di Chicago con lo sguardo attento a scoprire le tracce sovrapposte delle trasformazioni che si sono succedute, per coglierne gli elementi fondamentali. 1. Il rapporto tra i nomi e le cose. Caratteristica di ogni settore, anche quello della produzione artistica, è la furia
Sottotitolo "Come ho affrontato la partita più dura della mia vita".
Quando un amico mi ha regalato questo libro sono rimasta sorpresa dalla foto in copertina della Schiavone perché quasi non la riconoscevo: mi sembrava una persona malata con un volto famigliare ma mai avrei pensato fosse proprio la Schiavone.
Oggi la tennista italiana è guarita ma la cosa che mi ha sconvolto di più è stato scoprire che nel 2019 è stata colpita da un tumore e io non ho visto la notizia da nessuna parte!
A mia discolpa c'è da dire che nell'ultimo anno e mezzo ho "tagliato i ponti" con la Gazzetta dello Sport che si è rivelato una volta di più un quotidiano poco obiettivo, incentrato quasi totalmente sul calcio e che ha dedicato molto spazio ad altro (politica, turismo…).
La notizia della malattia della Schiavone è stata quindi per me un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Di lei ho chiara in testa l'immagine di donna allegra, forte, guizzante, vincente cristallizzata quasi nella sua vittoria più prestigiosa: il Roland Garros del 2010.
Il libro "La mia rinascita" l'ho letto in due giorni e l'ho trovato leggermente confusionario con i ricordi che si alternano ai pensieri senza seguire un filo temporale. Quello che mi rimane, e che mi ha fatto commuovere di più, è stato l'amore che traspare per i suoi genitori: davvero delle bellissime pagine che riflettono un legame forte ed importante.
Per quanto il tennis, mi ha colpito il capitolo in cui parla di quando è arrivata in finale al Garros e... non voleva andare a giocarla. Non me l'aspettavo proprio! Eppure pensate che
Per chi conosce il fumettista Zerocalcare guardare questa serie tv è un must per gli altri… dovrebbe diventarlo.
Solo che un'intrattenitrice vista su facebook mi ha fatto riflettere quando ha chiesto: cosa ne pensate della serie tv di Zericalcare? e prima che qualcuno potesse rispondere ha detto: non mi interessa, non è che mi dovete fare la recensione di tutto. Che poi effettivamente è vero, no? Non c'è bisogno di una recensione o opinione di qualsiasi cosa ma... a me piace scrivere e mi piace Zerocalcare quindi oggi vi beccate comunque due parole sulla sua serie tv 😁
si vede su Netflix
Zerocalcare doppia tutti i personaggi tranne l'armadillo (voce di Valerio Mastandrea). Nessuna delle due voci mi fa impazzire
sei episodi di circa venti minuti l'uno
bella.
Molte scene e situazioni sono familiari a chi ha già letto qualche opera del fumettista romano (che ha appena pubblicato anche Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia), capace come pochi di dar voce a pensieri ed ideali di una generazione (specialmente quella degli anni ottanta). L'atmosfera è molto simile a quella fatta vivere dal suo primo libro (nonché uno dei miei preferiti) La profezia dell'armadillo.
In tutti i lavori di Michele Rech/Zerocalcare c'è malinconia, inadeguatezza ed amicizia. Il trio composto da lui, Sarah e Secco è un gruppo simile a quello in cui tanti siamo stati eppure che pochi hanno saputo conservare fino all'età adulta.
Quante volte l'abbiamo pensato o ce lo siamo sentiti dire: cogli l'attimo!
A proposito di attimi c'era anche un film che si chiamava "L'attimo fuggente". La sua scena più commovente è anche la più famosa, quella in cui gli studenti salgono sui banchi per dimostrare solidarietà ed affetto al professore espulso. C'è una scena prima di quella però, molto interessante, quando il prof chiama gli studenti a salire sulla sua cattedra dicendo loro: "è proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva". Un invito che mi sembra super attuale, no?
E così nel mio percorso di lettrice ed essere umano ho comprato questo libro del mistico Osho che si intitola appunto "Cogli l'attimo" (in inglese Selected discourse on meditation by Osho) che propone metodi, esercizi, testi e stratagemmi per ritrovare l'armonia dentro di sé.
