venerdì 30 novembre 2012

Di nuovo in gioco (l'ultimo film di e con Clint Eastwood)

Consigliato ai fan dell'eterno Eastwood, del baseball e di tutti coloro i quali apprezzano comunque le storie scontate - aspettate che arrivi in televisione per vederlo!
Trama:
Gus è un famoso (talent) scout del baseball. Nella sua carriera ha scovato numerosi talenti ma gli anni gli presentano il conto sotto forma di maculopatia, una malattia degenerativa degli occhi.
Testardo ed orgoglioso, non accetta la sua menomazione e continua la sua vita come niente fosse andando continuamente a sbattere in casa, a scivolare sulle scale e a rifare l'auto contro le mura ristrette del box.
Sarà l'amico di sempre ad accorgersi del suo cambiamento e a richiedere l'aiuto di Michy, la figlia del burbero occhi di ghiaccio. 33enne avvocato ad un passo dal diventare socia di un famoso studio (per cui ha rinunciato a numerosi anni di relazioni sociali), la donna accetta a malincuore di andare a controllare di persona le condizioni del padre durante un viaggio di lavoro in Nord Carolina. Qui verranno a galla le cause del
rapporto freddo e complicato dei due oltre al fatto che diventerà evidente la malattia di Gus.
Il vecchio scout che rifiuta di valutare un giocatore solo tramite le statistiche dei computer si troverà ad un passo dal pensionamento forzato a causa della sua "tecnica" antiquata di valutazione ma quando tutto sembrerà perduto...basta ricordarsi che è un film americano e l'happy and arriva sempre. Basta pazientare.
La persona che dovrà affrontare più cose comunque è la figlia: prima cercherà di ricucire (o forse solamente provare a capire) il rapporto col padre; poi si troverà dibatutta tra la carriera a cui aveva dedicato anni importanti della vita ed il baseball che le aveva tolto molto ma che riusciva a farla sentire felice più di ogni altra cosa; infine l'amore che arriverà inaspettato e sotto forma di ex giocatore...

Mie considerazioni:
tipico film di Eastwood, abbastanza lento e scontato. Se posso aggiungere anche abbastanza irreale in alcune situazioni.
La cosa migliore però è il mettere in scena una parte di vita dell' uomo che viene spesso trascurata: la vecchiaia. Il tempo che passa non si riesce a percepire giornalmente però un giorno si arriva e ci si rende conto che a piegarsi fa male la schiena, che per leggere ci vogliono gli occhiali e sopratutto che non si potrà più continuare a fare tutto da soli ma che avremo bisogno di chiedere aiuto. La perdita dell'indipendenza è un tema delicato e forse triste ma comunque invitabile.
Il fatto è che dopo 15 minuti esatti di film si capisce come andrà a finire (per chi non ha letto il film non legga oltre - che il talento sarebbe stato una ciofeca, che la figlia e l'ex fuoriclasse si sarebbero innamorati e che il vecchiaccio avrebbe azzeccato l'ennesimo "pronostico").
Ottima Amy Adams e piacevole Justin Timberlake (anche se gli è venuta la faccetta ciocciotta. o è solo invecchiato ANCHE lui?).






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