Vi ricordate la Ice Bucket Challenge?

Era quel gesto, divenuto poi virale, di scaricarsi addosso un secchio di acqua gelata. Come molte delle iniziative diventate poi virali, la massa lo faceva per imitazione senza conoscere la sua origine. In questi giorni la sua origineè stata ricoverata in ospedale. Eh si perché la sua “origine” è una persona: Pete Frates.

immagine dal sito
https://alchetron.com/Pete-Frates-549957-W

Pete Frates è un ragazzo americano nato nel 1984, un anno solo più giovane di me, che da cinque combatte contro la Sla, sclerosi laterale amiotrofica. 

Pete Frates è uno sportivo, giocava a baseball fino a che questa tremenda malattia non gli ha impedito di fare quasi tutto. 

Nel 2014 è stato tra i divulgatori di questa sfida divenuta poi mondiale: filmarsi mentre ci si tirava una secchiata di acqua addosso e poi fare una donazione per la ricerca (quest'ultima cosa, come in ogni comunicazione del telefono senza fili, si è persa strada facendo).

Comunque: vi siete mai chiesti perchè hanno pensato proprio di tirarsi addosso un secchio di acqua gelata?

Quel famoso ice bucket challenge?

La secchiata di acqua gelata è, cito da Wikipedia, "stata pensata per simulare l'effetto d'irrigidimento dei muscoli provato ogni giorno dai malati di sclerosi laterale amiotrofica". Quindi insomma: niente da prendere con troppa leggerezza. 

Da quando è stata lanciata questa "sfida" sui social network sono stati raccolti qualcosa come 200 milioni di dollari che però purtroppo non hanno ancora fruttato una cura.

Pete Frates è stato ricoverato ma ha fatto sapere di essere ancora alive/vivo .

Ho pensato di scrivere di lui oggi perché volevo dare un volto all'ispiratore di un fenomeno che per i più è stato solo un divertente gioco mentre per qualcuno è stato la molla a cui attaccarsi per continuare a lottare.

Forza Pete e forza a tutte le persone in questo momento malate che sperano, tutto ciò che desiderano, con passione e dignità.

immagine dal sito
http://www.nydailynews.com/sports/college/pete-frates-fighting-no-tears-als-bring-article-1.2207738