del 2013
95 pagine (in bianco e nero e a colori)
Un lavoro di piacere, potrei definire così questo quarto (libro) fumetto di Zerocalcare. Ad una prima lettura potrebbe deludere i fan della prima ora: formato ridotto, storia inverosimile e spudoratamente ispirata a TheWalkingDead, pochi colpi di scena. Eppure vi dirò, ad una seconda lettura (ebbene si, ho riletto anche questo) si apprezza il fatto che
l'autore se ne sia sbattuto di quello che avrebbero potuto pensare critici e ammiratori. Quello che ne viene fuori, almeno... quello che è parso a me è Zerocalcare abbia deciso di provare a fare qualcosa di stupido ma di divertente e che ci sia riuscito.
In una Rebibbia (caput mundi) invasa dagli zombie, sono pochi i sopravvissuti: Calcare, Secco, Katja, Cinghiale e un'altra trentina di persone. Er Paturnia sta passando di casa in casa per avvisare i superstiti che alle DODICI lascerà il quartiere con un bus. Il gruppo di amici è quasi pronto per unirsi quando trovano Calcare in una pozza di sangue: chi è stato? Niente morsi quindi niente zombie, sarà stato mica er Paturnia? Secco e Katja partono così alla ricerca di Ermete per convincerlo a farsi dare la sua auto: l'unica rimasta piena di benzina ma scoprono che gli zombie hanno invaso casa sua quindi rubano la sua auto, caricano Calcare e partono verso Tivoli; Cinghiale nel frattempo si scopre esser riuscito a copulare perfino con una zombie mentre il bus del Paturnia è andato in panne circondato da zombie.
Perché mi piace:
- si ispira a TheWalkingDead, che come sapete è una serie che mi piace molto
- ci fa tornare in mente quanto fosse buono il soldino
- nomina spesso uno dei miei videogiochi preferiti: street fighter
- gli sta a cuore il (suo) mammuth
- tiene acceso il mito (mai spento) di Ken il guerriero (qui addirittura paragonato al Messia)
- perché riesce sempre a metterci una frase di sensibilità rara (cit. le storie di carcere, di visite, d'amore e dolore, si portano appresso una corazza di vergogna che andrebbe sempre rispettata)
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