Il libro di Charlotte Bronte "░J░a░n░e░ ░E░y░r░e░" racconta della turbolenta vita della piccola Jane che alla morte dei genitori viene accolta dalla zia senza però riuscire mai ad entrare realmente nella nuova famiglia. A soli dieci anni, continuamente vessata dai soprusi dei cugini e dall'indifferenza della zia, chiede di essere mandata in collegio dove passa otto anni sopravvivendo alle terribili condizioni della scuola tra cui anche un'epidemia di tifo. Jane Eyre passa così da alunna e maestra ma Lowood ormai le sta stretta e decide di mettere un'annuncio per trovare lavoro come istitutrice. Viene assunta presso la tenuta del sig. Rochester per fare fa da maestra alla piccola Adele in una grande villa dispersa tra i prati però Jane si chiede come sia la vita libera, la vita nelle città di cui lei ha visto così poco. L'arrivo del sig. Rochester però le fa passare la malinconia perché insieme a lui arriva nella casa una ventata di vita.
Spesso i due passano intere ore insieme a parlare in modo schietto e nasce un sentimento che non sanno definire ne tanto meno riconoscere, sopratutto dopo che Jane gli salva per la seconda volta la vita salvandolo dal fuoco... ma chi è stato ad appiccare l'incendio? Questo ed altri strani misteri (ed entità) sembrano aleggiare sulla tenuta di Thornfield e l'infatuazione di Jane per il suo padrone non fa in tempo a divampare che si infrange quando scopre che lui sta cercando moglie e che la loro condizione sociale è un ostacolo insormontabile. Inoltre Jane conosce la futura sposa di Rochester ovvero la giovane e bella Bianca Ingram che soggiorna per settimane a Thornfield insieme ad altri ospiti.
Una notte Jane viene svegliata da un grido selvaggio proveniente dal terzo piano e poco dopo il sig. Rochester bussa alla sua porta in cerca di aiuto: un suo ospite è stato aggredito e perde molto sangue e per non svegliare tutti gli altri serve che lei l'accudisca mentre lui va a cercare il dottore. Jane esegue gli ordini del capo ed è felice di vedere che il ferito se ne va la mattina dopo sulle sue gambe. Ma chi ha aggredito a morsi quello sconosciuto?
Le brutte notizie per Jane non sono finite: scopre non solo che suo cugino John è morto, forse assassinato dopo aver sperperato tutto il patrimonio, ma anche che sua zia è in fin di vita. Parte quindi per la casa della sua infanzia decisa a perdonare la zia morente che però si rivela odiosa fino all'ultimo confessandole di aver scritto all'unico altro suo parente in vita (e che voleva adottarla) che lei era morta di tifo in collegio!
Al ritorno a Thornfield il sig. Rochester, il caro Edoardo, le chiede di sposarlo. I due si baciano nel pomario e Jane è incredula ed entusiasta ma la notte prima del matrimonio accade una cosa strana: Jane sogna uno spirito spaventoso che entra in camera sua e le strappa il velo e la mattina dopo... trova il velo realmente distrutto!
Niente però pare scoraggiare il signor Rochester che conduce l'amata in fretta e furia in chiesa dove accade l'ennesimo imprevisto: dal fondo si alza una voce che dichiara impossibile celebrare il matrimonio poiché il sig. Rochester è già sposato e sua moglie è ancora viva! Edoardo conferma di essere sposato ma spiega a Jane che sua moglie, Berta Mason, è pazza e glielo mostra portandola nella camera segreta al terzo piano.
Purtroppo però la fiducia di Jane per Edoardo si incrina e nonostante lui le dichiari ripetutamente il suo amore e desiderio di vivere comunque insieme lei non può di accettare di vivere una relazione segreta ed inopportuna per le usanze del tempo. Parte quindi di nascosto di notte ma senza soldi e senza meta finisce per mendicare e dormire nel bosco. Ormai allo stremo si trascina fino ad una casa dove viene accolta dai fratelli Rivers. Jane non svela loro la sua vera identità ma riesce a creare un legame con loro e Saint-John le trova lavoro come maestra per bambine povere.
