Negli anni '90 tutto il mondo era tormentato dalla domanda: "Chi ha ucciso Laura Palmer?"
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Oggi nel 2018 tutti noi chi chiediamo, con la stessa angoscia, "perché si è uccisa Hannah Baker?".
Hannah Baker è la protagonista di Tredici il cui titolo in inglese è 13 reasons why.
La serie americana è stata messa in onda nel 2017; la prima stagione di 13 reasons why dura, come da titolo, 13 puntate di circa un'ora l'una.
Trama:
Alla Liberty High School c'è un armadietto che spicca su tutti gli altri. E' pieno di fiori, fotografie e bigliettini. E' l'armadietto di Hannah, Hannah Baker che si è suicidata dopo aver subito atti di bullismo e violenze sessuali che racconterà in varie audiocassette che i compagni ascolteranno postume.
13 reasons why si apre con Clay, compagno di scuola di Hannah, che trova una scatola di scarpe fuori dalla porta di casa. Quando la apre però niente nike ma delle datate audiocassette con le etichette disegnate. Quando fa partire la prima quasi gli viene un colpo: è Hannah che parla! E che spiega che in ogni lato di ogni cassetta parlerà di una delle ragioni (e persone) che l'ha spinta verso l'estremo gesto del suicidio. E tra quelle persone c'è anche lui!!!
Clay è un educato bamboccione tira-in-lungo e ci mette tredici puntate per ascoltare tutti i nastri rendendo noi spettatori quasi isterici dall'ansia. Ed ecco cosa (si) scopre: il gesto di Hannah non è stato qualcosa di improvviso ma frutto di una situazione di disagio durata a lungo che pochi hanno capito e che ancora meno hanno avuto il coraggio di affrontare.
Hannah Baker era la ragazza nuova: carina e gentile che per colpa di una foto divulgata da uno sciocco fidanzatino diventa per tutti quella facile, che la da via al primo appuntamento. Da quel momento in poi è una spirale discendente nel disagio: l'amica che si fidanza e non la caga più, quello simpatico che è troppo timido per difenderla e/o dichiararsi, l'amica lesbica che per paura del giudizio fa partire altri pettegolezzi su di lei, lo stalker che la segue e fotografa fino a casa, una poesia pubblicata a sua insaputa, palpeggiamenti a più riprese e per finire una violenza sessuale.
A fare da spalla a Clay in questo particolare ascolto c'è Tony, studente come lui, a cui Hannah aveva affidato il compito di divulgare le audiocassette.
13 reasons why è pesantissima anche se secondo me il suicidio di Hannah stride con la descrizione del suo personaggio che sembra tutto fuorché una persona vittima e debole. Ma forse questo era l'intento degli autori? Mostrare che se anche una persona è carina e dal carattere vivace può finire vittima della depressione e tentare di farla finita se nessuno le offre un aiuto.
Questa serie tv ha avuto il pregio di mostrare la realtà di una scuola di oggi in cui l'onnipresenza dei telefonini rende i ragazzi schiavi, divisi spesso in vittime e carnefici. Mille foto che vengono scattate ed inviate senza pensare alle possibili conseguenze. Scatti privati che diventano di dominio pubblico o peggio: virali. Poi ha messo luce sul costante bullismo nei corridoi delle scuole: violenze verbali ed anche fisiche che una passata di bianco sui muri dei bagni non possono cancellare. Viene affrontato il tema dell'omosessualità, del suicidio e quello dell'abuso di alcool giovanile. Per finire 13 reasons why pone l'accento sulle violenze sessuali, in un'ultima puntata che vi farà piangere di frustrazione.
Protagonisti:
Hannah Baker: bella, affascinante, divertente. Eppure paga a caro prezzo il suo essere nuova e quindi diversa attirando attenzioni che, scese tutte insieme a valanga su di lei, non riesce a gestire arrivando a togliersi la vita dopo la violenza sessuale subita da Bryce.
