Un pensiero interessante relativo al ruolo degli insegnanti e dei genitori trovato su Twitter, autore @ReErode:
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Nella "nuova normalità" di quel simulacro di scuola che è sopravvissuto, il docente è un anello debole. Da sempre, la linea di resistenza dei professori che non condividevano le follie dei governi era la soglia della classe. Chiusa la porta, iniziava la libertà di insegnamento, che consentiva di contrastare nella pratica il declino burocratico-aziendalistico della scuola.
Ora, nello Stato terapeutico, tutto questo non esiste più. Tutto è stato organizzato in modo che la ribellione alle "linee guida" del governo venga punita prontamente grazie alla delazione delle famiglie.
Innanzitutto, se ti discosti millimetricamente dall'imporre il rispetto delle prescrizioni regolamentari (l'insegnamento è solo un'attività accessoria), rischi che un genitore ti accusi di attentare alla salute del figlio.
Se, anche solo per instaurare in aula un clima più disteso, parli della "nuova normalità" con qualche accento ironico, rischi di essere rubricato come "negazionista". Ogni gesto di questo genere comporta l'assunzione di un rischio concreto. Personalmente, io me lo assumo. Ma è purtroppo irrealistico pensare che l'intera classe docente, terrorizzata come tutti dall'offensiva mediatica e intimidita come nessuno rispetto alle responsabilità nei confronti degli allievi, si opponga in massa. Anche perché l'accusa incombente sarebbe la più infamante, quella che a suo tempo colpì Socrate: corrompere, sviare e mettere in pericolo i giovani... e questa accusa, appunto, proverrebbe in molti casi direttamente dalle famiglie.
Se voi, madri e padri, non vi soffermerete a pensare a cosa stanno imponendo ai vostri figli, e anzi vi scaglierete contro chi, in questo incubo, a scuola cerca di allentare la morsa in cui si trovano, gli avrete sì, questa volta, "rubato il futuro".
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