Il libro è diviso in otto parti ed è davvero una lettura interessante per chi vuole provare a togliere la testa da sotto la sabbia e guardare in faccia la realtà che lo circonda ma anche la realtà che è dentro di sé. Cosa che forse a volte spaventa di più.
C'è un paragrafo intitolato "Il primo bagliore" che potrebbe irritare qualche religioso (partendo da una frase di Nietzsche "Dio è morto", Osho esprime il suo particolare pensiero
Il detective Ambrose capita sulla scena di uno strano incidente stradale all'interno di un bosco: qualcosa non quadra e solo la sua puntigliosità rivela che il conducente poteva essere salvato e che quindi il passeggero è accusato di omissione di soccorso ed omicidio. Appena Ambrose incontra Jamie tra i due scatta qualcosa: pare quasi che le reciproche fragilità si riconoscano e il detective si mette in testa di scoprire la verità su quella notte. Prima fa rintracciare il telefono di Jamie poi lo pedina e finisce addirittura ad alcune feste con lui. Insomma non lo perde di vista un attimo per il terrore che l'indiziato possa colpire ancora. Cosa che puntualmente accade mentre Ambrose è appostato davanti a casa sua, assopito…
Quello che Ambrose scopre è il legame assurdo tra Jamie e Nick, la vittima. Amici fin dai tempi della scuola, Nick aveva l'abitudine di far decidere al destino tramite un origami con numeri e parole. Tra le sue "imprese" anche quella di gettarsi da un ponte verso un fiume pieno di rocce. I due si erano persi di vista per anni ma alla vigilia della
Guy de Maupassant pare abbia detto: "Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno".
Ed è con questo aforisma che apro il post di oggi, ricordo di un viaggio che non doveva neanche iniziare e che invece mi ha regalato scoperte ed emozioni stupende.
Grazie a Cam ho avuto la possibilità di conoscere molte delle isole croate più famose, ognuna unica a suo modo:
Ugljan, detta anche l'isola delle olive, non mi attirava con grandi aspettative: volevo rilassarmi e godermi il mare, la natura e l'estate. E così è stato.
La bellezza delle isole croate è che nascondono delle vere e proprie perle al di là di strade sterrate e tortuose: bisogna avere solo il coraggio (o l'incoscienza) per affrontarle. E magari non con una station wagon, che è meglio 😂
Il posto di cui vi racconto oggi, Sveti Mihivil, è una fortezza del 13° secolo eretta dalla Repubblica Veneziana 265 metri sopra il livello del mare. Come per XXX è una meta abbastanza gettonata dai turisti verso il tramonto perché il panorama è davvero commovente.
Arrivare a Sv. Mihovil però non è così semplice: dalla strada principale che taglia in due l'isola Ugljan, all'altezza di Preko, bisogna svoltare a gomito verso una stradina dalla pendenza importante. Ci sono dei cartelli marroni ad indicarvi la via. Il manto della strada all'inizio è cemento senza particolari buche ma
oggi vi parlo di una serie tv di qualche anno fa, Forever, che ho scoperto solo in questi giorni emi è piaciuta subito perché mi ha ricordato vagamente una delle mie serie tv preferite ovvero The Good Place.
Questa serie, che potete trovare su Amazon Prime video, è composta da una sola stagione di 8 episodi di circa mezz'ora l'uno.
L'attrice protagonista è Maya Rudolph che… era nel cast dell'ultima stagione di The Good Place.
Oscar e June sono una coppia di mezza età felicemente sposata. Parlano molto e fanno quasi tutto insieme. Una delle cose che amano di più è andare alla casa del lago a pescare. Un anno però June decide di cambiare e andare in montagna. La novità scombussola solo brevemente la coppia che si butta con entusiasmo nell'avventura di imparare a sciare. Finiti in un gruppo di bambini, June viene allontanata perché spintona un ragazzino maleducato mentre Oscar affronta la prima discesa da solo ma perde il controllo e finisce contro un albero.
