lunedì 22 aprile 2013

Pietro Maso: IL MALE ERO IO


Conosco mediaticamente Pietro Maso il 17 aprile 1991 quando tutte le televisioni non facevano altro che parlare di questo ragazzino che aveva brutalmente ucciso a sprangate, insieme ai suoi amici, i suoi genitori Antonio e Mariarosa, per l’eredità. Oggi, dopo 22 anni di carcere (erano 30 ma la pena è stata ridotta per indulto) Maso torna in libertà e la sua uscita di prigione avviene in concomitanza con l’uscita in tutte le librerie del suo libro “IL MALE ERO IO”,  scritto con la giornalista Raffella Regoli.

La storia di questo ragazzo, insieme ad un altro fatto di cronaca nera di quegli anni il sequestro di Farouk kassam, è stato il primo fatto arrivato alle mie orecchie (non avevo ancora 15 anni) che mi ha fatto capire che la vita non era poi tutta così rosa e fiori come da piccoli spesso si immagina. E chissà per quale macabra attrazione...sono ancora legata alla storia di questo giovane "bene" tanto da aver acquistato subito questo libro.

La storia non è altro che il racconto autobiografico nel quale è descritto in maniera dettagliata l’omicidio dei suoi genitori. Mette i brividi leggere la lucidità che viene sbattuta in faccia a chi legge (e senza un minimo di censura) della
premeditazione, dell’organizzazione e dell’esecuzione di quello che poi sarà definito uno dei più efferati omicidi familiari che la cronaca ricordi.
Oggi ci si ritrova davanti, almeno così sembra dalla lettura, ad una persona ben lontana dal ragazzino arrogante e viziato che eravamo abituati a vedere in tv con lo sguardo sempre fisso ed il foulard al collo. Oggi ritroviamo una persona di 41 anni che nel corso degli ultimi 22 ha vissuto in carcere e, grazie a al costante aiuto di Don Guido, è riuscito attraverso un percorso interiore fatto di pentimento preghiera e perdono a riprendere in mano la sua vita.
Quella di Pietro Maso è sicuramente una brutta storia. Dimenticare quello che ha fatto è impossibile. A lui la giustizia, dopo 22 anni, ha scelto di dare una seconda possibilità. Stefania, sua moglie, e le sue sorelle questa possibilità gliel’hanno data. La sua pena l’ha scontata (ed oggi si sa che invece gran parte degli assassini sono in giro).
Dio dice di perdonare.
Io, che a fine libro ero in lacrime, ho subito pensato che fosse giusto dargli una seconda possibilità poi però, proprio qualche giorno fa, c’è stata la sentenza di un altro terribile omicidio, quello di Sara Scazzi, e la corte ha sentenziato ERGASTOLO sia a Cosima che a Sabrina Misseri ed io ho accolto questa sentenza con un applauso virtuale.
Ora mi chiedo (e non so darmi risposta): perché loro si e lui no? Anche Sabrina è giovane, "meriterebbe" anche lei una possibilità dopo aver scontato TOT anni di carcere? Il valore della vita dei genitori di Maso è inferiore a quella di Sara solo perché lei era una ragazzina e loro persone già avanti con l’età?
Domande che almeno dentro di me rimarranno ancora per un po’ senza risposta.
Voi che ne pensate?

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