Anche con le persone della propria famiglia?
La prima cosa che mi viene in mente è che nessuno chiede mai esplicitamente di parlare dei propri sentimenti. Parlare di come ci si sente fa molto film o terapia e sia mai che noi avessimo bisogno di uno psicologo. Siamo mica pazzi, eh.
Si tende a tenere tutto dentro perché se ti sfoghi sei una repressa, se piangi sei depressa, se sei socievole sei una zoccola e via così.
Il come stai ? è diventato una formalità anzi un modo di dire da cui non ci si aspetta quasi più risposta e a tal proposito vi racconto un episodio accadutomi qualche anno fa quando sono andata in vacanza in Scozia.
Io e la Titti cambiavamo ostello ogni giorno e quindi ogni giorno facevamo una piccola spesa e quando arrivavamo alla cassa spesso ci sentivamo dire: Hi, how are you? io e lei, ingenue oggi come ieri, rispondevamo anche! tutte belle onorate che ogni giorno un cassiere ci chiedesse come stavamo. Solo che una volta, quando abbiamo risposto fine thanks, and you? praticamente tutto il supermercato si è
voltato guardandoci come per dire: ma state bene? Da lì in poi alla loro finta domanda di cortesia abbiamo risposto con un sorriso imbarazzato occhi a terra. Sia mai che qualcuno si sentisse investito dall'esternazione relativa al mio benessere psico-emotivo!
Ma a parte la Scozia che, per mi conosce di persona, è una fonte inesauribile di chicche vissute torniamo alla difficoltà di parlare dei sentimenti.
Chiedere come stai? significa accettare il fatto che qualcuno potrebbe rispondere anche che sta male, che è triste o depresso e in sincerità: quanti di voi hanno voglia di accollarsi anche gli sbattimenti degli altri?
Perché uno felice se ne sbatte che gli chiediate come sta: ci penserà da solo a farvelo sapere, troverà il modo di condividere ciò che lo entusiasma e fa stare bene, no? Che poi è bello anche così.
E chi invece così felice non è?
Penso che molto stia nell'avere voglia e pazienza di ascoltare qualcuno.
Ed è già una cosa importante. A volte una persona non chiede ad un'altra come sta perché pensa di non poterla aiutare fisicamente o materialmente ed invece anche solo quella domanda potrebbe far piacere. Quante volte vi è capitato che uno sconosciuto si sia accorto che avevate qualcosa che non andava e il fatto che l'abbia notato vi ha fatto stare meglio?
A volte una persona ha solamente bisogno che qualcuno si accorga che non sta bene e che stia lì in silenzio accanto a lei.
Numerosi studi hanno appurato che parlare dei propri sentimenti, positivi o negativi che siano, è terapeutico, migliora le relazioni e spesso aiuta a trovare delle soluzioni a cui da soli non eravamo arrivati.
Sopratutto in questi giorni difficili in cui a quasi tutti viene impedito di vivere la propria vita normalmente si potrebbe sentire un peso dentro di se, qualcosa che ci opprime e che giorno dopo giorno si fa più difficile da gestire. Prima che diventi insostenibile proviamo a condividere questo peso con chi ci sta più vicino senza paura di essere giudicati.
E impariamo anche ad interpretare certi comportamenti e a non sottovalutarli perché è difficile rimanere allegri quando ci continuano a dire:
- che migliaia di persone muoiono ogni giorno per un virus misterioso
- che non si può andare a lavoro
- che non si può andare al parco
- che ristoranti, cinema, palestre, negozi sono chiusi
- che per uscire di casa bisogna essere solo in estrema necessità ed avere dietro con se un foglietto
- che si potrebbe essere bloccati dalle forze dell'ordine per un controllo
- che non si può uscire a fare una passeggiata
- che ci controllano i telefoni per sapere se e quanto ci spostiamo
- che se vogliamo fare la spesa dobbiamo accettare di fare ore di coda
- che non possiamo più vedere gli amici ne i parenti
- che se incontriamo qualcuno per strada dobbiamo stargli lontano
questa è disumanizzazione e non mi stupirebbe che tra qualche settimana si iniziasse a parlare di un numero crescente di depressione e suicidi.
Condivido quindi per concludere quelli che la Fondazione Veronesi ha indicato come sintomi di una possibile depressione:
- Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno, come riportato dal soggetto o come osservato da altri.
- Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno.
- Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno.
- Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno.
- Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno.
- Affaticamento o mancanza di energia quasi ogni giorno.
- Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno.
- Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno.
- Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l'elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio
non importa come ti senti
alzati
vestiti
presentati
e non mollare mai
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Condivido.
RispondiEliminaNon é mai facile ascoltare è "sentire" gli altri. Comprendere oltre le parole. Aiutarli nel modo "giusto" per loro. In ogni caso, quando si parla di sentimenti, il tentativo si può fare.
ciao, è vero... non è facile. Ma se prestassimo più attenzione agli altri, guardandoli in faccia, soffermandoci sui loro occhi penso che potrebbero succedere delle belle cose. Io sono un'inguaribile romantica e credo nelle persone. grazie del commento!
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