La seconda puntata ci rivela che quello di Oscar non è stato un banale incidente ed infatti si vede June disperata che riversa il dolore per la morte del marito sulla commessa di un negozio di elettronica. June decide così di dare una scossa alla sua vita e si propone per un nuovo lavoro solo che non trova il coraggio di affrontare il colloquio. Il destino sembra però andarle incontro e ottiene una promozione insperata.
Nella terza puntata, proprio quando June sta per iniziare il lavoro dei suoi sogni, muore soffocata da una nocciolina!
Una tragedia via l'altra? In verità "Forever" non vi da il tempo per rimanerci male perché June si risveglia davanti ad Oscar che l'accoglie entusiasta dicendole benvenuta, sei morta!
Il nuovo posto, l'aldilà, in verità non esiste: è un sobborgo disabitato a causa di un problema di muffa. Le "anime" quindi vivono sulla stessa Terra dei viventi e occupano ognuno una casa diversa con all'interno tutte le cose che gli piacciono.
Oscar e June riprendono il loro rapporto da dove erano rimasti, facendo tutto insieme ma senza mai allontanarsi troppo dalla fontana che li fa stare bene. Purtroppo però ogni giorno è uguale all'altro: mangiano, passeggiano, giocano, fanno vasi e parole crociate. Sempre e solo le stesse cinque cose. Solo che mentre Oscar è soddisfatto di questa monotona routine, June è disperata e si intrufola nella casa della nuova vicina Kase per provare un'emozione nuova.
"Forever" prende una piega interessante, a parte la sesta puntata* che è di una pesantezza cosmica. Volete sapere come va a finire? Andate avanti ma occhio: spoiler!
La bellezza di questa serie tv sta nel fatto di riuscire a far dubitare lo spettatore sull'idea del "per sempre" per poi sorprenderlo nuovamente nel finale. Idealmente tutti siamo portati a seguire e desiderare l'amore unico con cui passare tutta la vita. Ma "Forever" ti domanda: sei davvero sicuro di voler rimanere insieme alla persona da te scelta per l'eternità?
Anche una coppia affiatata come quella di Oscar e June sembra traballare davanti al pensiero dell'infinito perché se in vita avrebbero avuto la possibilità di prendere altre strade e fare altre scelte, nell'aldilà sembrano "condannati" all'unione eterna.
C'è un momento, sul finale di questa serie tv, che secondo me segna una svolta (e che per me è stato molto emozionante e commovente): Kase dice a June che non ricorda più che lavoro faceva e... neanche l'amica se lo ricorda più. Di fronte all'evidenza che i loro ricordi stanno svanendo, June sente che non tutto quella ha vissuto era brutto e che non vuole dimenticare quindi scappa via e... be ma mica posso svelarvi proprio tutto!
La prima stagione di Fleabag era stata tra le serie tv più acclamate degli ultimi anni. A me aveva convinto poco e così ho lasciato passare qualche tempo prima di vedere la seconda stagione il cui punto forte rimane, senz'altro, la protagonista (ed ideatrice) Phoebe Waller Bridge.
Sia questa che la prima stagione le ho viste in lingua originale con i sottotitoli in italiano e devo dire che ho faticato spesso a seguire i discorsi dei protagonisti per il loro accento particolare. Penso di essermi anche persa qualche doppio senso che la traduzione italiana non è stata in grado di rendere ma così sulle prime vi dirò che questa seconda stagione di Fleabag mi è piaciuta più della prima.
La protagonista sta iniziando ad avere successo con il suo cafè ma non ha risolto i problemi familiari. La sorella fatica ancora a rivolgerle la parola dopo che suo marito l'ha baciata e la "matrigna" è più odiosa di sempre e le fa un quadro ritraendola… di spalle!
Nel cast c'è una new entry: il prete che sposerà suo padre e di cui, ovviamente, Fleabag si innamora.
Ma, come nella prima stagione, anche in Fleabag 2 non c'è
Visto come sta andando il mondo forse bisogna iniziare a correre ai ripari 😅
Dopo che ci hanno tartassato con serie televisive sugli zombies (The walking dead è solo un esempio) e sulle guerre nucleari o ci hanno fatto appassionare a programmi come nudi e crudi e che segretamente tutti siamo diventati ammiratori di Bear Gryllsperché non provare a capire in prima persona cosa serve per accendere un fuoco o come orientarsi senza bussola?
