C'è stato un giorno che fece caldo.
Era un giorno lontano, ormai perso nella memoria.
Ricordo che quando le temperature si alzarono pochi di noi erano davvero pronti. I letti di molte case erano ancora avvolti da leggeri copriletti e poi improvvisamente le notti sembrarono accendersi. Pigiami e copriletti finirono per terra, molti andarono in ufficio sconvolti dalla notte passata a sudare, nelle strade ribolliva un ronzio: i condizionatori avevano preso a funzionare tutti assieme.
In quei pochi giorni ero una delle rare persone che soffriva l'aria condizionata. Ricordo che mi nascondevo dal suo getto d'aria, tiravo giù le tapparelle e ricreavo la notte anche di giorno. Ma boccheggiavo uguale.
dal sito www.fisicaondemusica.unimore.it |
Nella memoria si affaccia l'immagine della mia *bestia nera distesa sul pavimento, ansimante. Il suo petto si alzava spasmodico e cercava folate di aria fresca. Insieme bofonchiavamo guardando la tv quando improvvisamente mi venne un'illuminazione:
il ventilatore.
Era stipato nel vano-rifugio, come amo chiamare quella sorta di soppalco murato negli appartamenti. Era chiuso in una polverosa scatola tenuta insieme da un rovinato filo di scotch.
Sfidando una scala traballante l'ho portato a terra e montato (non senza qualche fatica). Ero ad un passo dalla "brezza". Una volta attaccato alla spina ha preso a girare silenzioso ed io e Cam ne fummo rapiti. Lui fu così felice che incominciò ad abbaiare così tanto che per un attimo dovetti spegnerlo: era così vicino che avevo paura venisse risucchiato al suo interno!
Dopo aver socializzato con lo spostatore d'aria, lo guardammo ipnotizzati seduti sul divano.
Fu un bellissimo momento, che come molti bellissimi momenti durò poco.
La sera stessa il cielo si rabbuiò e l'indomani comparvero le nuvole perenni.
La città fu avvolta dal fenomeno "toi" (tempo osceno imprevedibile) che ci accompagna ancora oggi.
I giorni successivi a quello che oggi viene ricordato come ultimo caldo videro tutte le finestre delle case aperte. Per strada non si udiva più nessun ronzio, sui balconi non si vedeva più sgocciolare e per strada le persone tornarono ad indossare gli spolverini!
Il ventilatore, colpito dalla maledizione che non volessa si scoperchiasse più la sua scatola, rimase in casa giorno dopo giorno perdendo la sua funzione originale: da spostatore d'aria divenne fermaporta, poi appendiabito ed infine prova fisica - testimonianza che un giorno in questa città, in questa regione, in quest'epoca...fece caldo per davvero. Non dimentichiamolo!
*il mio cane, Cam
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meno male che esistono i ventilatori !!!!!! e meno male che anche Cam lo gradisce cosi' ho un alleato
RispondiEliminaHahahaha!! È verissimo da quando il ventilatore (ed aggiungo anche le tende) è entrato in funzione .. il sole ha smesso di funzionare.
RispondiEliminaChe ne dici di smontarlo? Magari. ..tutto tornerà afoso e soleggiato come prima!