Jane è contenta della sua nuova vita fino a quando una sera Saint-John non le comunica due notizie sconvolgenti: suo zio è morto e lei ne è l'unica erede nonostante loro siano... cugini! ebbene si, senza saperlo Jane era stata accolta e curata dai cugini e decide quindi di ripagare la loro bontà dividendo l'eredità in quattro parti uguali.
Dopo mesi lontana da Rochester però Jane ne sente la mancanza e scrive alla signora Fairfax per avere qualche notizia, senza però avere mai risposte. Saint-John nel frattempo le chiede di sposarlo e di partire con lui come missionari in Asia. Jane accetta ma mette in chiaro, come il suo solito, che lo farà da amica e non da moglie. La lite che ne consegue incrina i rapporti tra i due ma nella notte Jane sente una voce che le fa capire il suo destino: deve tornare a Thornfield e rivedere Edoardo.
Dopo un viaggio di quasi quaranta ore Jane arriva nella sua vecchia dimora che trova distrutta da un incendio e scopre che la pazza aveva dato fuoco alla casa per poi buttarsi giù dal tetto, morendo sul colpo. Il sig. Rochester era riuscito a mettere tutti in salvo ma nell'uscire dalla casa per ultimo era rimasto gravemente ferito, perdendo una mano e la vista!
Non è però da Jane perdersi d'animo così raggiunge l'altra tenuta di Rochester e quando lo vede sente l'amore tornare a battere in lei portandoli ad un destino che era stato solo rimandato: il matrimonio, un figlio ed una vita in comune in cui non si sono mai stancati di essere insieme. THE END.
Devo ammettere che non mi aspettavo di leggere un libro sui soprusi infantili. Perpetrati poi da famigliari ma... le contemporanee notizie di cronaca sono piene degli stessi atti malevoli. Evidentemente la razza umana non cambia mai.
Alcune scene descritte dall'autrice inglese sembrano molto realistiche (pare infatti che avesse studiato in un collegio simile a quello di Lowood le cui scarse condizioni di igiene e cura causarono la morte di due delle sue sorelle) e mi sono domandata più volte, mentre scorrevo le pagine, come sia possibile far soffrire fisicamente e mentalmente degli esseri indifesi come i bambini.
In generale la storia di Jane Eyre l'ho trovata romantica anche se troppo lunga e dispersiva. Inoltre la protagonista si innamora del primo uomo che vede lasciandomi perplessa ma... sicuramente è la storia di un'altra epoca e va quindi contestualizzata. La religione è molto presente in alcuni personaggi, condizionandone vistosamente credenze e comportamenti.
Ma la scena che mi ha colpita di più è quando Jane scappa dalla villa di Rochester e cerca di iniziare una nuova vita in un paese lontano: una donna sola e senza famiglia guardata male e scacciata perché mendicava un tozzo di pane, una persona educata ed onesta costretta ad elemosinare che scopre amaramente che senza soldi e senza un marito la vita per una donna del 1840 è davvero dura infatti o si era moglie di qualcuno (e quindi da lui totalmente dipendente) o si aveva la fortuna di lavorare come governante e istitutrice ovvero gli unici lavori rispettabili per una donna dell'epoca che aveva bisogno di mantenersi!
Se il cognome Bronte vi diceva qualcosa… ebbene si! Charlotte fu la sorella dell'altra grandissima scrittrice inglese Emily Bronte autrice di uno dei miei libri preferiti ovvero "Cime tempestose".
Alcune citazioni prese dal libro Jan Eyre di Charlotte Bronte:
- Il riposo non fa gli uomini felici; occorre loro l'azione e se non possono esercitarla, la creano
- Si suppone che le donne siano generalmente calme, ma le donne sentono come gli uomini, hanno bisogno, come essi, d'esercitare le loro qualità, occorre loro un campo più vasto per estrinsecarle
- ... molti campi di speranza, di timore, di emancipazione e di eccitamento erano aperti a quelli che avevano coraggio sufficiente per camminare avanti e cercare, in mezzo ai pericoli, la conoscenza della vita
- il rimorso è il veleno della vita
- il principio dei cattolici, i quali, con una sola buona azione, credono espiare numerosi peccati
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