Quella di Bertuccini è una guida tascabile che potrebbe tornare utile in situazioni estreme o di emergenza ed è suddivisa in questi capitoli:
Come vestirsi
Equipaggiamento
Affardellamento
Reperire acqua
Per segnalare la propria posizione a distanza
Orientamento
Cenni sui venti e sul clima
Kit indispensabili
Reazioni psicologiche delle vittime alle catastrofi
Alimentazione
L'arte di preparare il fuoco
Come cucinare
Insomma in poco più di cento pagine ci sono dei consigli che potrebbero tornare utili anche per i trekking in montagna perché troppo spesso si parte a casaccio, impreparati rischiando di incorrere in qualche incidente evitabile.
Interessante la parte degli indispensabili in cui Bertoccini fa un elenco dettagliato del kit di pronto soccorso omeopatico.
Sono sicura che poi, una volta che l'avrete letto, organizzerete anche voi il vostro kit di sopravvivenza da tenere in auto (o in casa, come faceva Sheldon di The Big Bang Theory).
Poche canzoni mi fanno emozionare come "Dov'è" de Le Vibrazioni. Ed ora vi spiego perché.
Ogni volta che l'ascolto mi riporta ai giorni in cui l'ho sentita per la prima volta, giorni che purtroppo coincidono con un momento non felice ovvero la morte di Ali, il papà di una delle mie ragazzine della pallavolo con cui giocavo a tennis.
Era il febbraio 2020 e davvero sembra un mondo ed una vita fa. Quel giorno pieno di sole al funerale c'erano tantissime persone, penso più di trecento. Il sagrato della chiesa era stracolmo di persone desiderose di testimoniare affetto alla sua famiglia e rispetto per lui.
Il Festival di Sanremo era finito da poco e questa canzone mi era piaciuta subito e si è incollata indelebilmente ai miei ricordi; il suo testo mi continuava a tornare in mente quel pomeriggio durante il funerale mentre guardavo la figlia del mio amico, una ragazzina di tredici anni, circondata da coetanei disperati ma ancora umani, che tentavano a loro modo di farla sorridere o che rimanevano lì impacciati, mandati avanti dai genitori incapaci di esprimere parole adeguate. Incapaci come tutti davanti alla morte, d'altronde.
Perché la morte lascia sempre tutti senza parole, perché poi la morte di una persona giovane fa ancora più male e perché noi coetanei realizzavamo una volta di più quanto fosse effimera la nostra esistenza.
Dov’è dov’è dov’è dov’è dov’è Dov’è dov’è La gioia dov’è dov’è dov’è dov’è Dov’è dov’è dov’è Mi chiedo dov’è quel giorno che non sprecherai Il cielo rosso, l’orizzonte e l’odio arreso al bene Dov’è Mi chiedo dov’è
Cerco di capire quello Che non so capire
Quindi questa canzone mi smuove dentro ed ogni volta mi fa interrogare sulla vita; ed allo stesso tempo mi fa sorridere e ripensare ai momenti divertenti che ho passato con Ali e la sua famiglia, mi riporta ad un periodo
Qualche giorno fa ho scritto un post sui social per parlare di cosa mi ha portato a leggere questo libro. L'ho chiamata coincidenza ma forse va bene pure destino. Leggete e poi fatemi sapere cosa ne pensate voi nei commenti!
Allora: dove abitano i miei genitori c'è una postazione bookcrossing inaugurata da pochi anni e che purtroppo sta già andando allo sfacelo riempiendosi di vecchie enciclopedie e manuali datati. Visto la piega che stava prendendo quel posto era da tempo che non lasciavo lì dei libri, ero demotivata perché i libri erano sempre gli stessi e secondo me qualcuno ci aveva anche fatto pipì vicino, oltretutto mai nessuno di quelli rilasciati è stato registrato nel sito ufficiale. Poi domenica la Titti mi dice di riprovare e quando sono passata di lì non ho trovato un libro interessante ma ben due tra cui proprio questo: UN SACCHETTO DI BIGLIE.
