martedì 28 maggio 2013

Finale coppa Italia di calcio: Roma - Lazio = 1 - 0

Ciao,
volevo già dirvi due righe ieri, il giorno dopo la finale, ma ci hanno pensato giornali e telegiornali a raccontarvi tutto. Della partita in sè dico solo che ha vinto (a)Lazio. Giocatori a festeggiare in mutande da una parte e con le mani nei capelli dall'altra parte giallorossa.
Come si può pensare che il calcio ed i suoi tifosi migliorino se chi gioca sembra uscito da un pessimo film di spaghetti western?
Alla premiazione finale vengono premiati prima i secondi classificati, ovvero gli sconfitti. Ed ecco qua la sportività, l'umiltà, la responsabilità della maggior parte dei giocatori giallorossi: una persona metteva loro al collo la medaglia e loro dopo un passo, giuro un passo, se la toglievano schifati. Forse pensando di
essere grandi uomini o giocatori troppo forti per indossare la medaglia del secondo, si giravano e se la toglievano con dei gesti tipo "a me non me ne frega niente di sta roba", andandosene con quelle loro camminate in cui sembrava avessero dei cinturoni legati in vita.
Ora...quando vedo un Florenzi (anni 21) che scopro ora chiamarsi Alessandro, al suo primo anno in serie A che schifa una medaglia durante la premiazione di una finale di Coppa Italia penso: ma che triste!
Sono sempre stata dell'idea che non è che perchè uno lo si vede in tv, perchè gioca in serie A o perchè fa i film deve essere automaticamente un modello, un ispiratore per chi lo guarda. Sono persone come noi e possono sbagliare ma alcune cose mi fanno pensare che alcuni di loro hanno davvero perso il rapporto con la realtà. E non parlo di crisi economica, di crisi dei valori, di crisi religiosa...penso solo che se uno sportivo di 21 anni alla sua prima competizione di livello prende la medaglia e se la toglie schifato un attimo dopo che gliel'hanno messa al collo...be di sportivo ha poco. Perchè delusione ed amarezza ci stanno ma la maleducazione e la mancanza di rispetto no.
Ieri ho visto giocare Lollo, 7 anni. Lui ed i suoi compagni hanno vinto 8-1 e a fine partita faceva tenerezza come tutti i bambini si andavano vicini vergognosi per strisciarsi la mano o darsi una pacca sulle spalle.
Capisco che quando si vince è più facile essere felici, educati ed entusiasti ma si dice che un campione si vede anche nella sconfitta. Come bisogna saper vincere, è un'arte anche saper perdere. E quelli della Roma, che spulciati singolarmente non hanno vinto volgarmente una mazza (a parte re Francesco), pensavo avessero imparato ormai a gestire le sconfitte. Evidentemente mi sbagliavo.

2 commenti:

  1. Purtroppo è proprio così .. non ci sarà mai un miglioramento nel tifoso se i primi a fare scene raccapriccianti sono quelli che sono in campo .. sono quelli che dovrebbero dare l'esempio!!!
    Si piazzano davanti agli arbitri e gli urlano parole ad un millimetro dalla faccia, si pesatno tra loro, si sputano!!
    Sono animali!
    Ma sono sempre in campo! Dovrebbero iniziare a sbatterli fuori al secondo richiamo! E per i tifosi .. si dovrebbe prendere esempio dagli inglesi!

    Poi non capisco .. nella pallavolo se ti giri e mandi a quel paese anche una tua compagna gli arbitri sono subito li a BASTA .. ULTIMO AVVERTIMENTO ..

    Proprio ieri alla partita di Lollo l'allenatore dell'altra squadra urlava come un isterico contro dei bambini di 6/7 anni che in alcuni casi è già buono che colpiscano la palla; urlava in modo assolutamente NON educativo..non spiegava, non incitava, non dava indicazioni .. URLAVA A CASO (nella sua giacca e cravatta) .. poi è ovvio che un bambino che cresce con questo esempio a sua volta penserà che quello è il modo!

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  2. PRANDELLI SILURA OSVALDO DOPO AVER VALUTATO IL COMPORTAMENTO DEL GIOCATORE DELLA ROMA CHE, DOPO AVER PERSO LA FINALE TIM CUP, HA DISERTATO LA CERIMONIA DI PREMIAZIONE SENZA IL PERMESSO DELLA SOCIETA'.

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