Per la serie "I dolori della giovane pendolare" ecco uno di quelli più frequenti e dolenti: il treno guasto.
Arrivi in stazione una mattina all'alba. Perchè si guastano quasi sempre all'inizio o alla fine della giornata.
Che sia mattina lo sai grazie alla tua sveglia e al tuo orologio biologico e non grazie ad altro poichè quando alzi gli occhi al cielo trovi solo una profonda oscurità blu.
La zona poi è quella che è ed i tuoi primi passi fuori casa sono avvolti dalla nebbia.
Cammini e le uniche cose che incontri sono macchine, cassonetti e qualche coraggioso in bicicletta.
L'orologio recita: 6.54.
Cammini veloce fendendo un'aria che ha già il sapore dell'inverno.
Pungente ti si infila sotto la giacchetta della mezza stagione mettendo a nudo una comune verità: non ti sei ancora infilata la canottiera della nonna, quella salva-spifferi che combatte i dolori articolari.
Finalmente arrivi in stazione.
Il tuo occhio di pendolare è allenato e ti accorgi subito che c'è qualcosa che non va perchè c'è più gente che esce di quella che entra. Guardi in alto, verso il monitor che sembra uguale a ieri Ma nonostante i colori poco distinguibili e le fastidiose distorsioni vedi un numero in più. Presagio di disagio.
Questa mattina le cifre erano ben due per un numero notevole: 45' di ritardo.
Sposti la faccia da un monitor all'altro è non cambia nulla, quello è.
La sala brulica di gente assonnata ed indecisa: aspettare o andare?
Dall'altoparlante non proviene nessun suono, nessuno che avvisi di cosa ci aspetti, se i treni dopo non subiscano ritardo, se quello indicato arriverà mai, se metteranno a disposizione un servizio sostitutivo. Nul-la.
Biglietteria chiusa e nessuna persona di Trenord interpellabile.
Fortunatamente hai le chiavi dell'auto nel borsello, ti incammini verso l'uscita e
inizi a vedere le prime auto sgommare via cercando di cogliere l'attimo giusto, quello prima che l'unica (!!!) strada che porta a Milano si intasi.
Questa mattina è scattata la reazione, il famoso pensiero alternativo. Aggiriamo il disagio.
Io e Titti abbiamo sentito che un ragazzo aveva deciso di prendere l'auto per raggiungere la fermata dopo, Albairate e...gli abbiamo chiesto un passaggio. Affermativo! Come previsto, la strada era intasata...
Aggiornate in tempo reale sull'andamento dei treni grazie ad internet, abbiamo scoperto che alle 7.38 partiva un treno da Albairate diretto a Milano. Alle 7.34 eravamo ancora ferme ad un semaforo a circa un km dalla destinazione. Eppure...ce l'abbiamo fatta.
Michele, il nostro pendolare-salvatore, ci ha scaricate a destinazione che erano le 7.33 e solo grazie al suo gesto di altruismo e alla nostra atleticità (ahahah) siamo riuscite ad affrontare due rampe di scale che ci hanno condotto alla salvezza prima che le porte si chiudessero immediatamente dietro di noi. Meglio che non vi riporti le nostre esclamazioni e la nostra condizione fisica dopo questo sprint micidiale :-)
Michele per cercare parcheggio ha perso il treno.
Sono arrivata a lavoro in ritardo di due minuti e con l'acido lattico che mi è finito tutto nelle ginocchia ma il gesto di quel ragazzo mi ha fatto passare tutto il malumore. Evidentemente qualcuno di gentile esiste ancora, anche su un treno di Trenord :-)
Fuori dalla finestra il cielo si è schiarito in un grigio carico di pioggia e la stagione della lotta è solo all'inizio. La vita a volte è già abbastanza difficile anche senza i disagi ferroviari però non dev'essere un malfunzionamento a condizionarci le giornate e le vite perchè qualcosa di bello può sempre accadere. Vedi il nostro incontro fortunato di oggi.
E poi, volete mettere? Michela 1 - Trenord ed i suoi guasti 0!
La storia continua
Effettivamente avete trovato un motivo per cui essere felici dentro una giornata di nebbia iniziata male. Sono fatti che scaldano il cuore. Per fortuna io oggi Milano me la sono scampata.. perchè son bastate 4 gocce di pioggia per mandare in tilt il traffico.
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