puntate precedenti:
...volevo tornare indietro.
Rimasi lì imparando che a volte, in generale, si parla troppo e che spesso si possono creare fraintendimenti evitabili. Si cresce anche così, no?
I primi giorni furono difficili: mi avevano dato una polo bianca con scritto photographer e una macchina fotografica che costava più della mia automobile! Così equipaggiata dovevo solo ricordarmi di provare a fare tre scatti: primo piano, mezzo busto, figura intera.
...volevo tornare indietro.
Rimasi lì imparando che a volte, in generale, si parla troppo e che spesso si possono creare fraintendimenti evitabili. Si cresce anche così, no?
I primi giorni furono difficili: mi avevano dato una polo bianca con scritto photographer e una macchina fotografica che costava più della mia automobile! Così equipaggiata dovevo solo ricordarmi di provare a fare tre scatti: primo piano, mezzo busto, figura intera.
Camminavo lontano dai bordi delle piscine per paura di finirci dentro, ero
imbarazzata. Se da una parte me la menavo perchè ero lì per
fare qualcosa che prima solo sognavo, dall'altra parte scattare foto in
un villaggio consiste principalmente nell'immortalare persone in
vacanza. IN TUTTO QUELLO CHE FANNO. Solo che loro a volte non gradivano venir ripresi durante la lezione di acquagym con i rotolini di fuori o mentre sudavano facendo yoga.
Impiegai almeno due giorni per sbloccarmi e partire a scattare a raffica. La mia "specialità" erano i tornei sportivi ma notavo che gli ospiti erano meno entusiasti rispetto a quando c'era Francesco. La mia presenza era silenziosa, quasi in sordina e capii che non potevo fare tutto da sola. Avevo bisogno dell'aiuto da casa, anzi...dell'aiuto, fondamentale, degli
animatori.
Gli animatori sono un gruppo chiuso, molto unito, molto caotico, molto delicato. Le litigate erano all'ordine del giorno, i loro turni massacranti e il loro must era sempre e comunque: sorriso sulle labbra. Avevo bisogno di essere "riconosciuta" da loro per essere riconosciuta anche dagli ospiti. Così iniziai ad instaurare legami, anche con chi sopportavo meno, e grazie ad un reciproco rispetto...svoltai. Come? Ad ogni attività mi facevo trovare puntuale e gli animatori mi presentavano agli ospiti che stavano per arrivare a fare il gioco aperitivo o l'ora di spinning o quantaltro. Mi presentavano, mi descrivevano e a volte mi prendevano in giro. Ma l'importante era che parlassero di me, mi "ufficializzavano", la gente iniziava a riconoscermi come figura in più della struttura e non come una scocciatrice!
La mia giornata tipo era...
animatori.
Gli animatori sono un gruppo chiuso, molto unito, molto caotico, molto delicato. Le litigate erano all'ordine del giorno, i loro turni massacranti e il loro must era sempre e comunque: sorriso sulle labbra. Avevo bisogno di essere "riconosciuta" da loro per essere riconosciuta anche dagli ospiti. Così iniziai ad instaurare legami, anche con chi sopportavo meno, e grazie ad un reciproco rispetto...svoltai. Come? Ad ogni attività mi facevo trovare puntuale e gli animatori mi presentavano agli ospiti che stavano per arrivare a fare il gioco aperitivo o l'ora di spinning o quantaltro. Mi presentavano, mi descrivevano e a volte mi prendevano in giro. Ma l'importante era che parlassero di me, mi "ufficializzavano", la gente iniziava a riconoscermi come figura in più della struttura e non come una scocciatrice!
La mia giornata tipo era...
Un estate ho fatto foto - parte quarta (anticipazione)
La mia giornata tipo era:
- sveglia ore 9.30
- gabbiotto sistemazione fotografie 10.30
Nessun commento:
Posta un commento