Dopo quasi tre mesi di arresti domiciliari globali, terrorizzati dalla mono-notizia di morti e virus-virus-virus la gente è tornata ad uscire di casa col beneplacito del Governo.
Nei bar si è finalmente rivisto qualcuno seduto ai tavolini ma la gente in fila per qualsiasi cosa (visto che nei negozi può entrare una persona per volta), distanziata e con la museruola (ovvero la mascherina) mi ha fatto un effetto strano: davvero sarà questo il futuro che ci aspetta?
Ieri nella centrale via pedonale stazionavano ben 3 pattuglie di vigili, pronti ad ammonire perentoriamente chi osava avvicinarsi troppo o respirare bene (cioè a viso scoperto).
Un uomo col cane si è piantato davanti ad una donna in una fila fissandola con un mix di odio e disprezzo. Ha fatto qualche passo avanti poi è tornata a fissarla rivolgendosi alla gente li vicina dicendo retoricamente: e meno male che ci saranno almeno cinquanta canali in televisione che spiegano come mettere la mascherina..! Ignorato dalla donna e dalla gente, l'uomo ha ripreso il suo incerto cammino.
Poi, mentre la fila si allungava e la gente iniziava a socializzare, è passata una signora anziana con un figlio disabile in carrozzina che si è messa ad inveire contro
una donna (la stessa donna di prima) colpevole di avere la mascherina messa male ovvero col naso libero. L'anziana ha voluto attirare l'attenzione di tutti, si è fermata a gridare contro la pecora nera e ha richiamato l'attenzione dei vicini vigili che si sono prontamente prodigati a redarguire la "ribelle" il cui amico ha ricordato all'anziana donna una verità amara ma pur sempre una verità: tutti dovremo morire. Nonostante questo gli animi sono stati calmi dopotutto pensate che i frati trappisti (cistercensi della stretta osservanza) ogni volta che si incontravano si salutavano dicendo così: memento mori ovvero ricordati che devi morire.
una donna (la stessa donna di prima) colpevole di avere la mascherina messa male ovvero col naso libero. L'anziana ha voluto attirare l'attenzione di tutti, si è fermata a gridare contro la pecora nera e ha richiamato l'attenzione dei vicini vigili che si sono prontamente prodigati a redarguire la "ribelle" il cui amico ha ricordato all'anziana donna una verità amara ma pur sempre una verità: tutti dovremo morire. Nonostante questo gli animi sono stati calmi dopotutto pensate che i frati trappisti (cistercensi della stretta osservanza) ogni volta che si incontravano si salutavano dicendo così: memento mori ovvero ricordati che devi morire.
Il fatto è che il ritorno alla normalità non c'è stato, almeno per me non è stato così. In ogni negozio in cui si vuole entrare c'è una fila scoraggiante e se si passeggia in centro si è continuamente affiancati da pattuglie a passo d'uomo che inibiscono i normali comportamenti della gente. Inoltre i quasi 30° di ieri rendevano davvero disagevole respirare con le mascherine (e nonostante questo in mezz'ora sono state ben due le persone che hanno inveito contro chi osava mettere fuori il naso).
- Code
- clima militare
- respirazione difficoltosa
- mascherine
- gente ostile
la ripresa o il nostro futuro, decidete voi come chiamarlo, è iniziato nel peggiore dei modi.
Quello che mi ha impressionato di più è stata la rassegnazione della gente a queste assurde regole imposte: erano tutti ordinatamente in fila oltre il metro consigliato; rare erano le persone che osavano calare la mascherina, poche quelle che scambiavano due parole col vicino.
E se è vero che ci si abitua a tutto (e la memoria è corta e ci si dimentica come si viveva prima del 10 marzo 2020) il futuro che ci aspetta è tremendo perché le persone sembrano aver perso l'uso della ragione e la volontà di battersi per i propri diritti.
Poi sono tornata a casa e sotto l'arco di una scuola li ho visti lì, in gruppo, mascherine calate, distanze discutibili come la musica sparata di nuovo altissima dai loro altoparlanti... i giovani sono tornati: incoscienti, a volte strafottenti ma almeno non ancora non del tutto contagiati e lobotomizzati dal virus della paura: "Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia: di doman non c'è certezza". E con la Canzona di Bacco di Lorenzo il Magnifico vi saluto!
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