©2007
430 pagine
Libro a metà strada tra il romanzo ed il "saggio", racconta la storia dell'incontro (o dello scegliersi) tra l'autore, Ted Kerasote, e Merle un cane trovato durante una gita su un fiume. Mentre Ted è con gli amici, si avvicina loro un cane dal pelo fulvo. Il gruppo non sa come reagire alla presenza del cane che però si dimostra socievole diventando la mascotte della gita; decidono così di dargli un nome e lo battezzano Merle in onore al mago e alla sua passione per gli escrementi umani! Finita la vacanza è già ora della prima grande decisione: Ted è sicuro di volere un cane? Merle vorrà andare con lui, lontano da li fino nel Wyoming? Si, i due si sono trovati e la vita insieme è una continua scoperta a volte problematica ma a volte anche estremamente appagante.
Fin dalle prime pagine si capisce che l'autore ha studiato (o quantomeno letto) libri sui cani e ne conosce aspetti caratteristici e tecnici. La cosa che mi è piaciuta meno è la resa dei "pensieri" del cane, resi in versione troppo "disneiana". Nel secondo capitolo il rapporto tra Ted ed il cane passa quasi in secondo piano lasciando spazio all'autore per citare numerosi studiosi cinofili e le varie teorie relative alla nascita del cane e del suo rapporto con l'uomo. Si assiste così, durante la lettura de La porta di Merle, ad un continuo alternarsi tra ricordi delle avventure passate insieme dai due protagonisti a studi fatti negli anni da scienziati nell'ambito dell'etologia.
L'approccio di Kerasote come proprietario di cane è molto libertario nel reciproco rispetto della natura di ognuno di loro. Questa libertà così tanto decantata porta però a degli inevitabili pericoli in cui si mette il cane, risolti in modo abbastanza semplicistico o poco verosimile; l'autore scrive che Merle imparava le cose velocissimamente, così velocemente che a volte gli bastavano due no decisi per ascoltare il suo padrone ed evitare di correre dietro a qualche animale interessante (cosa che da proprietaria di cane mi sembra rasentare la magia). Ma forse come per i figli, ogni scarrafone è bello a mamma sua :-)
La porta di Merle del titolo è la chiave del rapporto dei due: Ted, per lasciare maggiore libertà al suo cane, decide di mettere delle porte per cani nelle porte di casa così che il suo compagno possa andare e venire a piacimento (bisogna specificare che i due vivevano in un parco nazionale abitato da pochissime persone e decine di enormi animali come cervi e bisonti).
L'autore descrive Merle come un super cane, particolarmente ricettivo ed intelligente ma a volte il tanto decantare le sue doti uniche le fa apparire finte e alcuni episodi sarebbero già pronti per la trasposizione cinematografica.
Il tanto amore reciproco e l'esclusivo uso del metodo dolce stride col punto in cui l'autore scrive di aver fatto indossare il collare elettrico al suo amato animale (oltretutto solo per fargli passare la voglia di andare a mendicare cibo da una vicina particolarmente generosa!). In generale mi è sembrato poco oggettivo ma come si fa ad esserlo quando si racconta di qualcuno che si ama?
In generale penso che quel cane è stato fortunato ad aver fatto una vita immerso nella natura e in una comunità a misura d'uomo con un compagno che gli ha donato fiducia e Libertà ma soprattutto lo ha amato immensamente fino ai suoi ultimi istanti di vita.
Lo consiglio per chi ama i libri sui cani; finito ogni capitolo c'è una ricca bibliografia di testi prevalentemente in inglese.
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L'approccio di Kerasote come proprietario di cane è molto libertario nel reciproco rispetto della natura di ognuno di loro. Questa libertà così tanto decantata porta però a degli inevitabili pericoli in cui si mette il cane, risolti in modo abbastanza semplicistico o poco verosimile; l'autore scrive che Merle imparava le cose velocissimamente, così velocemente che a volte gli bastavano due no decisi per ascoltare il suo padrone ed evitare di correre dietro a qualche animale interessante (cosa che da proprietaria di cane mi sembra rasentare la magia). Ma forse come per i figli, ogni scarrafone è bello a mamma sua :-)
La porta di Merle del titolo è la chiave del rapporto dei due: Ted, per lasciare maggiore libertà al suo cane, decide di mettere delle porte per cani nelle porte di casa così che il suo compagno possa andare e venire a piacimento (bisogna specificare che i due vivevano in un parco nazionale abitato da pochissime persone e decine di enormi animali come cervi e bisonti).
L'autore descrive Merle come un super cane, particolarmente ricettivo ed intelligente ma a volte il tanto decantare le sue doti uniche le fa apparire finte e alcuni episodi sarebbero già pronti per la trasposizione cinematografica.
Il tanto amore reciproco e l'esclusivo uso del metodo dolce stride col punto in cui l'autore scrive di aver fatto indossare il collare elettrico al suo amato animale (oltretutto solo per fargli passare la voglia di andare a mendicare cibo da una vicina particolarmente generosa!). In generale mi è sembrato poco oggettivo ma come si fa ad esserlo quando si racconta di qualcuno che si ama?
In generale penso che quel cane è stato fortunato ad aver fatto una vita immerso nella natura e in una comunità a misura d'uomo con un compagno che gli ha donato fiducia e Libertà ma soprattutto lo ha amato immensamente fino ai suoi ultimi istanti di vita.
Lo consiglio per chi ama i libri sui cani; finito ogni capitolo c'è una ricca bibliografia di testi prevalentemente in inglese.
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