Il titolo di questo libro mi ricordava qualcosa ed infatti ho scoperto che nel 2017 è uscita la (seconda) trasposizione cinematografica. Qui sotto il trailer:
Ma la cosa più strana è stato che quando ho iniziato a leggerlo, domenica 5 dicembre 2021, ho trovato questa pagina che mi ha fatto venire i brividi:
Perché mi ha colpito quel passo di UN SACCHETTO DI BIGLIE?
Il piccolo protagonista parla del momento in cui ha dovuto cucire sui vestiti la stella gialla e dei cambiamenti imminenti nella sua vita. A distanza di 80 anni per molte persone in Italia (e nel mondo) si è arrivati alla stessa discriminazione col decreto legge 172 cosiddetto del "super green pass". Esagerata? "non si può più fare molto: non si entra nei cinema e neppure nei treni, forse non si avrà più nemmeno il diritto di giocare con le biglie, forse non si avrà più il diritto di andare a scuola...".
UN SACCHETTO DI BIGLIE è una storia vera in cui Joseph Joffo racconta la sua infanzia, quella di un bambino ebreo costretto ad abbandonare la famiglia e Parigi per sfuggire ai nazisti. Tra angosciosi viaggi in treno ed interminabili chilometri a piedi, Joseph e suo fratello Maurice sopravvivono appoggiandosi ai
Di Jobs, prima di leggere questo libro, non sapevo molto. Per una serie di fattori non sono neanche mai stata una fan della Apple anche se ho sempre ammirato i loro prodotti dallo stile inconfondibile ed unico.
Seicento pagine sono tante e a volte sono state anche pesanti, soprattutto quando Isaacson si è soffermato sui dettagli tecnici del lavoro di Jobs in merito alla progettazione e programmazione dei pc. Metteteci poi il fatto che da questo libro Jobs ne esce si come un genio ma anche come uno stronzo di prima categoria che ci ho messo quasi due settimane a finirlo.
Il 7 Dicembre 2021, cito dalla pagina YouTube di Radio Radio TV, si sono svolte le audizioni sul ddl 2463 (d-l 172/2021 - obblighi vaccinali e rafforzamento certificazioni verdi #Covid-19). In Commissione Affari costituzionali è stato audito anche il professor #MarcoCosentino. A fine post il video completo.
Vi riporto alcune tra le spiegazioni più interessanti:
la vaccinazione non sia in grado di prevenire il contagio (2'10")
in media, anche nel momento migliore della copertura vaccinale, la trasmissione del contagio in un vaccinato è circa
Ogni tanto mi piace tornare ragazzina e guardare qualche film horror ma non troppo splatter e così ho scoperto questo film "The conjuring - il caso Enfield" che pareva anche essere tra i più apprezzati dalla gente on line e... è piaciuto anche a me.
Quello che purtroppo non sapevo però è che questo è il secondo capitolo di quella che è diventata una saga di film horror, fortunatamente tutti abbastanza slegati tra loro a parte… i protagonisti.
The conjuring - il caso Enfield si apre durante una seduta spiritica con la protagonista, Lorraine Warren, che fatica a ritornare dal mondo degli spiriti dove è stata attirata in uno scantinato da un'entità vestita da suora con i denti insanguinati (davvero inquietante). La seduta finisce lì ma Lorraine scoprirà presto che quella presenza non si è staccata da lei finendo anche per presentarsi negli incubi del marito. Quando in una città vicina avvengono degli inquietanti casi paranormali, Lorraine e suo marito Ed si mettono in cammino con i loro strumenti per capire se effettivamente la casa della famiglia Hodgson sia infestata da spiriti maligni. La capofamiglia riferisce che la casa è sconquassata da strane presenze e che una delle figlie ha visto un mostro che addirittura l'ha morsa. I Warren vorrebbero aiutare gli Hodgson ma
L'inverno è la stagione dei forti venti, della neve, del ghiaccio e della pioggia e il vostro cane potrebbe quindi non è essere il suo più grande fan. I cambiamenti climatici potrebbero rendere le passeggiate e le attività canine un po' più difficoltose. Oltre a far indossare un "cappottino" al tuo cane ricordati di proteggere anche le sue zampe questo inverno.
