Qualche settimana fa avevo scritto di un'altra, divertentissima, novella di quest'opera del 1350 circa: Chichibio e la gru.
Oggi ve ne presento un'altra molto carina che si trova nella IX giornata del Decameron, 2° novella del giorno.
Il testo completo lo trovate a questo indirizzo internet: testo. Vi consiglio di leggerla perchè è carina e vi "costerà" neanche 5 minuti di tempo!
Volete necessariamente il mio personalissimo riassunto?
Per il bene della cultura e della sua diffusione vi accontenterò, pigroni!
Riassunto:
C'era una volta in Lombardia un monastero famoso per la sua devozione religiosa. Tra le monache ce n'era una di particolare bellezza di nome Isabetta che era solita ricevere visite da un parente ma ben presto le grate che li separavano divennero per i due giovani una barriera troppo dolorosa da sopportare e cercarono il modo per incontrarsi senza ostacoli. La soluzione fu più semplice di quanto si pensasse e gli amanti iniziarono ad incontrarsi nella di lei cella, di notte. Una volta però il ragazzo fu avvistato da una con-sorella che lo spifferò immediatamente alle altre religiose che decisero di montare la guardia per comunicare alla badessa eventuali altri incontri sconvenienti. E quel giorno non tardò ad arrivare... così corsero immediatamente a svegliare la superiora che
si vestì al buio frettolosamente e raggiunse il ritrovo degli amanti. Trovandoli in atteggiamenti amorosi, trascinò fuori dal letto Isabetta e la mise davanti ad un "tribunale di accusa". Tutti gli occhi erano rivolti alla peccatrice che non osava alzare i suoi da terra ma, dopo aver ascoltato mille rimproveri, trovò il coraggio per alzare lo sguardo e disse alla badessa che avrebbe ascoltato pazientemente tutto ciò che lei aveva da dirle se solo... lei si fosse sistemata la cuffia che aveva in testa. Usimbalda, la badessa, si stupì della risposta della giovane e la invitò a pensare alle sue azioni piuttosto che al suo copricapo ma Isabetta insistette ancora e fece sì che tutte le consorelle si girassero a vedere che stranezza avesse mai la superiora in testa. E mentre Usimbalda scopriva con le mani quello che le altre scoprivano con gli occhi... ci fu un momento di totale imbarazzo per la scoperta che la badessa aveva in testa... un paio di pantaloni da prete! ovvero colui con il quale stava giacendo quando le monache l'avevano svegliata! Così, senza poter più far finta di nulla, dichiarò che era evidente che era impossibile difendersi dalle tentazioni della carne e disse che potevano fare così anche tutte le altre, con discrezione. Cosa che provocò in alcune sdegno ed in altre entusiastica partecipazione!
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