Avevo 13 anni e mezzo. Pensate voi, tredicianniemezzo? Quando mai da adulti diciamo ho ** anni e mezzo?
Chetteneri che eravamo!
Insomma mi sembra passata un'epoca. Andavo in giro con le treccine e ancora guardavo i cartoni animati, la sera stavo in casa con mamma e papà e mi allenavo nel tardo pomeriggio.
Dopo poco più di 15 anni, ieri, ho ufficialmente iniziato la mia ennesima nuova stagione agonistica di pallavolo.
Quando vedo qualche vecchio amico in giro vedo nel suo volto il tempo che è passato: siamo cresciuti. Ed è sempre un piccolo shock.
Qualcuno ha la fede al dito, qualcun altro qualche pargolo sfornato e qualcun altro in arrivo.Si fanno due chiacchiere e si parla del lavoro che ci tiene fuori casa ore, delle corse fatte in metropolitana, delle liti per gli scioperi dei treni, delle vacanze mai abbastanza lunghe, delle spese che sembrano infinite.
Quello che mi compare più volte sotto gli occhi è la perdita della spensieratezza. I famosi "pensieri" di cui ci parlavano da piccoli i nostri genitori si stanno presentando a noi sotto forma di multe, di liti di condominio, di lavori non soddisfacenti.
Quando si cresce oltre a poter tornare a casa all'ora che si vuole si hanno ben altre cose da affrontare...
Capita quindi che mi chiedano stupiti se gioco ancora. Lo stupore sta nel fatto che appunto, secondo molti, alla mia età (mancofossimatusalemme) giocare è una cosa strana. Quando poi il gioco assume la veste di tre allenamenti alla settimana e una partita gli occhi di chi parla con me si fanno grandi grandi, tipo così 8-)
Eppure si, gioco ancora.
Gioco a Vigevano nella Florens, in B2.
E per chi volesse vedermi all'opera...in casa giochiamo di Sabato alle 18, comodissimo peraltro per andare poi a cena insieme.
Da quando ho iniziato ne sono cambiate di cose. Sono perfino riuscita a
cambiare un pochino anche io.
La cosa che mi fa andare ancora in palestra come quel primo giorno è il divertimento che trovo nel schiacciare la palla e nella spensieratezza che mi regala per qualche ora. Nello schiacciare bene la palla perchè se la liscio o tiro una loffa* non vale. E non è che si riesca sempre a fare le cose bene. Anzi...ci sono sere che non ti gira proprio il braccio, che ogni volta che salti hai la schiena grida o che quando ti tuffi per terra riesci (ancora) a sbucciarti il bacino e ti maledici da sola chiedendoti "ma chi cavolo me lo fa fare ancora?".
Ci sono però altre sere in cui giocare a bagherone ti fa tornare una tredicenne, dove perdi ogni freno inibitorio e dai il tutto per tutto meglio manco stessi giocando una finalissima di champions.
Sere in cui vedere una tua compagna che esulta per un tuo punto ti inorgoglise ancora.
Sere che hai mal di testa, fuori piove e un'altra compagna ti urla anche in faccia. E la cosa bella è che ancora ti brucia e la palla dopo senti la voglia di provare ancora a dare il meglio di te.
Quindi gli anni passano e la pallavolo resta, consapevole però che come tutto prima o poi arriverà anche il momento in cui finirà.
Ma per adesso voglio ancora godermela il più possibile, sperando di vedervi qualche volta al "mio" palazzetto! Vostri marmocchi compresi ;-)
*palla debole che si è presa male
Oh Michela non ti conosco, ma questo post è bellissimo e ne condivido lo spirito da pallavolista!
RispondiEliminaIo ho smesso l'anno scorso... a 38 anni. E' vero i maschi sono più longevi e pur di continuare a provare le sensazioni che racconti ho cambiato ruolo per resistere al mal di schiena... da quest'anno ho smesso e mi manca da morire!
Ciao Felice, sono contenta ti sia piaciuto ma sopratutto che hai capito cosa volevo esprimere. Umna passione che a volte è difficile rendere a parole, altre volte è irrazionale ma pu sempre qualcosa che ci ha fatto vivere davvero!
RispondiElimina