Taglia i peli tra i cuscinetti
E' facile per i peli lunghi riempirsi di neve o ghiaccio rendendo così camminare doloroso. Così, assicurati di tagliare i peli tra i cuscinetti. Se non sei sicura su come farlo, consulta un toelettatore.
Stivaletti
Considera di acquistare delle calzature se vivi in un'are dove nevica spesso o fa molto freddo. Quando gli metti le scarpette/stivali calcola bene la misura e inizia con brevi passeggiate. Se il tuo cane non ha mai messo delle scarpette introducile lentamente e... premialo spesso.
Proteggi le zampe
Non solo i lubrificanti per le zampe prevengono le crepe della pelle causate dall'aria fredda e secca dopo le passeggiate, ma possono formare uno strato di protezione da ghiaccio, rocce e terreni accidentati. Un sottile rivestimento di prodotti come Bag Balm, Musher's Secret o anche solo vaselina aiuterà il tuo cucciolo.
Manutenzione post passeggiata
In inverno, dopo una passeggiata, controlla e sciacqua le zampe del tuo cane. Sale, antighiaccio e altre sostanze chimiche sono molto frequenti sulle nostre strade. L'Anti freezer è tossico per i nostri cani e può causare una insufficienza renale con un minimo quantitativo ingerito.
Evita il ghiaccio sottile
Anche se potrebbe sembrare divertente correre su un lago o ruscello ghiacciato è veramente pericoloso. Scivolare e procurarsi lesioni muscolari è solo l'inizio. Quindi… divertitevi ma fate attenzione.
Asciugateli sempre - quando tornate a casa dopo una passeggiata sulla neve o sul ghiaccio ricordatevi sempre di pulire le sue zampe ed asciugargli la pancia
niente "parrucchiere" nei mesi freddi - salvo circostanze estreme, non si dovrebbe mai tagliare il pelo del cane in inverno. I loro peli lunghi e spessi sono vitali per proteggerli dal freddo. Se il vostro cane ha il pelo corto considerate di fargli indossare un cappottino o una felpa che gli copra anche il collo
fatelo dormire al caldo - fai in modo che il tuo cane dorma in un posto caldo, staccato dal pavimento e lontano dagli spifferi. Una cuccia accogliente con una coperta ed un cuscino è l'ideale
bisogni: se avete cani giovani o anziani considerate che nei periodi più freddi potrebbero non voler uscire e quindi potreste andargli incontro provvedendo a mettere in punti dedicati delle traversine per i loro bisogni
fateli entrare in casa: i cani addomesticati abituati a vivere nelle cause possono subire maggiormente gli sbalzi della temperatura e ammalarsi più facilmente se lasciati per troppe ore al freddo e al gelo
occhio al guinzaglio: l'inverno è la stagione in cui si perdono più cani perché non ritrovano i propri odori. Controllateli sempre e fate loro indossare le targhette di riconoscimento
cerchiata di rosso l'area del Parco dei Lagoni di Mercurago
Ecco il video girato al Parco dei Lagoni di Mercurago: accendete l'audio:
Questa gita con il cane è stata improvvisata: una mattina mi sono svegliata e ho deciso di andare a fare una gita in un posto nuovo, così ho aperto google maps e ingrandito le aree verdi. Quella che mi ha ispirato di più è stata questa del Parco dei Lagoni di Mercurago e così... pronti, partenza, via!
Se arrivate da Milano sappiate che per un tratto potreste farete pedemontana, l'autostrada lombarda senza caselli e col pedaggio che si deve poi pagare su internet. Nota: avete quindici giorni di tempo per farlo, segnatevelo.
Di questo parco, purtroppo, non esiste un sito ufficiale ma se volete qualche notizia in più potete consultare questi siti:
Nove perfetti sconosciuti si incontrano in una clinica ognuno per guarire dalle proprie ferite emotive. C'è chi ha perduto un parente, chi è stato lasciato dal compagno e chi abusa di antidolorifici. Per ognuno di loro Masha ha pronto un protocollo a base di frullati speciali che li porterà a capire cosa conta davvero nella loro vita.
Miniserie di Amazon Prime Video che (fortunatamente) è sviluppata in sole otto puntate di circa cinquanta minuti l'una.