Clay Jensen: il principe azzurro mancato. Educato, gentile e comico a modo suo stringe un dolce rapporto con Hannah ma non ha il coraggio di andare fino in fondo. Rimane nel limbo e per questo lo detesto.
Tony: il vecchio saggio. Attore fuori luogo, dimostra tutti i suoi 26 anni ed è poco credibile nel ruolo di 17enne. Interpreta un mix mai visto: omosessuale e meccanico. Mentre si guarda la serie tv si pensa: meno male che c'è lui eppure non convince mai del tutto...
Jessica: quella nuova che diventa cheerleader ed esclude Hannah dall'amicizia col fidanzato Alex. Poi passa a Justin che la fa stuprare da Bryce. Cede all'alcool. Debole ragazzina.
Bryce: il piacione. Stella della squadra di baseball, idolo della scuola, figlio di, vive come un venticinquenne ma di anni ne ha meno e risulta solo un ricco sbruffone. Col vizio della violenza sessuale. Detestabile.
Justin: la scintilla. L'inizio della fine di Hannah parte da lui, stella della squadra di basket che fa una foto osè ed Hannah e se ne vanta con gli amici che la spediscono a tutta la scuola. E non se ne pente. Figlio di madre tossica fa pena ma non trova attenuanti al gesto di far violentare Jessica da parte di Bryce. Se mai una cosa è davvero accaduta nel mondo che schifo.
Zach: coniglietto. Lo spilungone della squadra di basket ha un cuore dolce e disegna coniglietti per Hannah di nascosto. Quando lei però, guardinga, lo rifiuta si comporta da merda come tutti gli altri.
Alex: il biondo. Rinuncia all'amicizia di Hannah per fidanzarsi con Jessica (...), crea la lista delle ragazze oggettificate della scuola e quando i nastri di Hannah iniziano a girare si spara un colpo in testa!
Tyler: il fotografo. Si infatua di Hannah e timido come Clay non riesce a far altro che a seguirla, costantemente, dietro alla sua macchina fotografica. Al rifiuto di Hannah pubblica una foto in cui lei si bacia con Courtney dimostrando come la vendetta sia un sentimento stupido e meschino.
Courtney: falsa come la emme. Ci prova con Hannah e quando questa le dice che non è lella lei la tradisce diffondendo altri falsi pettegolezzi. Piccola e meschina.
Ryan: il dandy. Altro attore troppo adulto per il ruolo interpreta il direttore del giornale della scuola che pubblica una poesia di Hannah senza il suo consenso. Infido.
Sheri: la bambolina. Abbatte un segnale stradale e non lo comunica alla polizia. Poco dopo avviene un incidente stradale e Jeff muore!
Mr. Porter: lo psicologo. Lo cito solo perché è l'ultimo a cui si rivolge Hannah, facendogli intuire di aver subito una violenza sessuale e lui, da vero uomo, fa sentire la ragazza come la causa della violenza e le dice semplicemente di... dimenticare tutto che tanto manca poco alla fine dell'anno. Senza parole.
Geniale l'idea di far scegliere ad Hannah di registrare i suoi racconti su audiocassette, costringendo i suoi "amici" a recuperare vecchi stereo o walkman, ad inserire le pile e ad avere pazienza. L'ho trovata una scelta particolare anche perché non credo che un adolescente di oggi sapesse neanche come fossero fatte le musicassette che ascoltavo io quando ero una ragazzina!
Questa serie tv sarebbe da far vedere ai ragazzini in presenza degli adulti e crearne motivo di discussione perché un giovane non dovrebbe mai arrivare a togliersi la vita per colpa di cattiverie altrui.
C'è una seconda stagione di 13 reasons why: che tra poco vi recensirò qui. Anticipazione?
Dopo aver deposto davanti ai legali della fam. Baker e quelli della scuola, i ragazzi tornano a scuola e ricevono una brutta sorpresa: i Baker non hanno accettato il patteggiamento e portano la vicenda in tribunale. I ragazzi sono così chiamati a testimoniare in tribunale.
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