immagine dal sito www.fumettologica.it |
La trama di Scheletri parte da un balzo nel tempo: si va infatti indietro di vent'anni quando Michele Rech era iscritto all'università ma passava cinque ore di fila sulla metro per non frequentare. Durante gli infiniti viaggi da un capolinea all'altro Zero conobbe Arloc, un writer che portò scompiglio nella sua vita. Una sera addirittura trovò fuori di casa un dito di una mano! Dopo vent'anni Zero scopre di chi fosse quel dito e soprattutto che non è facile liberarsi dei propri scheletri se… si è all'interno di una fossa comune!
L'ambientazione e lo stile sono quelli tipici dell'autore romano di Rebibbia, con l'aggiunta di due new entry (Arloc e Lena),
Qui le recensioni di alcuni dei suoi precedenti lavori:
Eppure non mi è piaciuto come gli altri suoi fumetti. Come mai?
Perché l'ho trovato deludente nella trama e nei comportamenti del protagonista. Se fa sorridere la descrizione della difficoltà maschile di aprirsi per confidare i propri sentimenti, mi ha lasciata di stucco la "confessione" di non aver chiamato Secco quando quest'ultimo è diventato papà. Che se fosse vera per me sarebbe una cosa
vergognosa (il suo migliore amico diventa papà e lui, sentendosi "indietro" o "immobile", non sa come gestire la situazione quindi… non la gestisce affatto e lo evita).Ma, dopotutto, questo strano sentimento verso i suoi amici ed i cambiamenti è una delle caratteristiche dei suoi ultimi lavori (vedasi Macerie prime e Macerie prime parte seconda), situazioni spesso comuni a molte persone.
Ciò non toglie quello che rimane per me il merito più grande di Rech: riuscire sempre a creare immagini che rappresentano sentimenti vissuti da tutti noi lettori. Infatti anche se non ho trovato "Scheletri" tra i suoi graphic novel più belli mi è comunque piaciuto leggerlo e, come capitatomi per altri suoi lavori, ho alternato spesso sorrisi e riflessioni.
Trovo che Zerocalcare sia un autore molto malinconico: sembra sempre che il presente non sia così bello e spensierato come era il passato. Ma forse non è così un po' per tutti?
Quando leggo una delle storie di Zerocalcare penso ai miei amici di quando ero ragazzina, penso alle cose che facevamo, alle cose che vivevamo, a come ero io e a quanto a volte mi manchi quella ragazzina o addirittura quella vita. Il tempo che passa, il diventare grandi (e tutto quello che possa significare) sono una costante nella narrazione di Zerocalcare e una delle cose che mi piace di più di Rech è la sua sincerità ed il suo coraggio, il suo mettersi a nudo rivelando situazioni ed emozioni a volte anche imbarazzanti ma tremendamente verosimili.
Zerocalcare per me rimane una sicurezza, un autore di cui vorrei sempre leggere qualcosa e a proposito... per Natale esce un altro suo lavoro: A Babbo morto!
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