Il cast ha nomi di richiamo come Nicole Kidman (la protagonista), Michael Shannon, Luke Evans e Manny Jacinto (Jason in The Good Place) ma gli attori che mi sono piaciuti di più sono quelli che conoscevo meno ovvero Melissa McCarthy e Bobby Cannavale.
L'idea all'inizio non mi era sembrata male e la trama mi aveva incuriosita ma dopo sei puntate ero ancora incredula che fosse stata sceneggiata così. Davvero tutto qui? Dove vuole arrivare 9 perfect strangers? Alla settima puntata mi è cascata la palpebra e all'ottava
Come ogni lettrice appassionata che si rispetti anche io ho la mia bella lista di libri da leggere prima di morire 😅. In verità la lista non è una sola ma ne ho una per diversi "ambiti": fumetti, narrativa, cinofilia, benessere… e la cosa bella è che ognuna di quelle liste è in continuo aggiornamento. La prima cosa che mi viene in mente è un aforisma di Frank Zappa: così tanti libri, così poco tempo.
Quello di Hemingway, Addio alle armi, è un libro che rientra in mille-mila lite e l'ho letto velocemente ma mi sono serviti alcuni giorni per "elaborare" il contenuto. La descrizione migliore si trova nella quarta di copertina dell'edizione che ho letto della Oscar Mondadori del 1991 con introduzione e traduzione di Fernanda Pivano. Leggete qui:
Lo stile con cui è scritto questo libro di Hemingway, pubblicato nel 1929, è un mix di autobiografia ed invenzione: lo scrittore americano infatti guidò le ambulanze destinate al fronte italiano verso la fine della Prima Guerra Mondiale e rimase ferito proprio come il protagonista!
Il tenente Frederic Henry guida le ambulanze per trasportare i feriti della prima linea agli ospedali da campo più vicini. La situazione sembra in stallo, con gli eserciti fermi e schierati sui monti, fino a quando una bombarda colpisce inaspettatamente il gruppo di Henry. Quando il tenente si alza in piedi nota le profonde ferite alle gambe e il collega Passini dilaniato davanti a lui. Viene curato sul posto ma le sue ferite richiedono cure più specifiche e viene condotto a Milano dove viene operato per recuperare la funzionalità del ginocchio. In quest'ospedale ritrova Catherine Barkley, infermiera che aveva conosciuto sul fronte e con cui instaura una relazione clandestina. I due si amano per i tre mesi di convalescenza del ferito prima che quest'ultimo venga richiamato a servire l'esercito. Quando Henry ritrova i vecchi "colleghi" c'è qualcosa che è cambiato in lui, forse la razionale consapevolezza dell'inutilità di questa guerra. Nonostante la situazione sembri ancora in stallo l'esercito improvvisamente deve battere in ritirata ed Henry deve guidare la sua ed altre ambulanze al distaccamento più vicino. La strada scelta però si rivela più impervia del previsto ed è costretto ad abbandonare il mezzo in una strada fangosa e ad unirsi all'enorme folla di umanità che sta cercando di sfuggire dal nemico. Durante la marcia
Ci sono momenti in cui la tristezza cade addosso così forte che non si riesce quasi più a muoversi e respirare, no?
Uno dei miei rimedi per non farmi approfondire la conoscenza del davanzale del mio balcone al sesto piano è la Musica.
In una delle mie notti a scandagliare i video musicali ho scoperto questa perla che mi ha fatto vibrare in tutto il corpo e pensare: la musica, come la vita, è bella.
Ecco a voi la versione di Stand by me interpretata dai Lucky Chops, un gruppo newyorkese di quasi solo strumenti a fiato: alzate il volume e fatevi trascinare dall'interpretazione passionale di questi originali ragazzi americani!
Tra le cose che saltano più all'occhio c'è il fatto che è un video girato all'interno di una metropolitana. E nessuna delle persone ferme a guardare indossa una
Sono passati anni dall'ultima volta che avevo visto Dexter: era su una barchetta in alto mare. E nel mio post Dexter 8° stagione di Ottobre 2016, avevo scritto: "Il finale paraculo lascia aperta la possibilità che un giorno questa serie possa ricominciare". Ed avevo ragione: Dexter è tornato nella nuova miniserie di Showtime intitolata Dexter new blood.
