martedì 23 dicembre 2014

Le mille e una notte - Storia del facchino di Bagdad





  • Introduzione


  • C'era una volta un facchino che viveva a Bagdad e che un giorno incontrò una donna che gli chiese di aiutarla. Bussando di porta in porta la donna pagava per ricevere in cambio delle merci che il facchino sistemava nel paniere che portava sopra la testa.
    A furia di mettere cose nel paniere oltre a non esserci quasi più spazio per altro...il peso era diventato quasi insopportabile ma la donna bussò ad un'ulteriore porta. Ad aprirle una ragazza di una bellezza sconvolgente che invitò lei ed il facchino ad entrare.
    Superato il cortile c'era un trono su cui era seduta una terza donna: Zobeide che suggerì ad Amina e Sofia, sue sorelle, di aiutare il facchino a svuotare il paniere e pagarlo. Una volta ricevuti i soldi però il facchino
    non se ne andava e Zobeide gliene chiese il motivo. l'uomo rispose che era un peccato che tre donne così belle fossero sole, facendo intendere che gli sarebbe piaciuto passare altro tempo insieme a loro. Zobeide però gli disse che non potevano condividere con nessuno la festa che stavano organizzando poichè erano poche le persone di cui si potevano davvero fidare. Senza perdersi d'animo il facchino le convinse di essere la persona migliore per mantenere un segreto e si sedette a tavola con loro. Bevvero e cantarono per tutta la notte e all'alba chiesero al facchino di andarsene ma quest'ultimo spiegò che aveva bevuto talmente tanto che non sarebbe stato in grado di ritrovare la strada di casa. Dopo una breve riflessione le tre donne decisero che poteva rimanere ma gli dissero che oltre a non dover rivelare mai a nessuno quello che avrebbe visto non avrebbe neanche dovuto far domande in merito. Promesso che avrebbe rispettato quelle regole, riprese a cenare e ridere con loro fino a quando tre *calender non bussarono alla loro porta chiedendo carità per farli dormire lì la notte. Le tre sorelle accettarono e si riunirono tutti intorno al tavolo a parlare e cantare fino a quando non sentirono bussare nuovamente alla porta: era il califfo Hrùn-ar-Rashìd travestito da mercante (che come sua usanza girava per la città di notte a controllare che non ci fossero disordini) che chiedeva loro ospitalità. Le tre sorelle accettarono di ospitare anche i nuovi forestieri a patto che questi rispettassero le regole della casa. 
    Dopo poco i calendar si alzarono in piedi ed iniziarono a ballare una loro danza tipica scatenando l'entusiasmo dei presenti. Entusiasmo che però si placò ben presto quando le sorelle sparecchiarono la tavola e sistemarono la stanza chiedendo aiuto al facchino che guidarono in una stanza da cui uscirono con...due cagne nere denutrite al guinzaglio. Una volta fuori, Zobeida piangendo frustò le cagne fino a quando aveva le forze, poi le baciò ed infine le riconsegnò al facchino. Quella scena colpì molto gli ospiti che iniziarono a bisbigliare tra di loro ma nessuno osò domandare il perchè di quella punizione. Amina ruppe la tensione suonando dolcemente un liuto e lo suonò con così tanto trasporto che quasi svenne, facendo intravedere agli uomini un seno. Pieno di cicatrici! Gli uomini increduli e spronati dal califfo decisero di avere delle spiegazioni dalle donne, anche a costo di dover usare la forza e il facchino domandò il perchè di quelle torture alle cagne e delle cicatrici di Amina. Zobeida ricordò agli uomini la promessa che gli era stata chiesta e non avendola rispettata...battè il piede tre volte per terra ed entrarono correndo sette mori con le spade sguainate, pronti ad uccidere i forestieri. Rivolta ai calendar chiese loro come mai tutti e tre fossero ciechi da un occhio e spiegò che se avessero risposto alla sua curiosità li avrebbe liberati.
    Il primo a prendere la parola fu il facchino che raccontò di come una delle sue sorelle si fosse rivolta a lui per aiutarla nelle compere. Zobeida sentita la sua storia acconsentì a liberarlo ma quello chiese di poter rimanere ed ascoltare le storie anche degli altri uomini. Dopo di lui quindi prese la parola il primo calender.



    *calender: adepti di una confraternita islamica

    Citazioni:
    • serba il tuo segreto e non confidarlo a nessuno: chi lo svela non ne è più padrone

    • chi parla di cose che non lo riguardano, sente ciò che non gli piace


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