venerdì 10 novembre 2017

L'orso e il cane di Davy Crockett

immagine dal sito http://ushistoryimages.com/davy-crockett-
pictures.shtm
Tratto dal libro "E Dio aveva un cane" di Stanley Coren.

Davy Crockett da piccolo decise che avrebbe cacciato gli orsi. Quelli del Tennessee erano enormi e vendere le loro pelli poteva far guadagnare dei bei soldi; inoltre la loro carne poteva sfamare più famiglie.
Essendo però un'attività pericolosa decise di rivolgersi a chi sembrava farla meglio ovvero la tribù indiana dei Chickasaw. Il capo indiano gli spiegò che il segreto stava sia nell'abilità del cacciatore che...
nella muta di cani scelti. Un cacciatore da solo contro un orso poteva fare ben poco ma se si fosse fatto aiutare da dei cani coraggiosi il suo compito sarebbe stato più facile; i cani infatti avrebbero tenuto fermo l'orso con l'abbaio e poi avrebbero emesso un segnale per far capire al cacciatore quando intervenire.
Lo sciamano gli disse che era fondamentale trovare il capo giusto del branco, capace di intendere cosa volesse da lui il cacciatore e capace di parlare agli altri cani ed animali. Il capobranco poi andava investito di magia ed addestrato. Gli indiani però dissero a Crockett che cani simili erano costosi così stipularono un patto: loro gli avrebbero dato 8 cani e Davy Crockett avrebbe cacciato per loro per due anni, consegnandogli otto orsi a stagione così da poter vivere sereni. Il giovane accettò ed andarono a scegliere insieme quello che sarebbe diventato il cane conduttore. Presero un cucciolo nero col petto bianco e due caratteristiche macchie marroni sopra gli occhi cosicché lo sciamano lo indicò come il cane con quattro occhi. Prima della cerimonia magica, a cui Davy non poté assistere, gli fecero dare un nome al cucciolo e Crockett scelse "Leader". Lasciò quindi il cucciolo agli indiani e tornò a casa con l'impegno di tornare alla fine dell'estate.
Quando Davy tornò dagli indiani trovò Leader cresciuto e fiero ed il Capo gli disse di provare a vedere se fosse davvero un abile cacciatore così Crockett se lo portò dietro per dare la caccia ad un procione che infastidiva una vicina cittadina. Leader stanò velocemente il procione e usando la magia gli parlò dicendo che non doveva avere paura di Davy poiché il ragazzo era interessato solo agli orsi. Fidandosi, il procione corse verso della spazzatura e Crockett lo uccise con un solo colpo facendo la gioia del vicino barista che come ricompensa gli fece un cappello con la pelliccia dell'animale. Cappello che divenne un simbolo di Davy Crockett!
Leader si dimostrò il cane magico che gli indiani avevano promesso a Davy ed insieme cacciarono tantissimi orsi in tutto il Tennessee cosa che causò... una ribellione degli orsi stessi che nel periodo in cui Davy non cacciava... diedero loro la caccia a lui ed al suo cane!
Un giorno Leader trovò una nuova grotta. Messo il muso dentro vide solo una pozza di fango ma nel girarsi trovò davanti a sé l'orso più grande che avesse mai visto. L'astuto cane inventò che la pozza nella grotta era una prelibatezza messa da Crockett per dei parlamentari in visita per lui. L'orso, odiando il famoso cacciatore, si buttò sulla pozza pensando fosse un dolce e quando scoprì che era solo fango rincorse Leader mettendolo alle strette. Ancora una volta però il cane trovò una via di scampo: indicando un alveare su un albero disse all'orso che era un tamburo messo lì da Davy e l'orso iniziò a maneggiarlo senza sapere che da li a poco sarebbe stato ricoperto di api! L'orso si buttò in uno stagno tra le risate del cane che non si accorse di averlo ancora alle calcagna. Leader però vide su una roccia un terribile serpente testa di rame e disse all'orso che quella era una cintura fatta da Davy per il Governatore solleticando l'invidia dell'animale che corse a mettersela in vita e... finendo vittima dei morsi del serpente che lo intontirono a tal punto da lasciarlo lungo disteso. Leader a quel punto iniziò ad abbaiare nel caratteristico modo per comunicare a Crockett che c'era un orso. L'uomo e la muta di cani raggiunsero increduli Leader che stava compiaciuto vicino all'orso tramortito suscitando ancora più ammirazione in Davy che capì, una volta di più, di avere a che fare con un cane davvero speciale!

Altri racconti del libro: "e Dio aveva un cane" di Stanley Coren




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