Che questa sia davvero la fine delle "imprese" di uno dei serial killer più famosi delle serie tv? Staremo a vedere nei 10 episodi di Dexter new blood. Comunque: sono passati 8 anni dalla fine delle riprese e nella faccia del protagonista Michael C. Hall si vedono tutti.
La trama di questo Dexter (new blood) riprende col protagonista che ha cambiato nome in Jim Lindsay, e si è trasferito a Iron Lake, una minuscola cittadina dello stato di New York. Qui Jim/Dexter fa il commesso in un negozio di armi ed è fidanzato con una poliziotta. Ogni mattina Jim si alza, da da mangiare alle sue pecore e poi corre nel bosco col fucile in spalla per
Dimenticatevi dottor House e preparatevi a non voler più entrare in una sala operatoria: la prima puntata della miniserie Dr. Death vi terrorizzerà più di un film horror (perché troppo spesso purtroppo ci si dimentica che a volte la realtà è peggiore della finzione!).
Dr. Death è una serie tv che ricostruisce l'operato di Christopher Duntsch, neurochirurgo americano ora imprigionato e condannato al carcere a vita per lesioni gravi ad un'anziana (oltre che per aver causato gravi danni a 33 pazienti su 38 operati in due anni!). Potrà ottenere la libertà vigilata nel 2045 a settantaquattro anni.
Dopo aver visto tutte e otto le puntate di Dr. Death però non sono riuscita a capire se Duntsch fosse un criminale o un incompetente. E nonostante sia stato condannato pesantemente mi sono chiesta: era davvero lui l'unico colpevole?
Ad inizio puntata viene specificato che i fatti narrati sono ispirati a fatti realmente accaduti ma, logicamente, ricostruiti e quindi in un qualche modo "romanzati". Sta di fatto che alcune persone sono davvero morte dopo le operazioni di Chris Duntsch e molte altre sono rimaste gravemente debilitate (un amico addirittura è diventato quadriplegico).
Qui un servizio della CNBC:
Poco sopra ho scritto: era davvero l'unico colpevole? perché quello che Dr. Death mette in luce non è solo un dottore arrogante con manie di protagonismo ma anche una totale mancanza di vigilanza e sostegno da parte delle strutture ospedaliere. La sala operatoria viene mostrata come un ambito in cui una persona ha
(anche) oggi vi parlo di un libro che ho conosciuto grazie al bookcrossing ovvero "Vacanze matte" dello scrittore americano Richard Powell. Parto subito col dirvi che il titolo originale è "Pioneer, go home!" che c'entra poco con la traduzione italiana che ha storpiato, senza rendere al meglio, il tema di questo libro (qui il link recensioni libri in ordine alfabetico).
I protagonisti di "Vacanze matte" infatti sono i Kwimper, una particolare famiglia del New Jersey che ha deciso di stabilirsi su un terreno della Columbiana dopo aver imboccato una strada vietata al pubblico. Rimasti a secco con la benzina, decidono di accamparsi arrangiandosi come possono: filtrano l'acqua dal terreno, pescano al fiume, dormono su foglie di palma. La vita è semplice e si sentono come moderni pionieri (lo dicono a pagina 33 della traduzione italiana). Citando dal dizionario Treccani: pionière s. m. [dal fr. pionnier (der. di pion, che ha il sign. e l’etimo dell’ital. pedone), nell’accezione assunta da questa parola nel sec. 19° («chi comincia a sfruttare territorî vergini», «chi apre la via al progresso»). La traduzione italiana del titolo punta l'attenzione invece sull'aggettivo e sostantivo matto: le vacanze non sono matte nel senso di pazze - particolari ma sono i protagonisti che sono matti. Toby, incalzato dall'assistente sociale che gli chiede se qualcuno l'ha mai chiamato idiota risponde così: "non è che noi Kwimper siamo pazzi, ma solo che siamo diversi dagli altri".
Un'altra cosa da sapere sul libro "Vacanze matte" è che fu pubblicato nel 1959 quindi situazioni e modi di fare bisogna contestualizzarli a quell'epoca.
"Pioneer, go home!" è pieno di trovate originali che