martedì 16 ottobre 2018

Una donna - Annie Ernaux

Titolo originale: Une femme
copertina del libro "Una donna" di Annie Ernaux
©️ 1987
Pagine: 99


A pagina novanta questo libro mi ha fatto piangere e ho compreso appieno il senso di questo libro: può il declino di una malattia come l'Alzheimer far dimenticare come erano davvero i nostri cari?

L'Alzheimer è una malattia che purtroppo non distrugge solo chi ne è colpito in prima persona ma anche i suoi familiari.

Un libro dedicato dall'autrice a sua madre, scritto
appena dopo la sua morte; e ce lo si aspetta pieno di dolci ricordi, di momenti teneri e gesti d'amore invece no, "Una donna" di Annie Ernaux è strano perché non si sente (almeno io non ho sentito) quel legame speciale che unisce una mamma ed una figlia anzi, si sente il conflitto tra le due, la distanza tra le donne, l'orgoglio e la vita che scorre fino a quando ci si accorge che è andata troppo avanti e che nulla si può più recuperare e ci si ritrova in un attimo verso le pagine più belle del libro , quelle in cui la scrittrice normanna si accorge di star lentamente perdendo non solo la vera essenza di sua madre ma anche il suo ricordo. Siamo provati nel leggere il decadimento fisico e mentale di una donna una volta forte e indipendente; personalmente mi sono bloccata quando ho letto questa frase di una lettera, scritta dalla madre della Ernaux ad un'amica: "Cara Paulette, non sono uscita dalla mia notte".

Sicuramente questo libro vi farà guardare la vostra mamma con un altro sguardo ma "una donna" ha sopratutto il merito di togliere il velo che la società ha ormai messo sui malati, sulla demenza, sull'Alzheimer. Molti di noi sono stati toccati da questa malattia che non guarda in faccia nessuno, che sceglie a caso tra ricchi e tra poveri, tra belli e tra brutti, tra laureati ed operai. Eppure pochi parlano di questo disagio, dell'essere costretti ad internare i nostri cari perché a casa con noi non riceverebbero le cure necessarie (o forse in generale sarebbe troppo pericoloso tenerli in casa), del fatto che una volta ricoverati e lontani dagli occhi diventano anche, come dice un detto, lontani dal cuore. Pochi confessano il dolore, la rabbia e la frustrazione di non essere riconosciuti dai propri parenti, di vederli legati nel letto incapaci di sostenere un dialogo e dimentichi di tutto.

L'Alzheimer è una malattia devastante che si cerca di confinare in strutture apposite e di cui purtroppo non c'è ancora cura e a cui comunque, nei rari momenti di lucidità, tutti i malati cercano disperatamente di scappare.

Vi riporto il link su un bel servizio de Le Iene intitolato: "Alzheimer vivere il presente senza ricordarsi del passato".

Vi riporto l'ultimo paragrafo del libro "una donna" di Annie Ernaux: "... era necessario che mia madre, nata tra i dominati di un ambiente dal quale è voluta uscire, diventasse storia perché io mi sentissi meno sola e fasulla nel mondo dominante delle parole e delle idee in cui, secondo i suoi desideri, sono entrata. Non ascolterò più la sua voce. Era lei, le sue parole, le sue mani, i suoi gesti, la sua maniera di ridere e camminare, a unire la donna che sono alla bambina che sono stata. Ho perso l'ultimo legame con il mondo da cui provengo".


Qui il link per altre idee di lettura (LIBRI A GO-GO)

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