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... nero e la coda arricciata.
Una vecchia leggenda popolare cinese narra che quando il mondo era ancora nuovo l'Imperatore di Giada/Nonno Celeste viveva sulla Terra ed era possibile incontrarlo in un tempio se lo si pregava per una buona causa. Una notte giunsero al tempio due fratelli bagnati ed infreddoliti: avevano corso tutta la notte dopo che, mentre stavano attraversando un campo, la terra sotto i loro piedi si era aperta e ne erano uscite con una luce abbagliante enormi creature demoniache. L'imperatore disse che potevano essere i Mogwa e partì per sconfiggerli. Dopo una settimana L'imperatore tornò al tempio e scoprì che i due fratelli erano
diventati ciechi. Trovò quindi una piccola casetta per loro e fece in modo che ogni settimana ricevessero del cibo; per l'acqua però dovevano pensarci da soli e gli regalò un secchio con cui potevano attingere l'acqua dal vicino fiume. Per far loro compagnia gli regalò un cane di piccola taglia, di colore marrone e col muso affilato che gli faceva anche da guardia. La vita dei due fratelli era quasi monastica e il giovane carlino si annoiava quindi decise di... fargli dei dispetti. Una mattina che Chonglin si recò al fiume per riempire il secchio il carlino, prima che si riempisse del tutto, gli diede una zampata facendolo svuotare e lo spinse a terra. Il secchio si riempì di sabbia ma visto che era pesante come quando c'era l'acqua l'uomo non se ne accorse e svuotandolo in casa disse preoccupato al fratello che forse il fiume si era prosciugato! Bo decise di andare lui a riempire il secchio e... tornò portando l'acqua così i due fratelli iniziarono a litigare e la loro discussione divertì molto il carlino che decise di farli litigare più spesso.
Un giorno che Bo cucinò due pesci il cane ne mangiò uno e non contento pulì il piatto e lo tolse del tavolo. Il fratello si arrabbiò molto, iniziarono a discutere e il cane si divertì ancora come un pazzo. Gli scherzi del cane portarono i due fratelli a dividersi il cibo e a nasconderlo in stretti posti diversi. Il cane però li trovava sempre grazie al suo straordinario olfatto e li tirava fuori con la sua coda scatenando continue liti. L'uomo che portava il cibo ai fratelli riportò la situazione problematica all'Imperatore di Giava che mandò un uccellino per vedere quale fosse l'origine del problema e scoperta la colpevolezza del cane andò a trovare i due uomini dicendo loro che la causa dei loro litigi era il cane. Poi si rivolse al carlino e gli disse che essendo stato un ladro ed un bandito gli avrebbe colorato il muso di nero, come la maschera che si mettono i banditi. E visto che aveva usato il suo affilato naso per rubare del cibo glielo accorciò in modo da poterlo usare solo per respirare e gli bloccò la coda arrotolata in modo che non potesse più spiegarla per rubare le cose. Visto però che voleva bene all'animale gli diede il dono dell'empatia e gli ingrandì gli occhi così da poter comprendere meglio le emozioni degli uomini ed entrare maggiormente in contatto con loro così da non doversi annoiare mai più.
Racconto tratto dal libro "E Dio aveva un cane" di Stanley Coren.
Qui sotto tutti gli altri racconti e il link per i libri sui cani letti e recensiti:
Allora il carlino non è uno scherzo della natura ma è una punizione l'essere cosi orrendo (irresistibilmente orrendo). Vorrei anche un carlino!
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