Ciao a tutti!
Oggi vi parlo di due film datati che ho visto solo molti anni dopo la loro uscita perché quando sono usciti ero una giovincella. Perché unisco le recensioni? Perché questi due film hanno una cosa in comune: sono ambientati in Scozia.
Partiamo dal primo: Trainspotting. Può un film su dei tossici, del 1996, essere interessante?
Si.
Nonostante l'avessi messo su per farmi compagnia mentre stavo stirando (...) Trainspotting mi ha più che intrattenuto: mi ha colpita. Il giovanissimo Ewan McGregor ha
catalizzato la mia attenzione e il film in generale mi è piaciuto (nonostante la voce fuori campo).
Ambientato ad Edimburgo, capitale della Scozia, Trainspotting trasporta nell'universo disperato di Mark un ventenne che rifugge l'ideale di un destino segnato da sacrifici per accumulare beni materiali e mettere su famiglia e passa le giornate rubando per potersi comprare la droga. La sua compagnia è composta da altri piccoli delinquentelli con cui si chiude in una casa fatiscente a farsi di eroina. Mark prova più volte a disintossicarsi ma quando è pulito si rende conto di quanto sia misera la sua vita e torna velocemente a bucarsi. Una tragedia però sconvolge lui ed il suo gruppo di sbandati: mentre si erano trovati per bucarsi non si erano accorti dello scorrere del tempo e la figlia neonata di una loro amica era morta senza che nessuno di loro se ne fosse accorto. Inoltre Tommy, l'unico che era sempre riuscito a rimanere pulito inizia a drogarsi anche lui e... prende l'Aids che pochi anni dopo lo porterà alla morte. L'evento sconvolge Mark che si ripulisce e va a Londra a lavorare come agente immobiliare. Qui però viene raggiunto da due amici che lo coinvolgono in un colpo inerente la vendita di droga. Il gruppo riesce a guadagnare ma durante i festeggiamenti uno di loro aggredisce brutalmente una persona in un pub e Mark decide di non voler più fare quella vita e la mattina dopo, mentre gli altri dormono, prende i soldi e scappa per provare ad iniziare quella vita normale che aveva sempre disprezzato.
Traispotting è un pugno nello stomaco. Fa vedere come sia facile nascondersi dietro finti ideali scegliendo la via della droga dicendo che tanto tutto fa schifo e niente è giusto. Edimburgo appare una città grigia lontana dalla vera Scozia nazione piena di piccole cittadine e poco lavoro. Tossicodipendenza, disoccupazione, delinquenza, famiglia, amici, sacrificio. Poi c'è sempre lo stronzo che cerca di portarti in tutti i modi all'autodistruzione e qui è impersonato benissimo da Robert Carlyle che qui in Trainspotting fa davvero paura.
Trainspotting mi ha anche regalato una bellissima canzone:
Ed ora passiamo a Braveheart, film del 1995 con protagonista Mel Gibson.
Quando si parla di Braveheart non si può non menzionare la sua durata: 178 minuti ovvero quasi tre ore. Calcolando che ormai i film durano meno della metà e la gente guarda principalmente serie tv è quasi una sfida. Ne vale la pena? Dipende quanto siete appassionati di cinema e quanto sonno avete.
La trama di Braveheart è questa e anche se romanzata è una storia vera: la vita di William Wallace eroe nazionale scozzese del XIII secolo. A quel tempo la Scozia era oppressa dall'Inghilterra e composta da piccoli clan che non riuscivano a mettersi d'accordo e a ribellarsi. Dopo che delle guardie sgozzano la fidanzata di William che aveva osato ribellarsi ad una guardia che la voleva violentare, il giovane guida una rivolta eliminando un appostamento inglese e dando vita ad una guerra lunghissima che porterà la Scozia all'indipendenza. Dopo la sua morte, avvenuta dopo un'imboscata e torturato pubblicamente in piazza. Il corpo smembrato ed esposto come monito che diventa invece il martire della nazione da seguire e onorare.
Tradimenti, imboscate, valori, famiglia, amore, onestà, lealtà, indipendenza, soprusi, violenza, unione, Libertà. C'è tutto questo in Braveheart però secondo me la durata è comunque eccessiva. Gli scozzesi ancora una volta ne escono bene: un popolo di guasconi onesti capaci di essere sexy anche in kilt.
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