© 1931
Titolo originale: Les Mouches d'automne
33 pagine
La storia della famiglia russa Karin, narrata dalla Njanja (tata) Tatjana Ivanovna. Ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, la tata racconta gli spostamenti forzati di quella che una volta era una famiglia di barin (signori) russi, costretti ad emigrare in Francia per sfuggire alla guerra, alla morte ed alla devastazione. Guerra però che porterà loro via
due figli e in un certo senso la vita stessa. Una volta a Parigi sarà difficile per tutti provare a tornare a vivere in un paese straniero e in una nuova condizione sociale, vendendo gli ultimi antichi gioielli e cercandosi un lavoro. I giovani, come sempre, sono quelli che si adattano meglio mentre Tatjana non riesce ad abituarsi a nulla, neanche a quegli inverni francesi senza neve. Un giorno segue una bianca foschia, si avventura fuori di casa e scopre che... non è altro che nebbia. Si avvicina quindi alla Senna per provare a sentirla ghiacciata sotto i piedi ma niente è uguale a ciò che ricorda e rimpiange; e si lascia cadere nel fiume gelato.
due figli e in un certo senso la vita stessa. Una volta a Parigi sarà difficile per tutti provare a tornare a vivere in un paese straniero e in una nuova condizione sociale, vendendo gli ultimi antichi gioielli e cercandosi un lavoro. I giovani, come sempre, sono quelli che si adattano meglio mentre Tatjana non riesce ad abituarsi a nulla, neanche a quegli inverni francesi senza neve. Un giorno segue una bianca foschia, si avventura fuori di casa e scopre che... non è altro che nebbia. Si avvicina quindi alla Senna per provare a sentirla ghiacciata sotto i piedi ma niente è uguale a ciò che ricorda e rimpiange; e si lascia cadere nel fiume gelato.
Questo libro, sebbene breve, ha tutto dello stile dell'autrice Irène Némirovsky di cui avevo già letto e recensito il libro "Suite francese".
I suoi testi sono sempre un pugno nello stomaco, scene raccontate in modo "schietto" e poco romanzato. E' come leggere un telegiornale: notizie fredde eppure che toccano a fondo.
Quando descrive l'anziana tata sembra quasi di vederlo il suo volto segnato dal tempo, le mani secche e nodose che si stringono esprimendo emozioni. Una donna fedele ai suoi signori che cammina a piedi per tre mesi per raggiungerli e tornare a servirli anche se fondamentalmente loro non hanno più bisogno di lei. Il loro mondo non esiste più e la tata fatica ad accettarlo finendo vittima della sua malinconia.
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